«Tu sei mio nemico» affermò Ta-Kumsaw, ignorando il fratello.
«Ti sbagli» disse Harrison. «Io sono tuo amico. Il tuo vero nemico è lassù a nord, nella città di Vigor Church. Il tuo vero nemico è quel rinnegato di Corazza-di-Dio Weaver.»
«Corazza-di-Dio Weaver non vende whisky ai Rossi.»
«Neanch’io» assicurò Harrison. «Ma è lui quello che disegna mappe dell’intero territorio a ovest del Wobbish. E lo fa per dividerlo in appezzamenti che metterà in vendita dopo avere sterminato tutti i Rossi.»
Ta-Kumsaw non prestò la minima attenzione al tentativo di Harrison di aizzarlo contro il suo rivale. «Sono venuto per avvisarti» disse Ta-Kumsaw.
«Per avvisarmi?» esclamò Harrison. «Tu, uno Shaw-Nee che non rappresenta nessuno, vieni ad avvisarmi, nel bel mezzo del mio forte, con cento soldati pronti a spararti addosso al mio minimo cenno?»
«Rispetta il trattato» disse Ta-Kumsaw.
«Oppure?» chiese Jackson.
«Oppure tutti i Rossi che vivono a ovest delle montagne si uniranno e ti faranno a pezzi.»
Harrison gettò indietro la testa e rise sino a farsi venire le lacrime agli occhi. Ta-Kumsaw non mostrò alcuna emozione.
«Tutti i Rossi, Ta-Kumsaw?» si stupì Harrison. «Vuoi dire anche il buon Lolly? Perfino il mio Shaw-Nee da compagnia, il mio Rosso addomesticato, perfino lui?»
Per la prima volta Ta-Kumsaw guardò suo fratello, che russava disteso sul pavimento. «Il sole sorge ogni giorno, uomo bianco. Ma si può dire addomesticato? La pioggia cade ogni volta. Ma si può dire addomesticata?»
«Scusami, Ta-Kumsaw, ma quest’orbo ubriacone è addomesticato come il mio cavallo.»
«Oh, sì» disse Ta-Kumsaw. «Mettigli una sella. Mettigli una briglia. Saltagli in groppa e vai. Vedi dove ti porta, questo Rosso addomesticato. Non dove tu vuoi.»
«Esattamente dove voglio io» ribatté Harrison. «Ficcatelo in testa. Tuo fratello l’ho sempre a portata di mano. E se fai un solo passo falso, ragazzo mio, lo arresterò come tuo complice e lo farò impiccare.»
Ta-Kumsaw sorrise appena. «Tu lo credi. Lolla-Wossiky lo crede. Ma prima che tu possa mettergli le mani addosso, avrà imparato a vedere con suo altro occhio.»
Poi Ta-Kumsaw si voltò e uscì dalla stanza. Silenzioso, agile, senza sussiego, senza rabbia, senza nemmeno chiudere la porta alle sue spalle. Si muoveva con la grazia di un animale, di un animale molto pericoloso. Una volta, anni prima, mentre si trovava da solo sulle montagne, Hooch aveva visto un coguaro. Ecco che cos’era Ta-Kumsaw. Un felino omicida.
L’aiutante di Harrison chiuse la porta.
Harrison si voltò verso Jackson e sorrise «Visto?» disse.
«Che cosa avrei dovuto vedere, signor Harrison?»
«Debbo sillabarvelo a chiare lettere, signor Jackson?»
«Sono un avvocato. Mi piacciono le cose sillabate a chiare lettere. Ammesso che sappiate sillabare, si capisce.»
«Io non so neanche leggere» si intromise allegramente Hooch.
«E nemmeno sai tenere la bocca chiusa» disse Harrison. «E allora ve lo dirò a chiare lettere, Jackson. Voi e i vostri ragazzi del Tennizy blaterate di voler trasferire i Rossi a ovest del Mizzipy. Ora supponiamo che ci riusciate. E poi che cosa farete, piazzerete i soldati lungo tutto il corso del fiume perché stiano di guardia giorno e notte? State pur sicuro che torneranno da questa parte del fiume come e quando vorranno, saccheggiando, depredando, torturando e uccidendo.»
«Non sono uno stupido» protestò Jackson. «Sarà una guerra lunga e sanguinosa, ma quando li avremo cacciati oltre il fiume saranno a pezzi. E uomini come quel Ta-Kumsaw… saranno morti o screditati.»
«La pensate così? Be’, durante la guerra lunga e sanguinosa di cui andate cianciando, moriranno un sacco di ragazzi bianchi, di donne bianche, di bambini bianchi. Per quanto mi riguarda, sono di un’altra idea. Questi Rossi succhiano whisky come vitelli alla poppa. Due anni fa a est del My-Ammy vivevano più di mille Pee-Ankashaw. Poi hanno assaggiato il liquore. Hanno smesso di lavorare, hanno smesso di mangiare, si sono indeboliti al punto che la prima epidemia di raffreddore li ha spazzati via dal primo all’ultimo. Se esiste ancora un solo Pee-Ankashaw vivo, io non ne so nulla. La stessa cosa è accaduta ai Chippy-Wa, lassù a nord, con la sola differenza che lì sono stati i mercanti francesi. E il bello del liquore è che ammazza i Rossi senza che un solo Bianco debba rimetterci la pelle.»
Jackson si tirò lentamente in piedi. «Quando sarò a casa dovrò farmi tre bagni» disse «e nemmeno allora mi sentirò pulito.»
Hooch notò con grande piacere che Harrison era veramente fuori dei gangheri. Il governatore si alzò in piedi e urlò a Jackson con tanta foga che Hooch sentì tremare la sedia sotto di sé: «Non fate l’arrogante con me, ipocrita che non siete altro! Anche voi li volete tutti morti, esattamente come me! Tra noi non c’è alcuna differenza!»
Jackson si fermò sulla soglia guardando il governatore con aria disgustata. «Il signor Harrison, l’assassino, l’avvelenatore, non riesce a vedere la differenza tra se stesso e un soldato. Ma il soldato la vede, eccome.»
A differenza di Ta-Kumsaw, Jackson non seppe fare a meno di sbattere la porta.
Harrison si lasciò ricadere sulla sedia. «Hooch, debbo dirti che non ho molta simpatia per quel tizio.»
«Non importa» disse Hooch. «È dalla tua parte.»
Harrison sorrise lentamente. «Lo so. Quando si arriverà alla guerra, ci ritroveremo insieme tutti quanti. Tranne forse quell’amico dei Rossi che sta lassù a Vigor Church.»
«Anche lui» assicurò Hooch. «A guerra iniziata, i Rossi non saranno più capaci di distinguere un Bianco dall’altro. E quando la sua gente comincerà a crepare esattamente come la nostra, anche Corazza-di-Dio si batterà.»
«Certo, d’accordo, ma se Jackson e Weaver facessero bere i Rossi come facciamo noi, non ci sarebbe neanche bisogno di una guerra.»
Hooch mirò alla sputacchiera, senza mancarla di molto. «Quel Rosso, quel Ta-Kumsaw…»
«Ebbene?» chiese Harrison.
«Mi dà da pensare.»
«A me no» disse Harrison. «Ho qui suo fratello, svenuto sul pavimento. Ta-Kumsaw non farà un bel niente.»
«Quando ha puntato il dito verso di me dalla parte opposta della stanza, mi sono sentito toccare. Ho idea che abbia un richiamo magico. O forse il tocco a distanza. Mi sembra un tipo pericoloso.»
«Non crederai mica a tutte quelle stregonerie, eh, Hooch? Sei una persona così istruita. Ti credevo al di sopra di questo genere di superstizioni.»
«Non lo sono affatto, e nemmeno tu, Bill Harrison. Quando hai costruito il forte, hai fatto venire un rabdomante per sapere dove avresti trovato terreno solido, e quando la tua prima moglie ha partorito, hai fatto chiamare una fiaccola per conoscere la posizione del bambino.»
«Ti avverto» disse Harrison «non azzardarti a dire una sola parola su mia moglie.»
«Ma quale, Bill? Quella calda o quella fredda?»
A questo punto Harrison inanellò una serie di robuste imprecazioni. Hooch dal canto suo era felice, Hooch era al settimo cielo. Aveva proprio il dono di scaldare le situazioni, sissignori, e a scaldare gli animi c’era più gusto perché non c’erano fiamme, solo tanto fumo, tanta aria calda.
Be’, Hooch lasciò che il vecchio Bill Harrison si sfogasse per un po’. Poi sorrise e alzò le mani come per arrendersi. «Via, via, Bill, lo sai che non intendevo offenderti. Non sapevo che negli ultimi tempi tu fossi diventato così suscettibile. Immaginavo che tutti e due sapessimo dove crescono i bambini, come hanno fatto a entrarci, e come ne escono, e le tue donne non lo fanno diversamente dalle mie. E quando è lì distesa a urlare, sai che c’è una levatrice che può farla addormentare, o calmare il suo dolore, e quando il bambino tarda a venire, chiami una fiaccola per farti dire com’è messo. Perciò ascoltami, Bill Harrison. Quel Ta-Kumsaw ha qualche dono, qualche potere. È più forte di quel che sembra.»