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Barker cominciò a muoversi, rigidamente.

Il guardiamarina disse: — Sì, come pensavo. L'arto artificiale dovrà venire costruito nella zona del polpaccio, e sulla giuntura del ginocchio. — Rivolse un gesto a uno dei suoi uomini. — Fidanzato, prendi le misure e portale giù in officina. Voglio delle lastre a zeppa, lì dentro. Mi scusi, signore — disse a Barker — dovrà permettergli di portarsi via la sua gamba. Non ci vorrà molto. Sampson… aiuta quest'uomo a togliersi la camicia, in modo da poter arrivare alla cinghia della spalla.

Barker sfilò le braccia dalla tuta, afferrò gli orli della piastra dorsale, e si sollevò a sedere. — La camicia me la tolgo da solo, figliolo — gracchiò, e se la sfilò dalla testa. Mentre Sampson slacciava la cinghia principale della gamba, Barker lanciò un'occhiata a Hawks, e tamburellò con le dita sull'orlo dell'armatura. — Nuovi artifici, Mago? — Sembrava che si aspettasse una risposta particolare.

Hawks aggrottò la fronte. Il sogghigno di Barker divenne ancora più distorto e ironico. Si guardò intorno. — Bene, fiasco. Ci si vuole provare qualcun altro? Magari dovrei legarmi anche una mano dietro la schiena?

Il guardiamarina disse incerto a Hawks: — È una citazione da un dramma, dottore. — Guardò Barker, che solennemente si umettò la punta di un dito e tracciò una X nell'aria.

— Un punto a favore del diplomato del NROTC.

Gli altri specialisti del gruppo continuarono a lavorare a testa bassa.

— Che dramma, guardiamarina? — chiese Hawks, senza alzare la voce.

— L'avevo letto durante il corso di letteratura inglese — rispose il giovanotto, un po' a disagio, arrossendo quando Barker strizzò un occhio. — Il Mago Merlino ha fabbricato un'armatura invincibile. L'aveva destinata a Sir Galahad, ma mentre la fabbricava, le esigenze della formula magica lo hanno forzato ad adattarla alla taglia di Sir Lancillotto. E sebbene Lancillotto tradisca re Artù e sebbene i due debbano battersi nella giostra di quel giorno, Merlino non può lasciare che l'armatura rimanga inusata. Perciò chiama Lancillotto nella sua officina, e la prima cosa che Lancillotto dice, appena entra e vede l'armatura magica, è: «Cos'è? Nuovi artifici, Mago?»

Barker lanciò un breve sorriso ironico al guardiamarina, poi a Hawks. — Speravo che avrebbe riconosciuto il parallelo, dottore. Dopotutto, mi ha detto di aver letto anche lei un libro o due.

— Capisco — disse Hawks. Guardò pensieroso Barker, poi chiese al guardiamarina: — Cosa risponde Merlino?

— «Sì, un'armatura.»

Le labbra di Barker s'incurvarono, gaiamente. Disse a Hawks: — «Un'armatura? Dimmi, Filosofo, nei tuoi anni avanzati ti sei dedicato all'artigianato? Hai accostato le dita nodose all'incudine, e hai forgiato una lastra damaschinata per imitare il lavoro dell'armaiolo?».

Il guardiamarina fissò incerto prima Hawks e poi Barker, e citò: — «Come ho fatto non deve interessarti… Accontentati che, quando un'aquila si piega a fare il nido, quel nido è fatto in modo che solo le aquile possano abitarlo… o coloro che ottengono licenza da un'aquila».

Barker inarcò un sopracciglio. — «Ed io ho la tua licenza, vecchio mio?»

— «La mia licenza e la mia preghiera, spaccateste» — gli rispose il guardiamarina.

— «Io non ti piaccio» — disse Barker, volgendosi verso Hawks. — «E certamente non ti ha comandato Artù di rivestire questo mio corpo per proteggerlo da ogni ferita mortale. No, non questo corpo… egli non è sollecito della mia salute, eh? Bene, è un'altra storia. Tu dici che questa armatura è opera tua? Allora è invulnerabile, tramata dai tuoi incantesimi? È prodigiosamente forte? Per me? Come ti ho detto, io non ti piaccio… e allora perché lo fai? Chi te lo ha comandato?»

Il guardiamarina si umettò le labbra e guardò ansiosamente Hawks.

— Devo continuare, dottore?

Hawks rivolse un sorriso forzato a Barker. — Mah… sì… vediamo come va a finire. Se il condensato mi piace, forse andrò a comprare il libro.

— «Mi comanda la mia arte, Cavaliere. Come la tua arte comanda te, a dimostrazione che l'arte ama l'uomo saggiamente, quanto lo può una donna. Prendila. Mai una simile armatura è stata posta sul dorso di un cavallo. Mai l'occhio di un artigiano più esperto ha misurato le sue commessure, o ha operato con tanta tenerezza. Mai l'occhio del costruttore si è congiunto con tanto zelo alle mani dell'artefice e alla mente del creatore di macchine, come ora, per prendere a prestito dai tuoi muscoli quella forza che, alla fine, si prenderà tutta la gloria. Prendila… che tu sia dannato, prendila, tu che ti sei impadronito di più di quanto ti spetta, e cerchi di impadronirti d'altro ancora!»

— «È la gelosia che parla in te, vecchio» — disse Barker.

— «Tu non sai per che cosa!»

— «Dunque tu sai con tanta sicurezza le cose che pensa la mia mente silenziosa? Non essere troppo orgoglioso, Mago. È come tu dici… Anch'io so che significa appartenere a un'arte. E ho il mio orgoglio, come tu hai il tuo. Pensi che mi darà gloria prendere grazie al tuo dono ciò che potrei conquistare facendone a meno?»

— «Tu devi!»

— «Dov'è la tua magia? E qual è la mia arte, per avvalersi della tua? La prenderò, sebbene dubiti di me stesso? Me la garantisci invulnerabile? Non cederà, sul campo, ad una lancia sconosciuta alla tua scienza?»

— «E se cederà, allora crollerò anch'io con te, Cavaliere.»

Barker scostò spazientito Sampson e portò la mano là dove la stretta cinghia di cuoio aveva lasciato sulla sua spalla un segno permanente. L'abbassò e slacciò la fibbia della larga fascia che gli cingeva lo stomaco. — «Allora non crollare, Armigero» — mormorò. — «Ti prego, non crollare.»

Hawks guardò Barker in silenzio per un momento. Poi si umettò un dito e tracciò in aria una X. — Un punto a favore dell'uomo completo — disse. E mentre lo diceva, un lampo di sofferenza gli attraversò il volto.

3

Fidanzato se ne andò portandosi via la gamba di Barker. Un tecnico si avvicinò a Hawks. — C'è la sua segretaria al telefono, Ed — disse. — Ha detto che è urgente.

Hawks scosse il capo. — Grazie — rispose, distratto, e attraversò il laboratorio, entrò in una cabina isolata. Sollevò il ricevitore. — Qui Hawks, Vivian. Cosa c'è… una chiamata di Tom Phillips? No, va bene… l'aspettavo. Me la passi qui- — Attese, con gli occhi fissi nel vuoto, che la chiamata dell'ammiraglio venisse passata in laboratorio. Poi il diaframma del ricevitore vibrò di nuovo, ed egli disse: — Sì Tom. Oh, tutto bene. Sì. A Washington fa caldo, eh? No, qui no. C'è solo lo smog. Bene. — Rimase in ascolto, guardando il muro chiaro che gli stava davanti.

— Sì — disse poi, lentamente. — Beh, me l'immaginavo che il rapporto su Rogan avrebbe fatto quell'effetto. No, ascolta… abbiamo un metodo nuovo. Abbiamo trovato un altro uomo. Io credo che andrà benone. No, senti… voglio dire un altro tipo d'uomo: credo che con lui avremo delle buone possibilità. No, no… ascolta: perché non guardi il suo fascicolo? Al Barker. Sì. Barker. Dovrebbe esserci un Fascicolo 201 dell'Esercito, dell'OSS. E l'approvazione dell'FBI. Sì, vedi, il fatto è che lui è un tipo completamente diverso da un ragazzo simpatico e per bene come Rogan. Sì, la documentazione dovrebbe spiegarlo. Che ne diresti di un colloquio personale, se ne hai bisogno per convincere la Commissione? No, lo so che sono tutti sconvolti per via di Rogan e degli altri, ma forse, se tu…

Con la mano sinistra, Hawks tirava ciecamente, insistentemente, uno dei bottoni del suo camice.

— No, Tom… pensa. Pensa, adesso… Senti, se questo fosse stato solo uno dei soliti volontari, a cosa avrei potuto credere che servisse? No, lui è davvero diverso. Senti, se tu… E va bene, se non c'è tempo, non c'è tempo. Quando tornano a riunirsi? Beh, mi sembra che ci sia tutto il tempo, da qui a dopodomani. Potresti venire qui e…