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Barker si appoggiò alla spalliera della sedia, incrociò le braccia e inarcò le sopracciglia. — I suoi modi professorali mi piacciono molto — mormorò. — Ha mai pensato di darsi all'insegnamento, dottore?

Hawks alzò la testa per fissarlo. — Non posso permettere che lei muoia di ignoranza — disse finalmente. — È… è libero di andarsene di qui quando vuole e di rompere ogni rapporto con noi. Questa mattina, Connington ha consegnato all'azienda le sue autorizzazioni e il contratto. Se l'ha letto, ricorderà la clausola che le permette di annullarlo.

— Oh, resterò, dottore — rispose Barker, in tono disinvolto.

— Grazie.

— Prego.

— Barker, lei non vuol saperne di facilitarmi le cose, vero?

— Non sono molto entusiasta di lei, dottore.

Hawks smosse con la destra il mucchio di fascicoli e li guardò. — Ha ragione. La pietà è solo un'invenzione culturale recente, per gli esseri umani. — Poi disse, in tono meticoloso: — Parliamo di lavoro. All'inizio di quest'anno, l'Aviazione ha ricevuto una radiofoto scattata da un razzo che aveva cercato d'inserire in un'orbita lunare. Il razzo si avvicinò troppo e precipitò da qualche parte, oltre l'orlo dell'emisfero visibile. Per un caso fortunato, quell'unica fotografia mostrava questo. — Tolse dal fascicolo un ingrandimento lucido, venti per venticinque, e lo passò a Barker. — Come vede, è quasi irrimediabilmente sbiadita e striata dagli errori di trasmissione dell'apparecchio del razzo. Ma quest'area, in parte visibile in quest'angolo, qui… è chiaro che non si tratta d'una formazione naturale.

Barker guardò la foto, aggrottando la fronte. — È la stessa di cui mi ha mostrato la fotografia presa al suolo?

— Ma quella venne scattata molto tempo dopo. Questa, invece, mostrava semplicemente che sulla Luna c'era qualcosa la cui grandezza e la cui natura non erano determinate dalla foto, ma che non somigliava a nulla di lunare né di terrestre, a quanto se ne poteva sapere. In seguito ne abbiamo prese le misure, come meglio abbiamo potuto, e possiamo dire che ha un diametro approssimativo di cento metri e un'altezza di venti, con irregolarità e particolari amorfi, che è impossibile descrivere esattamente. Sappiamo ancora pochissimo della sua natura… ma questo per ora non c'entra. Quando l'oggetto venne scoperto, il governo decise che bisognava studiarlo. Ci si aspettava che l'altra faccia della Luna non presentasse nulla di straordinariamente diverso da ciò che si trova sull'emisfero visibile. Considerando le situazioni diverse della missilistica russa e americana, diventava evidente che, se non ci fossimo mossi in fretta, i russi avrebbero avuto tutte le possibilità di fare una scoperta di primissimo ordine, di cui non potevamo indovinare la natura ma la cui importanza poteva essere enorme… forse addirittura decisiva, per quanto riguardava il dominio della Luna.

Hawks si soffregò gli occhi. — Si dava il caso — continuò senza alzare la voce — che alcuni anni prima la Marina avesse firmato un contratto con la Continental Electronics, per quanto riguardava il mio lavoro con l'analizzatore di materia. Quando il razzo trasmise questa foto dalla Luna, era già stato costruito l'impianto sperimentale che lei ha visto in laboratorio, e nonostante le sue clamorose imperfezioni, era arrivato al punto di poter trasmettere regolarmente un volontario, dal trasmettitore al ricevitore del laboratorio, senza danni apparenti. Perciò, mentre cominciavamo a pensare a trasmissioni sperimentali, a un ricevitore nelle Sierras, il governo istituì un programma urgentissimo per mandare dei volontari sulla Luna.

«Furono spese somme enormi per l'equipaggiamento e il personale, e dopo una serie di insuccessi e semi-insuccessi, il team missilistico dell'Esercito riuscì a lanciare una torre di collegamento sulla faccia visibile della Luna, vicino all'orlo. Poi un ricevitore molto rudimentale venne lanciato, un po' a caso, nei pressi di questa…» Hawks batté con le dita sulla carta, con aria frustrata. — Di questa formazione. E un volontario, un tecnico, venne trasmesso mediante la torre di collegamento al ricevitore, che era appena abbastanza grande da contenerlo. Riuscì a raggiungere il razzo che conteneva la torre di collegamento, la sistemò su una base stabile, ed eresse una mimetizzazione di plastica e uno schermo per assorbire l'urto delle meteoriti. Servendosi dei pezzi che gli venivano trasmessi, costruì poi il ricevitore e il trasmettitore di ritorno, che stiamo usando adesso. Eresse anche degli alloggi rudimentali per se stesso e poi, a quanto sembra, cominciò ad esaminare la formazione ignota, nonostante avesse ricevuto l'ordine di attendere l'arrivo degli specialisti della Marina, che oggi sono insediati nell'avamposto.

«L'uomo venne ritrovato solo poche settimane fa. Era sua, la seconda fotografia che le ho mostrato. Il suo corpo era dentro alla cosa, e secondo i chirurghi dell'autopsia sembrava che fosse precipitato da un'altezza di diverse migliaia di metri, in condizioni di gravità terrestri.»

Barker contrasse la bocca per un attimo. — Ma era possibile?

— No.

— Capisco.

— Io non riesco a capire, Barker, e non ci riesce nessun altro. Non sappiamo neppure come chiamare quel posto. L'occhio non riesce a seguirlo, e le fotografie ne danno un'impressione molto approssimativa. Abbiamo motivo di sospettare che esista in più di tre dimensioni spaziali. Nessuno sa cos'è, perché è ubicato lì, quale potrebbe essere la sua vera funzione, o che cosa lo abbia creato. Non sappiamo se è animale, vegetale o minerale. Non sappiamo se è naturale o artificiale. Grazie alla geologia dei numerosi crateri lasciati dalle meteoriti che hanno ammucchiato detriti contro i suoi fianchi, sappiamo che è lì da almeno un milione di anni. E sappiamo che cosa fa: uccide gli esseri umani.

— Più e più volte e in modi incredibili, dottore?

— Tipicamente e ostinatamente, in modi incredibili. E noi abbiamo bisogno di conoscerli tutti. Dobbiamo determinare, senza margini per errori od omissioni, cosa può fare esattamente agli uomini quella formazione. Dobbiamo avere una guida completa dei suoi limiti e delle sue capacità. Quando l'avremo, allora potremo finalmente correre il rischio di farvi entrare tecnici esperti che la studino e la smontino. Saranno le squadre di tecnici che apprenderanno da quella cosa tutto ciò che possono impararne gli esseri umani, e incorporeranno queste informazioni nella massa generale dello scibile umano. Ma questo è solo ciò che i tecnici fanno sempre. Prima dobbiamo avere un cartografo. È mio compito preciso fare in modo che la formazione, come spero, la uccida più e più volte.

— Beh, ecco un onesto avvertimento, anche se non ha senso. Non posso dire che non mi abbia messo in guardia.

— Non era un avvertimento — disse Hawks. — Era una promessa.

Barker scrollò le spalle. — Lo chiami come preferisce.

— Non mi capita spesso di scegliere le parole su questa base — ribatté Hawks.

Barker sogghignò. — Lei e Sam Latourette dovreste proprio recitare in coppia.

Hawks lo scrutò attentamente, a lungo. — La ringrazio di avermi dato qualche altro motivo per preoccuparmi. — Prese un altro fascicolo e lo mise nelle mani di Barker.

— Le guardi bene. — E si alzò. — C'è una sola entrata. Non si sa come, il primo tecnico la trovò, probabilmente pasticciando alla periferia, fino a quando la varcò per caso. Non può essere descritta come un'apertura. È un posto dove la natura di questa formazione permette il passaggio di un essere umano, non si sa se di proposito o per caso. Non si può spiegare in termini più precisi, e non può essere scorta dall'occhio né, sospettiamo, valutata dal cervello umano. Tre uomini sono morti per fare la pianta che ora permette ad altri, i quali la seguono alla cieca, come in una nebbia impenetrabile, di entrare nella formazione. Altri uomini dovranno morire, per dirci quanto segue sull'interno: