Выбрать главу

Hawks aggrottò le sopracciglia, poi le spianò.

Connington sogghignò maliziosamente, senza distogliere del tutto lo sguardo dalla strada. — Comincia a convincersi che io sapevo quel che facevo?

Prima che Hawks avesse il tempo di rispondere, Connington fermò la macchina. Erano arrivati alla spaccatura della parete del crepaccio. Lì se ne apriva un secondo, meno profondo, che formava una deviazione invisibile dalla strada, oltre il ponte più sotto. Il viottolo svoltava così bruscamente che la Cadillac non ce la fece a passare. La punta dello spigolo era stata fatta saltare con l'esplosivo per allargare il passaggio fino a due metri circa, alla svolta, ma non c'erano guard-rails: la strada piombava direttamente nel crepaccio, e su un lato c'era uno strapiombo, con l'acqua trenta metri più sotto.

— Dovrà aiutarmi lei, qui — disse Connington. — Scenda e mi dica quando le sembra che le ruote stiano per piombare nel vuoto.

Hawks lo guardò, strinse le labbra e scese dalla macchina. Si infilò tra questa e la roccia, e si avviò alla deviazione. Guardò giù, fermo con la punta delle scarpe nere che sporgevano un po' oltre l'orlo. La spuma velava il fondo del canalone. Appesi a due sporgenze delle pareti scabre c'erano un paraurti d'auto e un pezzo di tela lacera, proveniente dalla cappotta di una spider. Il tessuto era scolorito e malconcio. La cromatura del paraurti era corrosa. Hawks li guardò con intensa curiosità.

Connington fece abbassare il vetro del finestrino con un rapido ronzio. — È roba di Barker — disse, alzando la voce per farsi udire nonostante il suono della risacca nel crepaccio. — L'ha lasciata lì il mese scorso. Per poco non ha fatto la stessa fine.

Hawks si passò la punta della lingua sui denti anteriori, sotto il labbro. Si girò di nuovo verso la strada.

— Bene, adesso — disse Connington — devo riuscire a vedere oltre la curva. Mi dica quanto spazio ho.

Hawks annuì. Connington girò la macchina per quanto era possibile, fece marcia indietro, si fermò al segnale di Hawks e riprese ad avanzare Continuò a ripetere la manovra, facendo stridere i pneumatici anteriori da un lato all'altro della strada, fino a quando la Cadillac puntò con il muso verso l'altro tratto del viottolo. Poi attese che Hawks risalisse.

— Avremmo dovuto lasciare la macchina laggiù e salire a piedi — osservò Hawks.

Connington si avviò per la salita e si indicò i piedi. — Impossibile, con questi stivaletti — borbottò. Tacque un attimo, poi disse: — Barker affronta quella svolta a ottanta all'ora. — E lanciò un'occhiata di sbieco al suo compagno di viaggio.

Hawks ricambiò l'occhiata. — Qualche volta.

— Tutte le volte, tranne una. Da allora non ha più rallentato. — Connington ridacchiò. — Capisce, Doc? Lo so che le arruffo il pelo. Comunque, deve imparare a fidarsi di me, anche se non le sono simpatico e non mi capisce. Io faccio il mio lavoro. Le ho trovato il suo uomo. È questo che conta. — E gli occhi gli brillavano al pensiero del bello scherzo, del segreto che continuava a tenere per sé.

3

In cima alla salita, il viottolo s'incurvava seguendo la parete del precipizio e diventava una striscia asfaltata che correva accanto a un prato d'erba fitta e ben tagliata, verdescura. Innaffiatori automatici mantenevano quell'erba scintillante di umidità. Cactus e palmeti crescevano in aiuole immacolate, ombreggiate da cipressi torreggiami. Una casa bassa, di legno di cedro, era rivolta verso l'ampio prato, e la sua parete di vetro più vicina guardava, oltre il precipizio, verso il grande oceano azzurro. Una lieve brezza faceva stormire i cipressi.

Al centro del prato c'era una piscina. Un'esile donna bionda dalle lunghe gambe, abbronzatissima nel costume giallo a due pezzi, era distesa bocconi su un grande asciugamano, e ascoltava la musica di una radio portatile. Sull'erba, accanto a un thermos, c'era un bicchiere vuoto in cui si stava sciogliendo un cubetto di ghiaccio. La donna alzò la testa, guardò la macchina, e tornò a distendersi.

Connington riabbassò la mano che aveva alzato in un gesto di saluto. — Claire Pack — spiegò a Hawks, guidando la macchina intorno alla casa e fermandola su uno spiazzo di cemento davanti alla doppia porta di un garage seminterrato.

— Abita qui? — chiese Hawks.

Dalla faccia di Connington era scomparsa ogni traccia di soddisfazione. — Già. Venga.

Salirono una scala d'ardesia che portava al prato, e si avviarono verso la piscina. C'era un uomo che nuotava sotto l'acqua verdazzurra; ogni tanto alzava la testa per respirare in fretta e subito la reimmergeva. Sotto la superficie increspata e screziata di sole, era un essere color carne, dalla vaga forma umana, che sfrecciava da un'estremità della piscina all'altra. Una gamba artificiale, avvolta in un foglio di plastica trasparente, stava tra Claire Pack e la piscina, accanto alla scaletta cromata che scendeva nell'acqua. La radio suonava Glenn Miller.

— Claire? — chiese esitante Connington.

La donna non si era mossa nell'udire i passi che si avvicinavano. Stava canterellando al ritmo della musica, e tamburellava sull'asciugamano con le unghie laccate di rosso di due lunghe dita. Si girò lentamente e guardò Connington dall'alto in basso.

— Oh — disse seccamente. Il suo sguardo si posò sulla faccia di Hawks. Aveva occhi verdi screziati di giallo-bruno, e le pupille erano contratte nella luce del sole.

— Questo è il dottor Hawks, Claire — le disse pazientemente Connington. — È il vicepresidente responsabile della Divisione Ricerche, allo stabilimento principale. Ho telefonato per avvertirti. Cos'è questa commedia? Vorremmo parlare con Al.

Claire agitò una mano. — Sedetevi. Fra un po' uscirà dalla piscina.

Connington si assise goffamente sull'erba. Dopo un momento, Hawks sedette meticolosamente, a gambe incrociate, sul bordo dell'asciugamano. Claire Pack si sollevò, con le ginocchia sotto al mento, e guardò Hawks. — Che genere di lavoro intende proporre ad Al?

Connington rispose laconicamente: — Del genere che piace a lui. — Mentre Claire sorrideva, guardò Hawks e disse: — Sa, mi dimentico. Tutte le volte. Penso con piacere a quando verrò qui, e poi quando la vedo mi ricordo com'è.

Claire Pack non gli badò neppure. Stava guardando Hawks, con la bocca incurvata in un'espressione incuriosita e interessata. — Il genere di lavoro che piace ad Al? Lei non mi sembra il tipo d'uomo coinvolto nella violenza, dottore. Come si chiama, di nome? — Girò la testa per dare un'occhiata a Connington. — Dammi una sigaretta.

— Edward — disse sottovoce Hawks. Guardava Connington che si frugava in una tasca interna, estraeva un pacchetto nuovo di sigarette, lo apriva, ne tirava fuori una e la porgeva alla donna. Senza guardare Connington, lei disse: — Accendila. — Inarcò un sopracciglio scuro in direzione di Hawks. La bocca larga sorrise.

Ti chiamerò Ed. — Gli occhi rimasero calmi, imperturbabili.

Connington, alle spalle di Claire, si asciugò le labbra con il dorso della mano, le strinse intorno al filtro e accese la sigaretta con l'accendino ornato dal rubino. Il bocchino della sigaretta era coperto di carta rossa lucida, per nascondere le tracce di rossetto. Connington aspirò, poi la posò tra le due dita alzate di Claire, e si rimise il pacchetto nella tasca interna.

— Puoi farlo — disse Hawks a Claire Pack, con un lieve sorriso. — Io ti chiamerò Claire.

Lei inarcò di nuovo un sopracciglio, aspirando il fumo della sigaretta. — Sta bene.

Connington guardò oltre la spalla della donna. I suoi occhi rabbiosi quasi erano pieni di lacrime. Ma c'era in essi anche qualcosa d'altro. C'era una sorta di divertimento, nel modo in cui egli disse: — Oggi non incontriamo altro che gente che muove il mondo, dottore. E tutti vanno in direzioni diverse. E molto in fretta. Non abbassi la guardia.