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Ma Harrison non abboccò, e non cominciò a protestare eterna amicizia. «Ascoltami bene, signor Palmer» riprese. «Sappiamo benissimo tutti e due che questa faccenda non ha niente a che vedere con l’amicizia. Tu vuoi diventare ricco e io voglio diventare governatore di un vero Stato. Io ho bisogno del tuo liquore per diventare governatore, e tu hai bisogno della mia protezione per diventare ricco. Ma stavolta hai esagerato. Capito? Per quello che me ne importa, puoi anche avere il monopolio, ma se non mi garantisci un costante rifornimento di whisky, d’ora in avanti andrò a cercarmelo da qualche altra parte.»

«Via, governatore Harrison, posso capire che nell’attesa tu possa esserti innervosito. Ma voglio farmi perdonare. Che ne diresti se ti mettessi da parte sei botticelle di whisky della migliore qualità, tutte per te…»

Ma Harrison non era nella disposizione di spirito più adatta a farsi corrompere. «Ti stai scordando, signor Palmer, che se volessi quel whisky potrei anche prendermelo tutto.»

Be’, se Harrison poteva permettersi di essere brusco, Hooch poteva ripagarlo della stessa moneta, anche se era il genere di cose che per abitudine diceva col sorriso sulle labbra. «Signor governatore, puoi prenderti tutto il mio whisky una volta. Ma poi quale mercante vorrà più fare affari con te?»

Harrison rise fino a farsi venire le lacrime agli occhi. «Chiunque, Hooch Palmer, e tu lo sai benissimo!»

Hooch sapeva riconoscere la sconfitta, e si unì alle risate.

Si udì bussare alla porta. «Avanti» disse Harrison, facendo cenno a Hooch di restare seduto. Un soldato entrò, salutò e disse: «Il signor Andrew Jackson è qui e desidera vedervi, signore. Dice di venire dalle parti del Tennizy».

«Non l’aspettavo prima di qualche giorno ancora» si stupì Harrison. «Ma sono felicissimo, non potrei essere più onorato, fatelo entrare, fatelo entrare.»

Andrew Jackson. Doveva essere quell’avvocato, quel tale soprannominato «Hickory». Tempo addietro, quando Hooch batteva la regione del Tennizy, Hickory Jackson era noto come un tipico esempio di bravo ragazzo di campagna: aveva ucciso un uomo in un duello, non disdegnava le belle cazzottate, aveva fama di uno che manteneva la parola data, e correva voce che non fosse esattamente sposato con sua moglie, la quale nel proprio passato pareva celasse un marito tuttora vivo e vegeto. Ecco la differenza tra Hickory e Hooch: Hooch si sarebbe accertato che il marito fosse morto e sepolto da lunga pezza. Perciò Hooch era un po’ sorpreso che quel Jackson fosse diventato così importante da avere affari che dal nativo Tennizy lo portavano fino a Carthage City.

Ma la vera sorpresa fu quando Jackson fece il suo ingresso nella stanza, diritto come un fuso e con due occhi che parevano sprigionare fiamme. Attraversata la stanza a lunghi passi, tese la mano al governatore Harrison. Nel salutarlo, tuttavia, lo chiamò signor Harrison, e questo poteva significare solo due cose: o era un perfetto idiota, o non riteneva di avere bisogno di Harrison più di quanto questi avesse bisogno di lui.

«Avete intorno troppi Rossi» gli fece notare Jackson. «Quell’ubriacone orbo davanti alla porta, poi, è una cosa da dare il voltastomaco.»

«Lo considero una specie di animale domestico» si difese Harrison. «Il mio Rosso da compagnia.»

«Lolla-Wossiky» lo informò volonterosamente il mercante di liquori. Be’, non proprio volonterosamente. Non gli era piaciuto affatto il modo in cui Jackson lo aveva ignorato, e Harrison dal canto suo non si era preso la briga di presentarlo.

Jackson si voltò a squadrarlo. «Che cosa avete detto?»

«Lolla-Wossiky» ripeté Hooch.

«È così che si chiama l’orbo ubriacone» disse Harrison.

Jackson scrutò freddamente Hooch. «L’unica occasione in cui mi interessa il nome di un cavallo» disse «è quando ho intenzione di montarlo.»

«Mi chiamo Hooch Palmer» fece Hooch, tendendogli la mano.

Jackson non la prese. «Vi chiamate Ulysses Brock» lo corresse «e a Nashville vi siete lasciato alle spalle dieci sterline di debiti non pagati. Ora che lo Stato degli Appalachi ha adottato la valuta statunitense, ciò significa che siete debitore di duecentoventi dollari in oro. Quei debiti li ho riscattati io, e siccome avevo sentito dire che trafficavate in whisky da queste parti, si dà il caso che abbia i documenti con me. Ora penso proprio che vi farò mettere agli arresti.»

Hooch non avrebbe mai sospettato che Jackson potesse avere una simile memoria, o che fosse un tale farabutto da comprare quei documenti, specialmente dopo sette anni, quando tutto avrebbe dovuto essere ormai dimenticato. Eppure Jackson tirò fuori dalla tasca del soprabito un mandato e lo posò sulla scrivania del governatore Harrison.

«Poiché vi sono grato di aver già provveduto ad arrestare quest’uomo prima che io arrivassi» disse Jackson «sono lieto di informarvi che, secondo la legge degli Appalachi, il funzionario che compie l’arresto ha diritto al dieci per cento delle somme recuperate»

Harrison si appoggiò allo schienale della poltrona e sorrise a Hooch. «Be’, Hooch, forse è meglio che ti rilassi un po’, in modo che tutti e tre ci possiamo conoscere un po’ meglio. O forse non importa, visto che il signor Jackson sembra conoscerti meglio di me.»

«Lo conosco fin troppo bene, il signor Ulysses Brock» disse Jackson. «Appartiene proprio a quella razza di furfanti di cui noi del Tennizy abbiamo dovuto sbarazzarci prima di poter cominciare ad avere qualche pretesa di civiltà. Immagino che anche voi vorrete sbarazzarvi di questa feccia quanto prima, visto che avete intenzione di preparare il territorio del Wobbish all’ingresso negli Stati Uniti.»

«Mi pare che diate parecchio per scontato» obiettò Harrison. «Sapete, potremmo anche provare a cavarcela da soli.»

«Se non ce l’hanno fatta gli Appalachi con Tom Jefferson come presidente, dubito che voialtri possiate fare di meglio.»

«Be’, forse» gli fece notare Harrison «e ripeto forse, potremmo decidere di fare qualcosa che Tom Jefferson non ha avuto il fegato di fare. E per questo, forse, ci serve gente come il nostro Hooch.»

«Quelli che vi servono sono dei soldati» disse Jackson. «Non dei mercanti di rum.»

Harrison scosse la testa. «Signor Jackson, siete il tipo d’uomo che vuole risposte chiare, e per quanto mi riguarda posso ricostruire senza difficoltà il motivo per cui quelli del Tennizy vi hanno inviato fin quaggiù. Perciò arriverò subito al punto. Noi e voi ci troviamo alle prese con lo stesso problema, e quel problema può essere riassunto in una parola sola: Rossi.»

«Ed è proprio per questo motivo che resto perplesso nel vedere che permettete a questi Rossi ubriachi di ciondolare nel vostro quartier generale» lo interruppe Jackson. «È chiaro come il sole che il loro posto non è qui, ma a ovest del Mizzipy. Finché non li avremo mandati tutti quanti laggiù, non avremo né pace né civiltà. E dato che sia gli Appalachi sia gli Stati Uniti sono convinti che i Rossi debbano essere trattati come esseri umani, dobbiamo risolvere il nostro problema dei Rossi prima di entrare nell’Unione. Tutto qui.»

«Visto?» disse Harrison. «Siamo già perfettamente d’accordo.»

«E allora perché il vostro quartier generale brulica di Rossi come Independence Street a Washington City? Negli Appalachi permettono ai Cherriky di lavorare negli uffici e persino di detenere incarichi governativi nella capitale, incarichi che dovrebbero toccare ai Bianchi. E poi vengo qui, e scopro che anche voi vi circondate di Rossi»

«Non scaldatevi, signor Jackson, non ce n’è alcun bisogno. Forse che il re nel suo palazzo in Virginia non si circonda di Neri?»

«I Neri sono schiavi. Tutti sanno che i Rossi non si possono ridurre in schiavitù. Non sono abbastanza intelligenti per poterli addestrare come si deve.»