La luna piena avrebbe fornito luce in abbondanza, la sua maggiore bianchezza, così come le dimensioni e l’illuminazione angolare offrivano una brillantezza più che tripla rispetto alla Luna terrestre. Quella notte la falce crescente tramontò subito. Ma il servizio funebre poté essere officiato alla luce bianca dei due pianeti compagni e delle innumerevoli stelle. La maggior parte di quelle costellazioni erano le stesse che Rochefort aveva ammirato con Eve Davisson su Esperance. Tre o quattro parsec, nella galassia, contano ben poco.
E una vita conta? Devo credere di sì. «… Padre, a Te nella forma in cui Ti sognò noi affidiamo questo essere nostro fratello; e preghiamo perché Tu gli doni il riposo, così come preghiamo per noi stessi. Signore abbi pietà, Signore abbi pietà, Signore abbi pietà».
I macabri, piccoli bagliori sopra le loro teste stavano morendo.
«Disimpegnatevi», disse Cajal. «Ritiratevi. Raggruppatevi in orbite larghe».
«Ma, ma, Ammiraglio», protestò un capitano del suo staff, «le loro navi approfitteranno dell’occasione per scappare; stanno scomparendo nello spazio profondo».
Lo sguardo di Cajal passò di schermo in schermo sul quadro comunicazioni. Dei volti che lo fissavano, alcuni erano umani, altri non lo erano, ma ciascuno apparteneva a un ufficiale della Terra Imperiale. Trovò piuttosto difficile affrontare tutti quegli occhi.
«Dovremo rassegnarci ad un’eventualità del genere», rispose. «Ciò che non possiamo accettare è il nostro attuale livello di perdite. Laura è soltanto un prologo. Se il prezzo della sua cattura si rivela tale da costringerci ad attendere rinforzi, dando così ad Ythri il tempo di riorganizzarsi, tutta la nostra strategia va a farsi benedire. E la guerra diventerà lunga e costosa».
Sospirò. «Parliamoci francamente, cittadini», aggiunse. «La nostra conoscenza di questo sistema era molto scarsa. Non avevamo idea che Avalon potesse offrire una simile resistenza…».
In orbita, stazioni automatiche a centinaia, i cui impianti di energia non mettevano in funzione motori ma, esclusivamente, schermi difensivi e proiettori offensivi; entrare nel loro raggio d’azione era dunque mortalmente pericoloso. Tra essi è il pianeta, ma da essi protetta, faceva la spola una moltitudine di scafi sussidiari, portando tutto ciò che poteva servire per il perfetto funzionamento dei robot addetti al fuoco.
Sulla superficie, e sulla luna, una rete completa di rivelatori, tubi di lancio, armi ad energia troppo grandi per essere caricate su navi spaziali; alcune sepolte profondamente nella roccia o sui letti degli oceani, altre al suolo o fluttuanti in aria. Le probabilità che un vascello o un missile riuscisse a penetrare dallo spazio senza essere intercettato erano davvero minime; e i negacampi schermavano ogni punto vitale.
In aria, uno sciame fittissimo di caccia da inseguimento in azione di pattuglia, pronto a colpire in gruppo chiunque fosse stato tanto imprudente da intromettersi.
«… E i difensori hanno approfittato brillantemente della nostra ignoranza. Ci hanno indotto ad assumere posizioni svantaggiose, infliggendoci danni gravissimi. Siamo presi in trappola come topi, fra il pianeta e le loro navi. E per quanto la flotta nemica sia inferiore, nelle attuali condizioni diventa sproporzionatamente efficiente.
«Non abbiamo scelta. Dobbiamo cambiare queste condizioni, al più presto. Se ci spingiamo al di là della portata delle loro difese, la loro flotta tonerà ad essere inferiore a noi e, ne sono sicuro, si ritirerà verso i confini esterni del sistema, come ha detto il Capitario K’thak».
«E poi, signore?», domandò un uomo. «Che faremo, poi?».
«Ci riassesteremo», gli rispose Cajal.
«Possiamo affrontarli, coi mezzi di cui disponiamo attualmente?», chiese un altro.
«Non lo so», ammise Cajal.
«Come hanno fatto a fare una cosa del genere?», gridò un uomo da dietro le bende che lo mascheravano. La sua nave era stata distrutta. «Una miserabile colonia! Quanti sono gli abitanti? Quattordici milioni, in gran parte mandriani. Com’è stato possibile?».
«Dovrebbe capirlo da solo», lo riprese Cajal, ma con dolcezza, perché sapeva che le droghe smorzavano il dolore come il cervello. «Quando si ha a disposizione energia nucleare in abbondanza, vaste risorse naturali, una tecnologia raffinata, non serve altro che la volontà. Le macchine producono macchine in proporzione geometrica. In pochi anni si può avviare un’intera produzione, limitata solo dalla disponibilità di minerali; e un mondo sottopopolato e in gran parte rurale come Avalon ne avrà certamente una buona scorta.
«Immagino», rifletté ad alta voce — perché qualunque cosa era meglio che pensare a quanto la marina aveva sofferto quel giorno — «che un’economia pastorale faciliti il compito di nascondere l’enorme sforzo affrontato. Una società più sviluppata si sarebbe affidata all’industria esistente, che è alla luce del sole. I governanti di Avalon, una volta ottenuta carta bianca dall’elettorato, hanno creato praticamente da zero gran parte delle loro attrezzature, in regioni del tutto disabitate». Annuì col capo. «Sì, cittadini, ammettiamo che ci siamo cascati». Poi, raddrizzandosi: «Ed ora cerchiamo di salvare il salvabile».
La discussione passò ai modi e ai mezzi. Battuta, ma non decimata, la forza Terrestre era ancora gigantesca. E copriva un corrispondente volume di spazio, con le sue unità sempre in movimento. Organizzare una ritirata ordinata era in se stessa una grossa operazione. E poi c’erano degli incerti, l’imponderabile, e le inevitabili e imprevedibili sciagure della guerra. Si dovevano indurre i capitani di Avalon a rinunciare al combattimento, non con le solite mosse tattiche, ma dimostrandogli che il loro ritiro non significava tradire la propria gente. Solo così essi non avrebbero continuato fino alla morte, distruggendo migliaia d’Imperiali.
Ma alla fine computer e ausiliari cominciarono a lavorare sui dettagli, e si diede inizio alle prime operazioni di disimpegno. Cajal poté restare da solo.
O no? pensò. Potrò mai esserlo? I fantasmi s’affollano intorno a me.
No. Quella disfatta non era colpa sua. Lui aveva agito sulla base di informazioni sbagliate. Saracoglu… no, il governatore era un civile solo marginalmente coinvolto dallo svolgersi dei fatti, e aveva contribuito coscienziosamente ai preparativi. Il Servizio Segreto della Marina… ma Saracoglu aveva detto il vero. Uno spionaggio vero e proprio era impossibile, contro Ythri. E poi il Servizio Segreto… l’intera Marina, l’Impero stesso… non avevano un’estensione così capillare da coprire una distanza tanto grende, inumana, ostile; tutto quel lottare, infine, per mantenere la Pace dell’Uomo era forse sterile.
Si era fatto quel che si poteva. Cajal si rese conto di non averlo fatto male. Non bisognava parlate di disfatta, ma solo di delusione. Grazie alla disciplina e ai comandi, la sua flotta aveva subito perdite di gran lunga inferiori a quelle che avrebbe potuto subire, e rimaneva pur sempre una potenza schiacciante; e lui aveva imparato una lezione di cui si sarebbe servito più tardi, in guerra.
Ma quei fantasmi non se ne sarebbero andati.
Cajal si inginocchiò. Cristo, che perdoni i soldati, aiutami a perdonare me stesso. Santi, restatemi a fianco finché il mio compito non sarà compiuto. Il suo sguardo passò dal crocifisso al ritratto. Prima di ogni altro, tu, Elena, che lassù in Cielo devi amarmi ancora, perché nessuno è mai stato troppo umile per il tuo amore, Elena, abbi cura di me, e tienimi per mano.
Sotto i volatori l’Oceano di Mezzo rollava nero e luminoso. Sopra di loro c’erano le stelle e la Via Lattea, la cui glaciale freddezza uccideva il tepore dell’aria. Davanti, si stagliava la massa di un’isola avvolta dalle nuvole. Tabitha udì il mare infrangersi sulle sue rive, un rombo di cannoni al di sopra del vento che le mormorava sul volto.