Lei lo studiò attraverso la luce morbida, poi disse: «Ho l’impressione che tu disapprovi una colonia mista».
«Beh… in un certo senso, sì». Avrebbe potuto dissimulare, acconsentire facilmente a tutto ciò che lei affermava, e in tal modo aumentare le sue possibilità di portarsela a letto più tardi. Ma non si era mai comportato così; e non l’avrebbe fatto ora, perché era proprio la personalità di quella ragazza che a lui piaceva. «Io credo che bisogna essere ciò che si è e stare con i propri simili».
«Parli quasi come un razzista», disse lei, ma più dolcemente.
«Nella misura in cui l’uomo è la razza leader della civiltà tecnologica — perché fornisce la maggior parte dei suoi capi — sì, penso che tu possa definirmi un sostenitore della supremazia umana», ammise lui. «Non significa che noi siamo cronicamente peccatori o sciocchi, né significa che abbiamo alcun diritto di opprimere gli altri. Ecco, la gente come me è la migliore amica dello xenosofonte, solo che non ha nessuna intenzione di imitarlo».
«Credi che l’Impero terrestre sia una forza volta al bene?».
«Tutto sommato, sì. Commette del male, ma nessun mortale può evitarlo. Il nostro compito è di correggere gli errori… ed anche di riconoscere i valori che l’Impero in effetti preserva».
«Forse tu ne hai incontrato troppo poco, di male».
«Perché vengo dalla Terra?». Rochefort ridacchiò. «Mia cara, sei troppo in gamba per pensare che il sistema d’origine sia abitato solo da aristocratici. Mio padre è un funzionario di secondaria importanza nel Servizio Sociodinamico. Il suo lavoro ci ha fatto muovere un bel po’. Io sono nato a Selenopoli, che è uno spazioporto ed un centro industriale. Ho trascorso molti anni importanti su Venere, tra i crimini e le miserie di un pianeta la cui "terrestrizzazione" non è mai stata del tutto soddisfacente. Mi sono arruolato in marina come semplice marinaio — non per sciovinismo, ma solo per un infantile desiderio di vedere l’universo — e per due o tre anni non ho potuto frequentare la scuola piloti; intanto ho potuto vedere il lato negativo di più di un pianeta. Certo, c’è lo spazio di un intero cosmo per migliorare. Bene, allora miglioriamo, invece di farci a pezzi. E difendiamoci!».
Si interruppe. «Dannazione», disse francamente. «Speravo di toglierti di dosso la tua serietà, e ci sono caduto dentro io stesso».
Adesso la ragazza rise, e sollevò il bicchiere. «Allora aiutiamoci a venirne fuori», suggerì.
Lo fecero. La libertà di Rochefort divenne assai piacevole. E fu una fortuna, perché due settimane dopo fu richiamato a bordo, e l’Ansa ricevette l’ordine di dirigere verso lo spazio profondo. Ad anni luce di distanza da Pax, essa si unì alla flotta che si era servita dell’immensità come di una maschera per il suo schieramento; a centinaia, le navi si lanciarono verso il Dominio di Ythri.
5
La conferenza si svolse per videofono. Era così per gran parte di esse, in quei giorni. Andava contro l’antica raffinatezza di Avalon, ma faceva risparmiare tempo… e di tempo ce n’era sempre di meno, pensò Daniel Holm.
L’irritazione trapelava in modo abbastanza evidente. Due dei tre ologrammi sul pannello di comunicazione davanti a lui sembravano essere lì lì per saltar fuori dai loro schermi ed entrare nel suo ufficio. E senza dubbio lui doveva dare ai loro originali la stessa impressione.
Matthew Vickery, Presidente del Parlamento dell’Uomo, agitò l’indice ed entrambe le mascelle pienotte, e disse: «Nel caso che lo abbiate dimenticato, vorrei ricordarvi che non ci troviamo sotto un regime militare. Noi, il legale governo civile, abbiamo approvato le vostre misure difensive di questi ultimi anni, benché vi rendiate conto che io, per quanto mi riguarda, le ho sempre considerate eccessive. Quando penso alla prospettiva che i proventi delle tasse, tutte quelle risorse, avrebbero potuto portare se lasciate in mani private, o al bene sociale che avrebbero potuto fare nel settore pubblico… Se vi si lasciasse liberi, voi militari sareste capaci di costruire delle basi nella quarta dimensione per difenderci contro un’invasione dal futuro».
«Siamo sempre stati invasi dal futuro», disse Ferune. «E l’ultima parte che sta per arrivare non sarà piacevole».
Holm incrociò le gambe, si piegò all’indietro, soffiò il fumo del sigaro contro l’immagine di Vickery e disse con voce strascicata: «Ci risparmi i comizi. Lei non sta facendo una campagna per essere rieletto. Perché ha richiesto quest’incontro a quattro?».
«Per la vostra arroganza», proclamò Vickery. «La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata quell’ultimo ordine di escludere le navi non Ythrane dal sistema di Laura. Vi rendete conto che noi commerciamo non solo con l’Impero, benché esso ci fornisca molti mezzi di sussistenza, ma anche con civiltà neutrali come i Kraokan?».
«E lei si rende conto di quanto sarebbe facile per i terrestri inserire un impianto automatico camuffato in orbita bassa attorno ad Avalon?», ribatté Holm. «Parecchie migliaia di megatoni, fatti esplodere a quell’altezza quando il cielo è pulito, incendierebbero una buona metà di Corona. Oppure un ordigno estremamente sofisticato potrebbe atterrare come un pacifico mercantile. Ora che ci sono poche missioni esplorative non si usano più i computer dotati di autocoscienza, ma potrebbero sempre essere ricostruiti, e provvisti di un comando suicida. Un’esplosione del genere provocata all’interno degli schermi di energia di una città distruggerebbe i generatori, lasciando indifeso ciò che rimarrebbe della città stessa; e i "fallout" di una testata nucleare sporca avvelenerebbero l’intero retroterra. E lei, Vickery, ha fatto del suo meglio per bloccare la metà degli stanziamenti di cui avevamo bisogno per una protezione adeguata!».
«Questi sono isterismi», disse il presidente. «Che cosa guadagnerebbe la Terra da un’atrocità del genere? Non che io mi aspetti la guerra, purché riusciamo a mettere un freno alle nostre teste calde. Ma… beh, prendiamo questa ridicola proposta di una guardia nazionale che avete escogitato». Il suo sguardo si puntò su Ferune e Liaw. «Oh, dà a una quantità di giovani un’ottima opportunità per vantarsi, per mettersi in mezzo, per dare ordini arroganti, per sentirsi importanti, e lasciamo perdere il prezzo sociale e fiscale della cosa. Ma se questa marina che abbiamo organizzato ed equipaggiato dietro le vostre pressanti richieste, esasperando la nostra produzione e spremendo le nostre risorse, se questa marina viene così strombazzata ai quattro venti, i terrestri non saranno mai al nostro fianco. E in tal caso, chi avrà fallito il suo compito?».
«Noi siamo vicini al centro nevralgico del loro settore», gli ricordò Ferune. «Possono colpirci per primi, e distruggerci».
«L’ho sentito dire fino alla nausea. Grazie, preferisco ragionare con la mia testa». Vickery fece una pausa. «Statemi a sentire», continuò poi in un tono più conciliante, «sono d’accordo che la situazione è critica. Siamo tutti avaloniani. Se io ho la certezza che le vostre proposte sono pericolose, lo riferisco al popolo ed al Parlamento. Ma siamo noi, in definitiva, a comprometterci come esseri ragionevoli».
La faccia di Ferune si increspò. Ma Vickery non se ne accorse, oppure non seppe capirne il significato. Liaw dei Laghi rimase inespressivo. Holm borbottò: «Vada avanti».
«Protesto sia contro le vostre azioni sia contro il modo di svolgerle», disse Vickery. «Non siamo sotto la legge marziale, e in verità il Patto non contiene alcun articolo in merito ad un’eventuale dichiarazione di essa».
«Nei tempi antichi non ce n’era bisogno», disse Holm. «Il pericolo era chiaro e presente. E non direi che sia necessaria adesso. L’Ammiragliato è responsabile per la difesa locale e per i rapporti con le forze armate del Dominio dislocate altrove…».
«Il che non vi autorizza a bloccare il commercio, o ad organizzare una milizia privata, o a fare qualsiasi cosa che intacchi così profondamente la normale vita di Avalon. I miei colleghi ed io abbiamo sopportato fino ad ora, riconoscendo la necessità almeno di certe misure. Ma oggi la necessità è quella di ricordarvi che siete al servizio del popolo, e non alla sua cieca guida. Se il popolo vuole che sia realizzata la vostra politica, incaricherà in tal senso i propri rappresentanti legislativi».