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Kenzo Isozaki alzò la mano come per toccare la donna, si limitò a indicare, poi la spostò verso il proprio petto e toccò il crucimorfo a doppia barra che andava dallo sterno all’ombelico. «Questo» disse «è il potere.» Si girò e cominciò a rivestirsi. Dopo un attimo, Anna Pelli Cognani si strinse nelle spalle e lo imitò.

Quando si furono rivestiti tutt’e due, Isozaki tornò a sedersi alla scrivania e indicò l’altra poltroncina. Con sua sorpresa, Anna Pelli Cognani vi si accomodò.

«Ciò che vuole dire è semplice» iniziò la donna. «Per quanto successo abbiamo nel renderci indispensabili al nuovo papa, se ci sarà mai un nuovo papa, la Chiesa avrà sempre il definitivo potere della risurrezione.»

«Non proprio» precisò Isozaki, unendo di nuovo la punta delle dita, come se il precedente interludio non fosse avvenuto. «Voglio dire che il potere che controlla il crucimorfo, controlla l’universo umano.»

«La Chiesa…» iniziò Anna Pelli Cognani e si interruppe. «Certo, il crucimorfo è solo parte dell’equazione del potere. Il TecnoNucleo fornisce alla Chiesa il segreto della risurrezione coronata da successo. Ma per duecentottanta anni è stato in combutta con la Chiesa…»

«Aveva un suo obiettivo» disse piano Isozaki. «Quale, Anna?»

L’ufficio ruotò nella notte. Miriadi di stelle brillarono di colpo. Anna Pelli Cognani alzò il viso verso la Via Lattea per guadagnare un istante e riflettere. «Nessuno lo sa» rispose infine. «La legge di Ohm.»

Isozaki sorrise. «Molto bene. Nel nostro caso, seguire la linea di minore resistenza potrebbe portarci non direttamente alla Chiesa, ma direttamente al Nucleo.»

«Però il consigliere Albedo non si incontra con nessuno, tranne Sua Santità e Lourdusamy.»

«Con nessuno di cui siamo a conoscenza» la corresse Isozaki. «Ma in questo caso è il Nucleo a venire nell’universo umano.»

Anna Pelli Cognani annuì. Capiva benissimo il suggerimento implicito: le IA illegali classe Nucleo, che la Pax Mercatoria stava sviluppando, avrebbero potuto trovare la via del piano dati e seguirla fino al Nucleo. Per quasi trecento anni, il primo comandamento imposto dalla Chiesa e dalla Pax era stato: "Non costruirai una macchina pensante uguale o superiore alla mente umana". Le IA in uso nell’ambito della Pax erano più "Inanimate Apparecchiature" che "Intelligenze Artificiali" del tipo che si era evoluto distaccandosi dalla specie umana quasi un millennio prima: macchine pensanti stupide, come l’IA nell’ufficio di Isozaki o il computer nella vecchia nave di de Soya, la Raffaele. Ma nell’ultima decina d’anni, dipartimenti segreti di ricerca della Pax Mercatoria avevano ricreato le IA autonome uguali o superiori a quelle di uso comune durante l’Egemonia. I rischi e i vantaggi di quel progetto erano quasi incommensurabili: se il progetto aveva successo, il dominio assoluto del commercio e la rottura dell’antico equilibrio di potere tra la Flotta della Pax e la Pax Mercatoria; se il progetto era scoperto dalla Chiesa, la scomunica, la tortura nelle segrete del Sant’Uffizio e l’esecuzione capitale. E ora, questa prospettiva.

Anna Pelli Cognani si alzò. «Mio Dio» disse piano «sarebbe il magistrale dribbling conclusivo.»

Isozaki annuì e sorrise di nuovo. «Conosce l’origine di quel modo di dire, Anna?»

«Dribbling? No, un termine sportivo, immagino.»

«Uno sport molto antico, sostitutivo della guerra, detto soccer» spiegò Isozaki.

Anna Pelli Cognani sapeva che quella osservazione non pertinente era tutto fuorché non pertinente. Prima o poi il suo superiore le avrebbe spiegato perché quell’elemento era importante. Si limitò ad aspettare.

«La Chiesa aveva una cosa che il Nucleo voleva, di cui aveva bisogno» disse Isozaki. «Domare il crucimorfo era la parte dell’accordo di competenza del Nucleo. La Chiesa doveva dare in cambio una cosa di uguale valore.»

"Uguale in valore all’immortalità di mille miliardi di esseri umani?" pensò Anna Pelli Cognani. Disse: «Ho sempre pensato che, quando Lenar Hoyt e Lourdusamy contattarono gli elementi superstiti del Nucleo, più di due secoli fa, la Chiesa avesse offerto al TecnoNucleo, in cambio del crucimorfo, il permesso di ristabilirsi in segreto nello spazio umano.»

Isozaki allargò le mani. «A quale scopo, Anna? Dov’è il guadagno del Nucleo?»

«Quando era parte integrale dell’Egemonia e faceva funzionare la Rete dei Mondi e l’astrotel, il TecnoNucleo usava i neuroni dei miliardi di cervelli umani che transitavano nei teleporter come una sorta di rete neurale, parte del progetto Intelligenza Finale.»

«Sì, certo. Ma ora i teleporter non esistono più. Se il TecnoNucleo usa ancora esseri umani, come li usa? E dove li usa?»

Senza volerlo, Anna Pelli Cognani alzò la mano e se la portò allo sterno.

Isozaki sorrise. «Irritante, vero? Come una parola che è sulla punta della lingua e non vuole venire in mente. Un rompicapo con una tessera mancante. Ma c’è un’altra tessera che mancava ed è stata appena trovata.»

Anna Pelli Cognani inarcò il sopracciglio. «La ragazza?»

«È tornata nello spazio della Pax» disse Isozaki. «Nostri agenti molto vicini a Lourdusamy hanno confermato che il Nucleo ha trasmesso questa informazione. È accaduto dopo la morte di Sua Santità; solo il segretario di Stato, il Grande Inquisitore e i vertici della Flotta ne sono al corrente.»

«Dov’è la ragazza?»

Isozaki scosse la testa. «Il Nucleo, se lo sa, non l’ha rivelato né alla Chiesa né ad altri enti umani. Ma a causa di questa informazione la Flotta della Pax ha richiamato quel capitano… de Soya.»

«Il Nucleo predisse che sarebbe stato coinvolto nella cattura della ragazza» disse Anna Pelli Cognani. Agli angoli della bocca le comparve l’inizio di un sorriso.

«Sì?» disse Isozaki, orgoglioso della sua allieva.

«La legge di Ohm.»

«Esattamente.»

Senza rendersene conto, Anna Pelli Cognani si toccò di nuovo il petto. «Se troviamo per primi la ragazza» disse «abbiamo una leva per aprire trattative con il Nucleo. E anche i mezzi, con le nuove capacità che avremo in linea.» Nessuno dei PFE al corrente del progetto segreto IA diceva mai a voce alta quelle due lettere, malgrado gli uffici a prova di intercettazione.

«Se abbiamo la ragazza e i mezzi per negoziare» continuò Anna Pelli Cognani «abbiamo la leva necessaria per prendere il posto della Chiesa nell’accordo del Nucleo con l’umanità.»

«Ammesso di scoprire che cosa il Nucleo riceve dalla Chiesa in cambio del controllo del crucimorfo» precisò Isozaki. «E di offrire la stessa cosa, o una migliore.»

Anna Pelli Cognani annuì distrattamente. Capiva come tutto si riferiva ai suoi fini e ai suoi sforzi in qualità di Primo Funzionario Esecutivo della Pax Mercatoria. Sotto ogni aspetto, capì subito. «Nel frattempo» disse «dobbiamo trovare la ragazza prima che la trovino gli altri… di sicuro la Flotta della Pax utilizza risorse che non rivelerebbe mai al Vaticano.»

«E viceversa» precisò Isozaki. Questa sorta di gara lo compiaceva molto.

«E noi dovremo fare lo stesso» disse Anna Pelli Cognani, girandosi verso il cilindro dell’ascensore. «Ogni risorsa.» Sorrise a Isozaki. «Tre giocatori che partecipano al gioco definitivo dove l’ammontare delle vincite equivale all’ammontare delle perdite. Giusto, Kenzo-san?»

«Giusto. Al vincitore, tutto… potere, immortalità e ricchezza al di là dell’immaginazione umana. Al perdente… distruzione, vera morte e schiavitù eterna per i suoi discendenti.» Alzò il dito. «Ma non tre giocatori, Anna. Sei.»

Anna Pelli Cognani, già accanto alla porta dell’ascensore, si fermò. «Il quarto è evidente» disse. «Anche il Nucleo ha la necessità di trovare la ragazza. Ma…»

Isozaki abbassò la mano. «Dobbiamo presumere che pure la ragazza abbia i propri scopi in questo gioco, no? E chiunque ve l’abbia inserita come pedina… be’, quello è il sesto giocatore.»