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— Farò del mio meglio — disse Hawks.

— Non credo che Ed sia un tipo molto morbido, Connie — disse Claire, scrutando Hawks.

Questi non disse nulla. L'uomo nella piscina aveva smesso di nuotare e stava smuovendo l'acqua con le mani. Solo la testa affiorava dalla superficie, e i corti capelli chiarissimi spiovevano dalla sommità del cranio piccolo e rotondo. Gli zigomi erano sporgenti, il naso affilato: portava un paio di baffetti tagliati corti. Gli occhi erano indecifrabili a quella distanza, con il riflesso ondeggiante del sole che gli danzava sulla faccia.

— Così va la vita — stava mormorando Connington a Claire Pack, sprezzantemente, senza notare che Barker li osservava. — Tutto scientifico. Tutto in equilibrio. Nulla va sprecato. Nessuno è capace di fregare il dottor Hawks.

Hawks disse: — Il signor Connington mi ha conosciuto personalmente solo questo pomeriggio.

Claire Pack rise, con un vivace tintinnio metallico. — La gente ti offre da bere, Ed?

— Non credo che funzionerà neppure questo sistema, Claire — ringhiò Connington.

— Stai zitto — disse lei. — Allora, Ed? — Alzò leggermente il thermos, che sembrava quasi vuoto. — Scotch e acqua?

— Sì, grazie. Il signor Barker si deciderebbe a uscire dalla piscina se io gli voltassi le spalle mentre si fissa la gamba?

Connington disse: — Claire non è mai tanto chiassosa, dopo che ha fatto la prima impressione. Si guardi da lei.

Claire rise di nuovo, ributtando all'indietro la testa. — Al uscirà quando ne avrà voglia. Magari gli piacerebbe che io vendessi i biglietti per lo spettacolo. Non preoccuparti per Al, Ed. — Svitò il coperchio del thermos, levò il tappo, e versò da bere nel bicchierotto di plastica. — Qui non ho bicchieri in più, né ghiaccio, Ed. Comunque è abbastanza freddo. Va bene?

— Perfettamente, Claire — disse Hawks. Prese il coperchio-bicchiere e sorseggiò. — Ottimo. — Poi lo tenne in mano, e attese che lei si servisse.

— E io? — chiese Connington. Guardava i capelli che si agitavano lievemente sulla nuca della donna, e aveva gli occhi velati.

— Vai a prendere un bicchiere in casa — rispose lei. Si tese e toccò con il bicchiere l'orlo di quello di Hawks. — Alla vita ben equilibrata.

Con un sorriso fuggevole, Hawks bevve. Claire tese la mano e gliela posò sulla caviglia. — Abiti da queste parti, Ed?

Connington disse: — Adesso la provocherà e la pren derà nella rete, e poi la masticherà a dovere e la risputerà fuori, Hawks. Gliene offra una mezza occasione, e quella lo farà. È la più gran vacca dei due continenti. Ma è logico che Barker si tenga intorno una così.

Claire girò la testa e le spalle e guardò in faccia Connington per la prima volta. — Stai cercando di provocarmi, Connie? — chiese in tono blando.

Una sorta di guizzo passò sulla faccia dell'uomo; ma poi disse: — Il dottor Hawks è qui per affari, Claire.

Hawks alzò curiosamente lo sguardo verso Connington, oltre l'orlo del bicchiere di plastica. Per un attimo i suoi occhi neri rimasero assorti, poi si spostarono, meditabondi, su Claire Pack.

La donna si rivolse a Connington: — Tutti quanti, dappertutto, hanno sempre qualche affare da trattare. Chiunque valga qualcosa. Tutti vogliono qualcosa. Qualcosa di più importante di tutto il resto. Non è giusto, Connie? Bene, tu bada agli affari tuoi e io mi farò i miei. — Il suo sguardo tornò a posarsi su Hawks, cogliendolo alla sprovvista. Lo fissò negli occhi, per un momento. — Sono sicura che Ed è capace di farsi gli affari suoi — disse.

Connington avvampò, torse la bocca per dire qualcosa, si girò bruscamente e s'incamminò sull'erba. Con un breve lampo espressivo, Claire Pack sorrise a se stessa.

Hawks beveva a piccoli sorsi. — Adesso lui non guarda più. Puoi togliere la mano dalla mia caviglia.

La donna sorrise, docile. — Connie? Lo tormento per fargli un favore. Continua a venir qui, da quando ha conosciuto me e Al. Il fatto è che… non può venire solo, capisci? Per via della curva della strada. Potrebbe venire, se rinunciasse a guidare quei macchinoni, oppure potrebbe farsi accompagnare da una donna per aiutarlo. Ma non porta mai donne, e non vuol saperne di rinunciare né alla Cadillac né a quegli stivaletti. Quasi tutte le volte porta un uomo diverso. — E sorrise. — Se lo cerca, non capisci? È lui che lo vuole.

— Gli uomini che porta qui — chiese Hawks — davvero tu li mastichi e li risputi?

Claire rovesciò la testa all'indietro e rise. — Sono uomini di tutti i tipi. Gli unici per cui valga la pena di perdere tempo sono quelli che non riesco a distruggere la prima volta.

— Ma ci sono altre volte dopo la prima? Quando finisce? E non volevo dire che ci stava guardando Connington. Alludevo a Barker. Si sta issando fuori dalla piscina. Hai fatto apposta a mettere qui la sua gamba artificiale perché debba faticare per riprenderla? Solo perché sapevi che stava per arrivare un altro uomo e avevi bisogno di fargli capire quanto sei crudele? O lo fai per provocare Barker?

Per un momento, la pelle intorno alle labbra di lei parve corrugarsi. Poi Claire disse: — Sei curioso di scoprire fino a che punto è un bluff? — Aveva riacquistato un completo autocontrollo.

— Non credo che sia un bluff. Ma non ti conosco abbastanza per esserne sicuro — rispose blando Hawks.

— E neppure io ti conosco abbastanza bene, Ed.

Per un momento Hawks non rispose. — Sei amica di Barker da molto tempo? — chiese finalmente.

Claire Pack annuì e sorrise con aria di sfida.

Hawks chinò il capo, prendendo nota mentalmente. — Connington aveva ragione.

Barker aveva le braccia lunghe e lo stomaco piatto e peloso, e portava un paio di calzoncini da bagno bleu-marin di stile europeo, senza cintura. Era un uomo magro e scattante, dalla voce tesa e brusca. Disse: — Molto lieto — mentre avanzava a passo energico sull'erba. Raccolse il thermos e bevve, sollevandolo e rovesciando la testa all'indietro. Ansimò di piacere, gettò il thermos a terra accanto a Claire, si asciugò la bocca e sedette. — Dunque — esclamò. — Di cosa si tratta?

— Al, questo è il dottor Hawks — disse imparziale Claire. — Non è un medico. È della Continental Electronics. Vuole parlare con te. L'ha portato Connie.

— Felice di conoscerla — disse Barker, tendendo cordialmente la mano. Sulla pelle screziata c'erano cicatrici da ustioni. Una metà della faccia aveva la liscia regolarità della chirurgia plastica. — Ho sentito parlare di lei. Sono molto onorato.

Hawks gli strinse la mano. — Non ho mai conosciuto un inglese disposto a farsi chiamare Al.

Barker rise: una risata fragile. La sua faccia cambiò, sottilmente. — Per la verità, io sono inglese quanto il maiale di Paddy. Sono di nazionalità amerinda.

— I nonni di Al erano Apaches Mimbreño — disse Claire, con una sorta d'intonazione speciale. — Suo nonno era l'uomo più pericoloso del continente nordamericano. Suo padre trovò un filone d'argento che era il più ricco mai trovato. Conserva ancora il primato, tesoro? — Strascicò la domanda e, senza aspettare risposta, aggiunse: — E Al ha ricevuto un'istruzione universitaria al livello della Ivy League.

Il viso di Barker si andava contraendo; gli zigomi piccoli e sporgenti erano impalliditi. Bruscamente, prese il thermos. Claire sorrise a Hawks. — Al è fortunato, non è nella riserva. Le leggi federali proibiscono di vendere liquori agli indiani.