Rimase immobile mentre il dardo di luce acquosa e dorata svaniva e ritornava, scivolava via dal pavimento e si raccoglieva sulla parete di fronte a lui, si alzava e diventava più rosso. Alla Pasfal entrò nella stanza e, vedendo che era sveglio, rivolse un cenno a qualcuno che le stava dietro, indicandogli di non entrare. Chiuse la porta e si inginocchiò accanto a lui. Le case degli Alterra erano ammobiliate frugalmente; tutti dormivano su pagliericci appoggiati direttamente sui tappeti del pavimento, e usavano come sedie, tutt'al più, un sottile cuscino. Alla si inginocchiò e abbassò lo sguardo su Agat: la faccia nera e consunta della donna era fortemente illuminata dal raggio rossastro del sole. E nella sua faccia non comparve pietà, mentre lo guardava. Aveva dovuto sopportare troppe cose, quando ancora era troppo giovane, perché la compassione e gli scrupoli potessero mai essere troppo profondi in lei, ed ora che era giunta alla vecchiaia era divenuta spietata. Scosse un poco la testa da sinistra a destra e disse piano: — Jakob… che cosa hai fatto?
Egli si accorse che la testa gli faceva male quando cercava di parlare: cosicché, non avendo una vera risposta, rimase zitto.
— Che cosa hai fatto…
— Come sono tornato? — egli chiese infine, formando così malamente le parole, con la bocca ferita, che ella alzò la mano per interromperlo. — Come sei tornato?… è questo che hai chiesto? Ti ha portato lei. La ragazza eis. Ha fatto una sorta di barella travois con alcuni rami e le sue pellicce, ti ha avvolto dentro e ti ha portato dall'altra parte della montagna, fino alla Porta di Terra. Di notte, sulla neve. Non avendo niente addosso, oltre ai calzoni… si è dovuta stracciare la tunica per legarti. Quegli eis sono più robusti del cuoio di cui si vestono. Ha detto che con la neve era più facile tirare… Adesso la neve è scomparsa. Il tutto è successo la notte dell'altro ieri. Tutto considerato, hai fatto una bella dormita.
Prese la brocca e gli versò una tazzina d'acqua; rimise la brocca su un vassoio accanto al letto e aiutò Agat a bere. A così poca distanza, la faccia della donna aveva un aspetto vecchissimo, reso delicato dall'età. Ella gli disse con il linguaggio mentale, ancora incredula: Come hai potuto fare una cosa simile? Sei sempre stato un uomo orgogliosissimo, Jakob!
Egli le rispose allo stesso modo, senza parlare. Messo in forma di parole, ciò che le disse sarebbe suonato: Non posso vivere senza di lei.
La vecchia si scostò fisicamente, allontanandosi dal senso della sua passione, e disse a voce alta, come in autodifesa: — Ma… scegliere proprio questo momento per una relazione amorosa, per un innamoramento! Quando tutti dipendevano da te…
Egli le ripeté ciò che già le aveva detto, poiché era la verità e l'unica cosa che le potesse dire. Ella gli rispose con il linguaggio mentale, severamente: Ma non puoi sposarla, e quindi faresti meglio a imparare a vivere senza di lei.
Egli rispose unicamente: No.
Ella rimase immobile a lungo, seduta sulle caviglie. Quando la sua mente si riapri a quella di Agat, in essa si leggeva un'enorme carica di amarezza: Va bene, fai pure: che differenza fa? A questo punto, qualsiasi cosa facciamo, qualsiasi cosa faccia uno qualsiasi di noi, da solo o con gli altri, è sbagliata. Non possiamo fare la cosa giusta, la cosa fortunata. Possiamo solo continuare a commettere suicidio a poco a poco, uno alla volta. Finché non saremo scomparsi tutti, finché gli Alterra non saranno finiti, e tutti gli esuli non saranno morti…
— Alla — egli la interruppe a voce alta, scosso dalla disperazione di lei, — gli… gli uomini sono partiti?…
— Che uomini? Il nostro esercito? — Pronunciò le parole con profondo sarcasmo. — Si è mosso ieri verso il nord… senza di te?
— Dipilota…
— Se Dipilota li avesse dovuti condurre in qualche posto, li avrebbe condotti ad attaccare Tevar. A vendicarti. Era pazzo di rabbia, ieri.
— E gli altri…
— I nativi? No, naturalmente non sono partiti. Quando si è venuto a sapere che la figlia di Wold scappava a dormire nei boschi con un Nato Lontano, la fazione di Wold si è coperta di una certa dose di ridicolo e di discredito… lo comprendi? Certo, la cosa è più facile a capirsi, una volta accaduta; ma avrei creduto che tu…
— Per l'amor di Dio, Alla.
— D'accordo. Nessuno è partito per il nord. Siamo qui fermi ad aspettare che i Gaal arrivino quando ne abbiano voglia.
Jakob Agat rimase disteso immobile, cercando di non precipitare a capofitto, all'indietro, nel vuoto che si apriva dietro di lui. Era il vacuo, vero abisso del suo orgoglio: l'arroganza ingannatrice da cui erano scaturiti tutti i suoi atti: la menzogna. Se egli era precipitato, poco importava. Ma la sua gente, ch'egli aveva tradito?
Alla, dopo un poco, gli parlò mentalmente: Jakob, si trattava di una speranza assai esile, anche a voler essere ottimisti. Hai fatto ciò che potevi. Uomo e alieno non possono lavorare insieme. Un insuccesso che continua da seicento anni della Lega dovrebbe già avertelo insegnato. La tua sciocchezza è stata solo il pretesto che gli alieni cercavano. Se non si fossero rivoltati contro di noi a causa di te, presto avrebbero trovato qualcosa d'altro. Sono i nostri nemici così come lo sono i Gaal. O l'Inverno. O il resto di questo pianeta che non vuole la nostra presenza. Non possiamo stringere alleanza che con noi stessi. Dobbiamo cavarcela da noi. Non tendere mai la mano a una creatura che appartenga a questo mondo.
Egli distolse la mente da quella della donna, incapace di sopportare l'invincibile disperazione della vecchia. Cercò di chiudersi in se stesso, di ritirarsi, ma qualcosa lo preoccupava con insistenza, continuava a sfiorargli la coscienza, finché non divenne chiaro, ed egli, cercando di rizzarsi a sedere, balbettò: — Dov'è la ragazza? Non l'avrai rimandata indietro…
Vestita di un bianco abito degli Alterra, Rolery sedeva a gambe incrociate, leggermente più distante da lui di quanto non fosse stata Alla. Alla era uscita; Rolery era affaccendata in qualche lavoro: riparare un sandalo, a quanto pareva. Non pareva essersi accorta ch'egli avesse parlato; forse aveva parlato solamente in sogno. Ma infine ella disse con la sua voce leggera: — La vecchia ti ha scosso. Avrebbe potuto aspettare. Che cosa puoi fare, ora come ora?… credo che nessuno degli altri sappia fare sei passi senza di te.
L'ultima macchia rossa di luce solare formava un'opaca gloria sulla parete dietro di lei. Ella sedeva con il volto tranquillo, gli occhi abbassati come sempre, occupata a riparare il sandalo.
Alla sua presenza, senso di colpa e dolore si placarono e riacquistarono la giusta proporzione. Con lei, Agat era se stesso. Pronunciò a voce alta il suo nome.
— Oh, adesso dormi; ti fa male parlare — ella disse, con un guizzo del suo timido modo di canzonare.
— Ti fermerai qui? — egli le chiese.
— Sì.
— Come mia moglie — egli insistette, ridotto, a causa della necessità e del dolore, a dire il nudo essenziale. Immaginava che il popolo di lei l'avrebbe uccisa se avesse fatto ritorno; e non era sicuro di quel che il suo popolo, gli Alterra, le avrebbe potuto fare. Egli era l'unica sua difesa, e voleva che tale difesa fosse certa.
Ella chinò il capo, come per accettare; Agat non conosceva a sufficienza i suoi gesti per esserne certo. Ora rimase un poco perplesso di fronte alla tranquillità di lei. Nel breve periodo da cui la conosceva, ella era sempre stata svelta di azioni e di emozioni. Ma era un periodo molto, molto breve… E mentre Rolery sedeva laggiù a lavorare, la sua tranquillità entrò anche in lui, e con la tranquillità egli senti che gli ritornava anche la forza.