…Anch’io ho avuto una settimana per osservarla, non ti pare? Quella ragazza è molto malata. La faccenda dell’ESP la sta facendo andare a pezzi. Pensa di dover stare da sola per tenere lontane le voci dalla sua testa. Non può darsi a nessuno per molto tempo; deve ritirarsi, affondare in se stessa. Altrimenti le fa troppo male. Perciò non sorprenderti se ha tagliato la corda. Era inevitabile. Credimi, Macy, ti sto dicendo la verità.
C’era una strana nota di sincerità nella voce di Hamlin. Come se cercasse di proteggermi da un legame pericoloso, pensò Macy. Come se avesse a cuore il mio benessere. Curioso.
Le sette. Nessun segno di Lissa. Un altro sherry. Sdraiato in poltrona. Si sentiva quasi rilassato, malgrado tutto. Non aveva neanche fame. Un po’ di mal di testa. Dov’è Lissa? È capace di badare a se stessa. È capace di badare a se stessa.
…Hai ripensato alla proposta che ti ho fatto?
Quale proposta?
…Martedì, al museo. Che tu te ne vai e mi restituisci il mio corpo.
Sai già la risposta.
…Non ti stai comportando in maniera ragionevole, Macy. Considera la cosa obiettivamente. Puoi anche credere di esistere, ma in realtà non è vero. Sei una costruzione artificiale. Non possiedi più realtà genuina, come persona, come essere umano, di quel muro lì.
È quello che dici tu. Ma se non esisto perché mi preoccupo per Lissa? Perché mi piace sorseggiare questo sherry? Perché lavoro così duro alla rete?
…Perché sei stato programmato per farlo. Cazzo, Macy, non ti rendi conto che sei solo una macchina inserita in un corpo umano vuoto? Che però non era del tutto vuoto, che aveva ancora qualche avanzo del suo ex occupante dentro. Se tu fossi capace di affrontare la realtà onestamente, capiresti che…
Esatto, tagliò corto Macy. Capirei che io non sono niente e che tu sei un genio, e mi tirerei fuori dalla tua testa.
…Sì.
Spiacente, Hamlin. Stai perdendo il tuo tempo. Perché dovrei suicidarmi? Solo per dare a te la possibilità di incasinare una seconda volta la tua vita?
…Suicidio! Suicidio! Uno deve essere vivo prima di potersi suicidare!
Io sono vivo.
…Soltanto nel senso strettamente tecnico del termine.
Vaffanculo, Hamlin.
…Cerchiamo di mantenere la conversazione su una base amichevole, d’accordo?
Come faccio a essere amichevole se mi inviti ad ammazzarmi? Che vantaggio ne ho ad accettare la tua proposta? Cos’hai da offrirmi in cambio della restituzione del tuo corpo?
…Niente. Posso solo fare appello al tuo senso della giustizia. Io ho più talento di te. Ho più valore per la società. Merito di vivere più di te.
Non ne sono tanto sicuro. Il verdetto della società è stato che tu non hai alcun valore, anzi, che eri pericoloso e dovevi essere distrutto. Neppure riabilitato, nel senso vecchio della parola, prima del Riab. Distrutto.
…Un errore giudiziario. Potevo essere curato. Ero diventato matto, non lo nego. Ho fatto del male a un sacco di donne innocenti. Ma questo è passato. Se tornassi, non farei più stronzate del genere. Me ne starei da solo, a praticare la mia arte.
Ma certo, certo. Senti Hamlin: se vuoi indietro questo corpo, devi prendermelo con la forza… se ci riesci. Ma non intendo dartelo solo perché me lo chiedi. Non ho un’opinione di me stesso bassa come la tua. Scordatelo.
…Vorrei riuscire a farti comprendere il mio punto di vista.
Le sette e mezzo. Niente Lissa. Macy passò dallo sherry al bourbon. Si accese anche la prima oro della sera. Un profondo respiro; un effetto immediato: leggerezza alla testa, perdita di contatto con i piedi. Un tocco di paranoia da erba, anche: e se Hamlin gli saltava addosso mentre aveva il cervello annebbiato dall’alcool e dai fumi? Sarebbe stato in grado di combattere? Il suo compagno di testa era rimasto tranquillo per dieci o quindici minuti. Raccogliendo le forze per un assalto, forse. Stai in guardia.
Ma non arrivò alcun assalto. Gli intossicanti che cullavano Macy sembravano cullare anche Hamlin.
Le otto.
Hamlin? Ci sei ancora?
…Il signore ha suonato?
Parlami.
…Ottantasette anni or sono i nostri padri diedero vita su questo continente a una nuova nazione, concepita in libertà e…
No, seriamente. Dimmi qualcosa. Come si sta lì dentro?
…Stretti e scomodi.
Come vedi te stesso?
…Come un polipo. Un piccolissimo polipo, Macy, grande forse un milionesimo di pollice, piazzato in mezzo al tuo emisfero sinistro. Con lunghi tentacoli sottili, che arrivano in varie parti del tuo cervello.
Puoi vedere il mondo esterno?
…Se voglio. Richiede un certo dispendio di energie, ma non è molto difficile. Mi aggancio al tuo input ottico, ecco tutto, e così vedo quello che vedi tu.
E l’udito?
…Un aggancio diverso. Questo lo tengo in funzione quasi sempre.
Il tatto? L’odorato? Il gusto?
…Lo stesso. Non ci vuole molto a insinuarsi nei tuoi recettori sensoriali e scoprire cosa succede fuori.
Sei capace di leggere i miei pensieri?
…È facile. Un tentacolo nella corteccia cerebrale. Ti tengo costantemente sotto controllo lì, Macy. Tu pensi, e io ricevo istantaneamente. E posso distinguere gli impulsi mentali coscienti dalle interferenze e dai rumori che emetti in continuazione.
Come hai imparato queste cose?
…Provando e riprovando. Vedi, mi sono svegliato senza sapere dove fossi o cosa mi fosse successo. Lissa mi aveva dato una gomitata telepatica, senza neanche accorgersene, ed eccomi qui. Rinchiuso in una stanza buia, una bara per quel che ne sapevo. Così ho cominciato ad annaspare nella tua testa. Per caso ho toccato qualcosa e ho stabilito un contatto. Ehi, posso vedere! Ho toccato qualcos’altro: posso sentire! Cosa succede? Qualcun altro sta indossando il mio corpo! Ma se tocco qui, posso sentire i suoi pensieri. E così via. Ci sono voluti alcuni giorni.
E continui a imparare cose nuove, eh Hamlin?
…Francamente non ho fatto molti progressi negli ultimi tempi. Trovo difficile superare il tuo controllo cosciente, i tuoi centri motori, quelli vocali. Farti camminare dove voglio io, farti dire quello che voglio io. Posso fare qualcosa del genere, ma mi costa una tremenda quantità di energia, e prima o dopo tu riesci a farmi mollare. Forse c’è un segreto per sopraffarti che non ho ancora scoperto.
Però riesci a manipolare facilmente il mio cuore.
…Oh, sì. Ho un discreto controllo sulla maggior parte del tuo sistema autonomo. Potrei bloccarti il cuore nel giro di cinque secondi. Ma a che mi servirebbe? Se muori tu muoio anch’io. Potrei manipolare i tuoi succhi gastrici e procurarti un’ulcera entro domattina. Solo che questo è il tuo corpo quanto il mio: non ci guadagno niente a danneggiarti.
Tuttavia puoi causarmi molto dolore.
…Senz’altro. Potrei farti vedere i sorci verdi, Macy. Cosa ne diresti di un mal di denti ventiquattro su ventiquattro? Ma niente che un dentista potrebbe curare, solo la sensazione del dolore. Che ne diresti di un’eiaculazione precoce ogni volta? Oppure un circuito chiuso nel tuo sistema uditivo, che ti fa sentire ogni cosa due volte con un ritardo di mezzo secondo? Potrei renderti la vita un’inferno. Ma non sono un sadico. Non ho risentimenti verso di te. Rivoglio semplicemente indietro il mio corpo. Spero ancora che riusciremo a trovare una soluzione amichevole, senza bisogno che applichi pressioni drastiche.