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E la Pattuglia ha il potere di farlo. Supponiamo che espellano retroattivamente Jud Elliott dal Servizio temporale, prima che parta per quell’ultimo sciagurato giro turistico. Se Jud Elliott non è mai andato a Bisanzio, quella volta, la possibilità della mia esistenza raggiunge il punto zero e io non sono più protetto dal paradosso del transito. Prevale la legge del paradosso minore. E io sparisco… puff Io so perché non mi hanno fatto ancora questo scherzo. E perché l’altro Jud, Dio lo benedica, viene processato per vari cronoreati giù per la linea, e non possono estrometterlo retroattivamente se non quando l’avranno riconosciuto colpevole. Ma le procedure giudiziarie sono lente. Jud tirerà in lungo. Sam gli ha detto che io sono qui e che devo essere protetto. Può durare mesi, anni, chissà? Adesso lui è sulla sua base in tempo attuale e io sulla mia, e avanziamo nei nostri futuri, insieme, giorno per giorno, e finora io sono qui. Solo. Disperato.

Sogno la mia Pulcheria, perduta per sempre. Forse non agiranno mai contro di me.

O forse mi finiranno domani.

Chi lo sa? Ci sono momenti in cui non me ne importa nulla. C’è una cosa che mi consola, almeno. Sarà la più indolore delle morti. Neppure una fitta di sofferenza.

Andrò semplicemente dove va la fiamma di una candela quando si spegne. Potrebbe accadere in qualunque momento; e intanto Io vivo ora per ora, facendo il dio, ascoltando Bach, usando gli aleggiatori, dettando le mie memorie, e aspettando la fine. Oh, potrebbe venire addirittura a metà di una frase, e io me Fine

Presentazione

Questo è il sesto volume di Robert Silverberg che pubblichiamo nelle nostre collane: dal primo di essi a oggi il nome di Silverberg si è affermato in Italia così come si era già affermato negli altri paesi. Il primo volume da noi pubblicato.

Vertice d’immortali (Cosmo Argento, N. 7) presentava il ritratto di un futuro in cui è possibile registrare la propria mente e trasferirla in altri corpi, dove diventa una «personalità secondaria»), una riserva dì esperienze e di conoscenze, quando è disposta a collaborare, e un nemico quando vuole impadronirsi del corpo che la ospita.

Brivido crudele (Cosmo Argento, N. 15) è stato il secondo volume da noi pubblicato, e in esso si affaccia il tema che secondo lo studioso americano David Ketterer è dominante in Silverberg: il tema della conoscenza e della comunicazione.

Se nel Vertice d’immortali c’era sempre una barriera che impediva di comunicare tra i personaggi, anche quando si trattava di due menti che abitavano nello stesso corpo, e l’unica comunicazione possibile era quella di affermare la propria forza a scapito di altri, in Brivido crudele si ha un primo esempio di unione e comunicazione: l’unione e la comunicazione tra i reietti della società, tra l’astronauta che è stato «usato» da una razza extraterrestre per esperimenti di super-vivisezione e la ragazza che è stata usata dalla società terrestre come donatrice di un gruppo di ovuli per un esperimento di gestazione in vitro (a volte certe scelte di personaggi di Silverberg sembrano un po’ esagerate, ma c’è da tener presente che scrive entro un «genere», la fantascienza, in cui è ancora «del poeta il fin la meraviglia»). La società li ha emarginati, ma c’è ancora qualcuno che vede la possibilità del loro recupero (per poterli «usare» ancora, com’è nella tradizione delle Pagliuca); l’incontro però finirà per dare loro la forza che mancava. (È un romanzo che diventa sempre più attuale: uno dei primi romanzi di fantascienza che seppero esprimere, dietro la situazione dei personaggi del futuro, le angosce che stavano covando nella società degli anni scorsi).

Anche Torre di cristallo (Cosmo Argento, N. 25) parla del tema della comunicazione. In esso la comunicazione è con Dio, cercato da uno dei protagonisti, Krug, sotto le forme di una civiltà extraterrestre che trasmette un messaggio a punti e linee. Alla fiducia di Krug nell’esistenza degli extraterrestri (egli sa che forse son morti, sa che forse il messaggio è spurio, ma cancella dalla propria mente queste obiezioni) corrisponde la fiducia degli androidi in Krug stesso, che è stato il loro costruttore. Uomini e androidi collaborano nella costruzione della gigantesca torre di cristallo che servirà per comunicare con gli ipotetici extraterrestri, ma quando gli androidi si sentiranno traditi da Krug, si ribelleranno contro di lui. Il tema del romanzo e questa opposizione tra conoscenza di Dio e conoscenza degli altri uomini: la conoscenza di Dio non può essere separata da quella degli altri uomini, perché altrimenti rischia di diventare, come in Krug, una semplice esaltazione di se stessi: in Dio, negli extraterrestri, Krug cerca fondamentalmente quel se stesso che non ha il coraggio di affrontare direttamente.

Ali della notte (Fantacollana, N. 3) presenta una Terra del lontano futuro che ormai è priva di storia: la sua società si è congelata in Corporazioni fisse e immutabili, il progresso si è fermato e in questa situazione i terrestri attendono da secoli la loro fine: una razza che è divenuta padrona dell’intero pianeta e che un giorno scenderà a prendere ciò che è suo. Ma con la discesa dei conquistatori si spezza finalmente quell’istante che si è protratto per millenni e che impediva alla Terra di uscire dal suo ciclo di azioni ripetitive: i terrestri potranno unire le loro capacità e dare qualcosa di veramente nuovo.

Oltre il limite (Anticipazione, N. 6) presentava tre romanzi brevi, uniti dal tema comune del «destino dell’uomo»), e comprendeva Born with the Dead, che presentava una nuova sfaccettatura del tema della comunicazione: la comunicazione che si interrompe, a causa di avvenimenti che cambiano la nostra personalità. La moglie del protagonista, riportata in vita dopo un incidente, appartiene ormai ai «morti rinati») e per lei gli antichi legami non hanno più valore. Inutilmente il marito la rincorrerà per tutto il mondo: tra i due, ormai, la comunicazione è caduta. Questo romanzo breve, ricco di spunti letterari e di riferimenti al mito, ci pare una delle cose migliori che la fantascienza abbia prodotto negli ultimi anni.

Il romanzo che presentiamo in questo fascicolo è stato scritto alcuni anni fa e affronta il tema del viaggio nel tempo: un tema che ricorre varie volte in Silverberg.

Questa volta il viaggio nel tempo è visto secondo una delle tradizioni della fantascienza: il «turismo temporale») («Signori, ammirate che bel dinosauro carnivoro si sta precipitando addosso a noi… Ehi, ragazzino, non raccogliere quella farfalla!» ) trattato da Silverberg in modo assai ben congegnato, con le trovate e i paradossi che ci possiamo aspettare da questo tipo di fantascienza. Ma in fondo al romanzo sta un altro tema legato alla comunicazione: la ricerca di se stesso, condotta come conoscenza dei propri antenati (quella che Panshin chiama «conciliazione col padre»). Paradossalmente, Silverberg rovescia la situazione e ne trae penetranti considerazioni sulle antenate, più che sugli antenati: è questa una delle prime volte in cui si vede usare seriamente dalla fantascienza un concetto così ricco di possibilità psicologiche come il viaggio nel tempo.

Riccardo Valla