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Latourette tese la mano di scatto e gli toccò la manica del camice. — Hai intenzione di chiudere il programma?

Hawks lo guardò.

Latourette gli strinse il braccio. — Cobey. Ti ha ordinato di chiuderlo?

— Cobey può soltanto inoltrare richieste — disse gentilmente Hawks. — Non può darmi ordini.

— Ma è il presidente della Società, Ed! Può rovinarti l'esistenza. E muore dalla voglia di togliere la Continental Electronics da questo pasticcio.

Hawks prese la mano di Latourette che gli stringeva il braccio e l'appoggiò sul rivestimento del trasmettitore. Poi s'infilò le mani nelle tasche posteriori, sollevando le falde del camice bianco da laboratorio. — Inizialmente, la Marina aveva finanziato lo sviluppo del trasmettitore solo perché era un'idea mia. Non avrebbe stanziato una simile cifra per nessun altro al mondo… non per un'idea tanto pazzesca. — Fissò la macchina. — E anche adesso, anche se il posto che abbiamo trovato è quello che è, la Marina non permetterà che Cobey si tiri fuori di sua iniziativa… almeno finché quelli saranno convinti che io posso andare avanti. Non sono io che devo preoccuparmi di Cobey. — Sorrise lievemente, con una sfumatura d'incredulità. — È Cobey che deve preoccuparsi di me.

— Sì, ma tu? Per quanto tempo ancora potrai tirare avanti?

Hawks arretrò di un passo e scrutò Latourette con aria pensierosa. — Adesso ci stiamo preoccupando per il progetto, o semplicemente per me?

Latourette sospirò. — D'accordo, Ed, scusami — disse. — Ma cosa intendi fare?

Hawks scrutò dal basso in alto la mole torreggiante del trasmettitore di materia. Nello spazio del laboratorio, dietro di loro, i tecnici stavano spegnendo le luci nelle varie sottosezioni dei grandi quadri di comando. L'oscurità cadeva in fasce orizzontali lungo le gallerie piene di strumenti e formava diagonali nere sulle passerelle in alto: avanzava come un corpo proliferante verso la solitaria spia verde sopra la metà «NON attivato» della leggenda rossa e verde, «Attivato — NON attivato» dipinta sullo zoccolo del trasmettitore.

— Non possiamo far nulla per modificare la natura del luogo dove vanno — disse Hawks. — E siamo arrivati al limite di ciò che possiamo fare per migliorare il modo di mandarceli. Mi sembra che resti una cosa sola da fare. Dobbiamo trovare un uomo diverso, per mandarlo lassù. Un uomo che non impazzisca quando si sente morire. — Guardò con aria interrogativa nell'interno della macchina.

— Al mondo c'è gente di tutti i generi — aggiunse. — Forse riusciremo a trovare un uomo che non abbia paura della Morte, ma che l'ami.

Latourette disse, amaramente: — Una specie di psicopatico.

— Forse. Credo comunque che abbiamo bisogno di un uomo simile. — Ormai, tutte le altre luci del laboratorio si erano spente. — Ciò significa che abbiamo bisogno di un uomo attratto da ciò che spinge gli altri alla demenza. E tanto più ne è attratto, tanto meglio è. Un uomo innamorato della Morte. — I suoi occhi si sfuocarono, lo sguardo si perse nell'infinito. — Quindi adesso sappiamo che cosa sono io. Un ruffiano.

2

Il direttore del personale della Continental Electronics era un uomo dalla faccia larga che si chiamava Vincent Connington. Entrò a passo vivace nell'ufficio di Hawks e gli strinse entusiasticamente la mano. Indossava un abito di shantung celeste e un paio di stivali color ruggine, alla cow-boy; e mentre sedeva nella poltrona destinata ai visitatori, strizzando gli occhi ai raggi del sole pomeridiano che filtrava dalle veneziane, si guardò intorno e osservò: — Di sopra, ho anch'io lo stesso ufficio. Certo, fa un'altra figura con una moquette sul pavimento e qualche buon quadro alle pareti. — Poi si rivolse di nuovo a Hawks con un sorriso. — È un piacere venire qui a parlare, dottore. Ho sempre avuto una grande ammirazione per lei. Dirige un dipartimento, eppure eccola qui, a lavorare insieme ai suoi subordinati. Io non faccio altro, tutto il giorno, che starmene seduto a una scrivania e assicurarmi che i miei impiegati mandino avanti l'ordinaria amministrazione senza combinare pasticci.

— Sembra che se la cavino bene — disse Hawks, in tono neutro. Cominciava inconsciamente a raddrizzarsi sulla sedia e a nascondere il viso dietro una maschera inespressiva. Il suo sguardo sfiorò gli stivaletti di Connington, una volta sola, e poi li evitò con cura. — Almeno, il suo dipartimento mi invia alcuni ottimi tecnici.

Connington ostentò un gran sorriso. — Nessuno ne ha di migliori. — Poi si sporse verso Hawks. — Ma questa è roba normale. — Si tolse dal taschino il memorandum interno di Hawks. — Questa, invece… questa richiesta voglio sbrigarla personalmente.

Hawks disse, guardingo: — Spero che possa farlo. Immagino ci vorrà un po' di tempo per trovare un uomo che corrisponda ai requisiti specificati. Mi auguro che lei si renda conto che, purtroppo, non abbiamo molto tempo. Io…

Connington l'interruppe, agitando una mano. — Oh, ce l'ho già. L'avevo in mente da parecchio tempo.

Hawks inarcò le sopracciglia. — Davvero?

Dall'altra parte della semplice scrivania d'acciaio, Connington sorrise con aria astuta. — Le riesce difficile crederlo? — Si assestò più comodamente sulla poltrona. — Dottore, immagini che qualcuno venga da lei e le chieda di fare un particolare lavoro… progettare un circuito per svolgere una data funzione. Ora, supponiamo che lei frughi in un cassetto della scrivania, tiri fuori un foglio di carta e dica «Ecco qui». E allora? Così, dopo che quello ha finito di scuotere la testa e di dire quanto è difficile credere che lei avesse il progetto proprio lì, lei può spiegargli che in realtà non fa altro che occuparsi di elettronica. E che anche quando non pensa a un particolare problema, pensa all'elettronica in generale: perciò, essendone interessato, continua a seguirla, e sa come vanno le cose nell'intero campo. Perciò pensa ad alcuni dei problemi in cui probabilmente si finirà per incappare, e qualche volta le soluzioni le vengono in mente con tanta facilità che lei non lo considera neppure lavoro. Perciò ha tenuto da parte queste soluzioni in attesa del momento buono per tirarle fuori. Capisce? Non è magia. È solo un uomo capace, che fa il suo lavoro.

Connington sorrise di nuovo, a tutti denti. — Ora, io ho un uomo che sembra fatto apposta per il suo progetto. Lo conosco come le mie tasche. E so qualcosa anche sul suo conto, dottore. Ho ancora molto da imparare su di lei, ma non credo che ne rimarrei molto sorpreso. E ho trovato il suo uomo. È sano, è disponibile, e negli ultimi due anni, ogni sei mesi, l'ho fatto controllare dai servizi di sicurezza. È tutto suo, dottore. Non sto scherzando.

— Vede, dottore… — Connington s'intrecciò le mani sullo stomaco e le piegò a rovescio, facendo scricchiolare le nocche — lei non è il solo capace di muovere il mondo.

Hawks aggrottò lievemente la fronte. — Di muovere il mondo? — La sua espressione era impenetrabile.

Connington ridacchiò sommessamente tra sé, come se pensasse a un bello scherzo. — A questo mondo c'è gente d'ogni genere. Ma si divide in due gruppi principali, uno grande e uno più piccolo. C'è la gente che viene mossa, tolta di mezzo o messa in riga, e poi ci sono quelli che muovono gli altri. È più sicuro e in fondo più comodo andare dove vieni spinto. Non ti assumi nessuna responsabilità, e se fai quello che ti dicono, di tanto in tanto ti gettano anche un pesce in premio.