«Le cripte, certo» Luwin riuscì a sorridere, un po’ di sangue gli scintillava sulle labbra. Quando cercò di muoversi, emise un gemito.
Bran sentì gli occhi che gli si riempivano di lacrime. Quando qualcuno era ferito, lo si portava da un maestro. Ma quando un maestro era ferito, da chi lo si portava?
«Dobbiamo fare una lettiga per trasportarlo» disse Osha.
«Non serve» la fermò Luwin. «Sto morendo, donna.»
«Non puoi!» disse Rickon con rabbia. «No che non puoi!» Accanto a lui, Cagnaccio mostrò i denti e ringhiò.
«Zitto, piccolo» sorrise Luwin. «Sono molto più vecchio di te. E posso… morire quando ne ho voglia.»
«Hodor, giù» ordinò Bran. Hodor andò in ginocchio vicino al maestro.
«Ascolta…» Luwin disse a Osha. «I principi… gli eredi di Robb… non… non insieme… mi capisci?»
«Sì.» La donna dei bruti si appoggiò alla picca. «Più al sicuro separati. Ma dove? Pensavo, forse i Cerwyn…»
Maestro Luwin scosse il capo, anche se lo sforzo gli costò molto: «Il ragazzo Cerwyn è morto. Ser Rodrik, Leobald Tallhart, lady Hornwood… tutti morti. Deepwood Motte è caduta, Moat Cailin, presto anche Piazza di Thorren. Gli uomini di ferro sono sulla Costa Pietrosa. E a est, il Bastardo di Bolton.»
«Dove allora?» chiese Osha.
«Porto Bianco… gli Umber… non so… guerra dovunque… ogni uomo contro il suo vicino, e l’inverno sta arrivando… quale follia, quale nera, atroce follia…» maestro Luwin allungò una mano, afferrando Bran per un braccio, le dita serrate in un ultimo, disperato sforzo. «Devi essere forte, adesso. Forte.»
«Lo sarò» rispose Bran, ma era difficile. “Ser Rodrik è stato ucciso, e anche maestro Luwin. Tutti, tutti…”
«Bravo» disse Luwin. «Bravo ragazzo. Il figlio… di tuo padre, Bran. Ma ora va’.»
Osha alzò lo sguardo all’albero-diga, al volto rosso scolpito nel tronco pallido: «E lasciarti qui agli dei?».
«Ti chiedo…» sussurrò il maestro «… un… un sorso d’acqua… e poi… un altro favore… se puoi…»
«Sì.» Osha si girò verso Meera. «Porta via i ragazzi.»
Jojen e Meera guidarono Rickon fuori dal parco degli dei tenendolo in mezzo a loro. Hodor li seguì. Rami bassi strisciarono contro il volto di Bran mentre passavano tra gli alberi, e le foglie lavarono via le sue lacrime. Osha li raggiunse nel cortile qualche momento più tardi. Non disse una parola riguardo a maestro Luwin.
«Hodor deve restare con Bran» dichiarò in tono secco la donna dei bruti. «In modo da essere le sue gambe. Rickon lo prendo con me.»
«Noi andiamo con Bran» disse Jojen Reed.
«Sì, lo pensavo anch’io» disse Osha. «Credo che proverò la Porta Est, proseguendo sulla Strada del Re per un po’.»
«Noi prendiamo la Porta dei Cacciatori» disse Meera.
«Hodor» disse Hodor.
Prima di muoversi, passarono per le cucine. Osha trovò alcune forme di pane bruciacchiato ma ancora commestibile, e perfino un pollo arrostito che divise a metà. Meera scovò un’ampolla di miele e un grosso sacco di mele. Tornati fuori, venne il momento degli addii. Rickon si aggrappò alla gamba di Hodor e continuò a piangere fino a quando Osha non gli diede un colpetto sul didietro con il manico della picca. A quel punto, la seguì senza troppe proteste, Cagnaccio gli andò dietro. L’ultima immagine che Bran ebbe di loro fu la coda del meta-lupo che scompariva dietro la Torre Spezzata.
La grata di ferro che chiudeva la Porta dei Cacciatori era stata talmente deformata dal calore che non la si poteva sollevare per più di mezzo metro. Per oltrepassarla, furono costretti a strisciare con il ventre a terra tra i rostri inferiori, l’uno dopo l’altro.
«Andiamo dal lord vostro padre?» chiese Bran mentre attraversavano il ponte levatoio tra le mura. «Alla Torre delle Acque grigie?»
Meera guardò il fratello, cercando da lui una risposta.
«La nostra strada porta a nord» affermò Jojen.
Ai margini della foresta del lupo, Bran si voltò nella sua cesta. Voleva dare un ultimo sguardo al castello che era stato la sua vita. Fili di fumo si alzavano ancora nel cielo grigio, ma ormai non erano molto diversi da quelli che avrebbero potuto levarsi dai comignoli di Grande Inverno in un qualsiasi freddo pomeriggio d’autunno. Chiazze nere segnavano alcune delle feritoie degli arcieri. E, qua e là nelle mura perimetrali, mancava un merlo o si notava una crepa. Ma, visto da lontano, tutto questo sembrava poca cosa. Le sommità delle fortezze e delle torri si levavano come sempre avevano fatto per centinaia di anni, visto da lontano, era davvero difficile dire che il castello era stato saccheggiato e bruciato.
“La pietra è forte” disse Bran a se stesso. “Le radici degli alberi scendono profonde. E sotto la terra, i re dell’Inverno siedono sui loro troni.” Finché tutto questo esiste, anche Grande Inverno continuerà a esistere. Non era ancora morta, era solo spezzata.
“Come me” pensò Brandon Stark. “Nemmeno io sono ancora morto.”
APPENDICE
I RE E LE LORO CORTI
IL RE SUL TRONO DI SPADE
RE JOFFREY BARATHEON, primo del suo nome, un ragazzo di tredici anni, primogenito di re Robert I della Casa Baratheon e della regina Cersei della Casa Lannister
Re Robert, padre di Joffrey, morto in un controverso incidente di caccia al cinghiale
Regina Cersei, madre di Joffrey, reggente e protettrice del reame
Principessa Myrcella, sorella di Joffrey, nove anni
Principe Tommen, fratello di Joffrey, otto anni, erede al Trono di Spade
Gli zii di re Joffrey per parte di padre:
Stannis Baratheon, signore della Roccia del Drago, si proclama re Stannis I
Renly Baratheon, lord di Capo Tempesta, si proclama re Renly I
Gli zii di re Joffrey per parte di madre:
Ser Jaime Lannister, lo “Sterminatore di re”, lord comandante della Guardia reale, prigioniero a Delta delle Acque
Tyrion Lannister, facente funzioni di Primo Cavaliere del re
Podrick Payne, scudiero di Tyrion
Le guardie del corpo e i guerrieri che hanno giurato fedeltà a Tyrion:
Bronn, mercenario, nero di capelli e nero nel cuore
Shagga figlio di Dolf, dei Corvi di Pietra
Timett figlio di Timett, degli Uomini Bruciati
Chella figlia di Cheyk, delle Orecchie Nere
Crawn figlio di Calor, dei Fratelli della Luna
Shae, concubina di Tyrion, prostituta, diciotto anni
Il Concilio ristretto di re Joffrey:
Gran maestro Pycelle, dotto della Cittadella
Lord Petyr Baelish, detto “Ditocorto”, maestro del conio
Lord Janos Slynt, comandante della Guardia cittadina di Approdo del Re (le “cappe dorate”)
Varys, eunuco, detto “Ragno tessitore”, capo dello spionaggio
La Guardia reale:
Ser Jaime Lannister, detto “Sterminatore di re”, lord comandante, prigioniero a Delta delle Acque
Sandor Clegane, detto “Mastino”
Ser Boros Blount
Ser Meryn Trant