Non ricominciamo questo discorso. Macy allungò una mano per prendere il bourbon. Vorrei sapere qualcosa di più su di te. Come te la cavi lì dentro? Riesci veramente a vedere l’interno del mio cervello?
…Vederlo? I neuroni, le sinapsi, le cellule cerebrali? Non materialmente. Solo in senso metaforico. Posso formarmi mentalmente degli equivalenti esatti, come per esempio me stesso nelle vesti di un polipo in miniatura, mi segui? Ma non vedo veramente. È difficile da spiegare. Sono consapevole di cose, strutture, forme, ma semplicemente non posso comunicare questa consapevolezza a qualcuno che non sia stato dentro, come me. Non dimenticarti che io non ho un’esistenza organica. Non sono un grumo solido sotto la tua calotta cranica, una specie di tumore. Sono solo una rete di impulsi elettrochimici, e percepisco le cose in maniera diversa.
Ma non siamo noi tutti una rete di impulsi elettrochimici? Cosa sono io se non questo?
…Vero. Eccetto che tu sei collegato a questo cervello in tanti punti che non hai alcuna consapevolezza di te stesso come qualcosa di distinto dagli organi attraverso cui percepisci le cose. Io sì. Sono dissociato e disincarnato. Vedo la mia esistenza come qualcosa di separato dall’esistenza di questo cervello, attraverso cui ricevo vari impulsi sensoriali quando li cerco, e attraverso cui posso forzare un output, se mi do da fare. È strano, Macy, è una situazione schifosa, e non mi piace per niente. Ma non riesco a ottenere un collegamento effettivo, perché tu mi intralci in troppi posti, sei trincerato troppo profondamente per farti sloggiare.
Cosa possiamo fare allora?
…Continuare a darci fastidio a vicenda, suppongo.
Un quarto alle nove. Dovrei davvero cercare Lissa, in qualche maniera, andare nel suo appartamento, chiedere alla polizia di investigare. Ma non ne ho molta voglia, adesso. Magari tornerà fra poco. Una lunga passeggiata in una serata di primavera, tornerà prima che faccia buio.
…Sei innamorato di lei, vero Macy?
Non credo. Una certa attrazione fisica, non lo nego. E una specie di solidarietà fra handicappati… lei ha i suoi guai, io ho i miei, dobbiamo darci una mano a vicenda, cose del genere. Ma non amore. Non la conosco così bene. Non conosco bene neanche me stesso. Non mi faccio illusioni: manco di esperienza, sono emotivamente immaturo, sono appena venuto al mondo.
…E sei innamorato di lei.
Definisci meglio il termine.
…Risparmiami queste stronzate da studentello. Sai cosa voglio dire. Lascia che ti racconti alcune cose sulla tua Lissa, cose che uno immaturo come tu dici di essere forse non avrà notato.
Parla.
…È completamente egoista. Esiste solo per il beneficio di Lissa Moore. Una troia, una strega, una fica ambulante, una divoratrice di forza vitale. Cercherà di risucchiare la tua vitalità. Ha cercato di farlo con me, sperando di appropriarsi di un po’ del mio talento. Dovevo combattere sempre con lei. La tenevo a bada abbastanza bene. Anche se credo che quella sua ESP mi abbia in qualche modo infettato, provocando il mio crollo. Non me ne sono reso conto mentre stava succedendo, Macy; mi è venuto in mente più tardi; mi si era abbarbicata, incasinandomi la mente, rubandomi la forza, spingendomi fino a una qualche sorta di baratro. E dopo un anno circa ci sono caduto dentro. Non le ci vorrà tanto con te. Ti spremerà nel giro di un mese.
La fai sembrare un mostro. Ma mi sembra un mostro terribilmente patetico, Hamlin.
…Perché l’hai conosciuta solo nel momento in cui era nei guai. Questa sua ESP, credi che sia un incidente? Qualcosa che le è venuto, come il morbillo? È la sua fame insaziabile. Di usare gli altri, divorare gli altri, prosciugare gli altri, inghiottire gli altri. Che alla fine le è sfuggita di mano. Adesso prosciuga automaticamente, attira impulsi da tutte le parti, più di quanto la sua mente riesca a sopportare, e la sta uccidendo. La sta bruciando. Ma se l’è cercato.
Sei molto duro.
…Soltanto realistico. Non ho mai conosciuto una donna che non fosse una qualche sorta di vampiro, e Lissa è quella più pericolosa che abbia mai conosciuto. Una figa è una figa. Un piccolo groviglio di ambizioni. Ci sono cascato, per un po’. E mi ha rovinato, Macy, mi ha esaurito.
Credo che la tua visione delle donne sia distorta.
…Forse sì, forse no. Ma almeno me la sono formata onestamente. Vivendo. Attraverso l’esperienza. Tirando le mie conclusioni. Non mi sono formato le mie idee per interposta persona. Non mi sono state inculcate al Centro Riab.
Sia pure. Ma ciò non rende le tue idee più giuste delle mie.
…Come preferisci. Volevo solo metterti in guardia.
Sono sorpreso per la differenza fra le immagini che ci facciamo di lei. Tu la vedi come una saccheggiatrice, un vampiro, una bevitrice di anime. La mia impressione è esattamente l’opposta: che sia una ragazza debole, passiva, bisognosa di aiuto, terrorizzata dal mondo. Come possono essere riconciliate?
…Non è necessario che lo siano. Perché l’immagine che io mi faccio di lei non dovrebbe essere diversa dalla tua? Io sono diverso da te. Noi siamo due persone molto diverse.
E se un estraneo dovesse dare una definizione di Lissa basata su quanto noi abbiamo detto?
…Dovrebbe operare delle compensazioni di parallasse, per riconciliare le nostre diverse prospettive.
Ma qual è la vera Lissa? La tua o la mia?
…Entrambe. Lei può essere debole e passiva, e tuttavia anche un mostro e un vampiro.
Ma tu credi che lei cerchi deliberatamente di prosciugare la vitalità delle persone?
…Non è detto che lo faccia deliberatamente, Macy. Forse non si rende neppure conto di quello che fa. Sono sicuro che non se ne è resa conto fino a quando i suoi impulsi non sono diventati troppo intensi per controllarli. Era soltanto una cosa che aveva, una cosa telepatica, un bisogno, una fame. Che ha come effetto collaterale quello di distruggere la gente che veniva in contatto con lei.
Non ho la sensazione che mi abbia distrutto.
…Te la lascio tutta, amico.
Le dieci meno venti. Un altro bicchierino di bourbon. Liscio come l’olio. Un’altra Acapulco Special, lunga e gustosa, nel nuovissimo formato con filtro a ioni negativi. Una piacevole sonnolenza. Forse il corpo smembrato di Lissa è stato ormai sparso nei sei distretti della città. Gli sembra lontana e irreale. Durante gli ultimi dieci minuti si è lasciato scivolare in una disposizione di intensa nostalgia. Una curiosa nostalgia, per la vita che non ha mai vissuto. Meditando sui frammenti di esperienza di Hamlin che sono filtrati in lui attraverso i confini che separano le loro identità. E un desiderio di saperne di più.
Hamlin?
…Sì?
Sarebbe molto difficile integrare interamente i nostri archivi di memorie?
…Non ti seguo. Cosa vuoi dire?
In maniera che io possa avere accesso a tutto quello che ricordi tu, e tu a tutto quello che è successo a me.
…Immagino che non sarebbe difficile.
Io ci sto, se tu ci stai.
…Significherebbe una mescolanza di identità. Non sapremmo più dove finisce uno di noi e dove comincia l’altro. Dopo un po’ ci fonderemmo. Francamente, ti spazzerei via.
Credi?
…Ci sono buone probabilità.
Cosa te lo fa pensare?
…Perché io porterei nella fusione trentacinque anni di esperienza autentica. I tuoi trentacinque anni di ricordi sintetici si sovrapporrebbero come una pellicola di polvere, e dopo un po’ la spazzerei via, lasciando la mia vita vera fusa con i tuoi quattro anni al Centro Riab, con qualche interpolazione dalla tua esistenza artificiale a colorare i ricordi delle cose che ho veramente fatto. Ne emergerebbe un Nat Hamlin in parte inquinato da Paul Macy. È questo che vuoi? Io ci sto, Macy.