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Non intendevo una unione così completa. Soltanto uno scambio di banchi memoria.

…Io ho già accesso a quanto ti ha fornito il Centro Riab, per quello che mi può servire.

Ma io non ho alcun accesso al tuo passato, a parte alcune cose che mi sono arrivate mentre ero addormentato. E voglio sapere di più.

…Perché?

Perché sto cominciando a riconoscerti come la mia identità. Perché mi sento escluso da me stesso. Voglio sapere cosa faceva questo corpo, dove ha viaggiato, cosa mangiava, con chi dormiva, cosa significava essere uno psicoscultore. È una necessità che ho sentito crescere nelle ultime due ore. O forse da più tempo. È frustrante sapere di essere stato qualcuno importante, un artista, ed essere completamente tagliato fuori dalla sua vita.

…Ma tu non sei mai stato qualcuno importante, Macy. Io lo ero. Tu non eri nessuno. Il sogno sconcio di un dottore Riab.

Non occorre rigirare il coltello nella piaga.

…Lo ammetti?

Non ho mai negato di essere una costruzione artificiale, Hamlin.

…Allora perché non ti fai da parte e mi lasci usare il tuo corpo?

Te l’ho detto e ripetuto. Il mio passato può anche essere una finzione, ma il mio presente è maledettamente reale, e non intendo rinunciarci.

…Perciò vuoi aggiungere il mio passato al tuo, per dargli una dimensione di realtà. Vuoi continuare a essere Paul Macy, ma vuoi potere pensare che eri anche Nat Hamlin?

Qualcosa del genere.

…Col cazzo, Macy. I miei ricordi sono proprietà personale. Sono tutto quello che ho. Perché dovrei permetterti di ficcarci il naso? Perché dovrei aiutarti a farti sentire più reale?

Le dieci e un quarto. Che silenzio a quest’ora. Non ho cenato, e neanche me ne sono accorto. Ho sonno. Telefonare alla polizia? Domani, forse. Deve essere tornata a casa sua. Mmmm. Mmmmmm.

…Ho una nuova proposta da farti.

Eh? Huh?

…Sveglia, Macy.

Che c’è?

…Voglio parlarti. Stavi sonnecchiando.

Okay. Parla, ti ascolto.

…Facciamo un accordo. Dividiamoci il corpo alternativamente. Prima lo comandi tu, poi io, poi tu ancora, poi io ancora, e così via. Sotto l’identità di Paul Macy, naturalmente, per non avere difficoltà legali.

Vuoi dire che ci scambiamo posto ogni giorno? Lunedì, mercoledì, venerdì tocca a me, martedì, giovedì, sabato a te, e domenica facciamo conversazione?

…Non esattamente. Tu hai bisogno del corpo quattro giorni alla settimana per il lavoro, giusto? In questi quattro giorni è tuo. Il sabato, la domenica e le vacanze è mio. La sera dei giorni feriali ce lo dividiamo in maniera da averlo un po’ per uno. Possiamo trovare degli accordi per scambiarci il tempo in caso di necessità particolari.

Non vedo perché dovrei darti alcun tempo, Hamlin. Il tribunale ha concesso il tuo corpo a me.

…Ma io ci sono ancora dentro. E sono pronto a darti una montagna di fastidi se non mi permetti di prendere il controllo per un po’ di tempo.

Vuoi che ti ceda metà della mia vita con le minacce.

…Voglio che tu sia sensato e collabori, ecco tutto. Puoi andare avanti tranquillamente se comincio a farti degli scherzi al sistema nervoso? Ti piace essere tormentato? Posso renderti la vita un inferno, Macy. E quanto a me? Devo essere condannato a restare rinchiuso qui dentro, con i miei doni? Ascolta, anche se controlli il corpo per metà del tempo, sono sempre tre giorni e mezzo la settimana più di quanto il fato avesse stabilito. Secondo giustizia non dovresti affatto essere qui. Dunque perché non accettare un ragionevole compromesso? Per metà del tempo sarai te stesso, e potrai fare qualsiasi fottuta cosa ti piacerà. Per l’altra metà rinuncerai alla tua autonomia e ti limiterai a fare da spettatore, mentre io mi occupo dei miei affari. Scolpire, scopare, mangiare, quello che ho voglia di fare. Entrambi ne trarremmo vantaggio. Io potrò vivere ancora, in parte, e tu sarai libero dal fastidio di avermi continuamente fra i piedi.

Be’…

…Un altro incentivo. Ti darò libero accesso al mio patrimonio di ricordi. Quello che mi chiedevi poco fa. Potrai scoprire chi eri veramente, prima di essere te stesso.

Vade retro, Satana!

…Mi vuoi dire cosa non ti va in questo maledetto affare?

Niente. Solo che mi tenta troppo, ecco tutto.

…E allora perché non accetti?

Un momento di inquietudine, mentre soppesava i pro e i contro, meditava, rimuginava. Sbatteva un sacco le palpebre. Consapevole di avere la testa troppo annebbiata per un negoziato così pericoloso. Perché cedere un pezzo della sua vita a un criminale condannato? Non era meglio combattere, cercare di espellere definitivamente Hamlin, spezzare la sua presa una volta per tutte? Forse non posso. Forse quando arriverà il momento decisivo, sarà lui a espellermi. Forse è più sensato accettare un condominio. Però… un’improvvisa ondata di sospetto…

Come si potrebbe mettere in atto questo scambio?

…Facile. Io penetro nel sistema limbale. Lo sai cos’è? È fra le pieghe più profonde. Controlla la ghiandola pituitaria, il sistema olfattorio, e un sacco di altre cose, la pressione del sangue, la digestione, eccetera. È anche la sede dell’io, per quel che ne capisco. E molto ben sorvegliato, che tu lo sappia o no. C’è una parete di energia elettrica che lo chiude. Ma potrei penetrare attraverso il talamo, invertire la polarità… se cooperiamo sarebbe una faccenda di pochi secondi, e avremmo il nostro cambio di identità… ho già studiato il meccanismo, so dove sono i punti critici su cui agire…

D’accordo. Diciamo che io coopero, e tu prendi il sopravvento. Come faccio a essere sicuro che mi lasceresti tornare al posto di comando, una volta finito il tuo tempo?

…Be’, se non lo facessi tu potresti rivolgermi le stesse minacce che io ho rivolto a te! La situazione sarebbe invertita. Potresti giocare brutti scherzi al mio cuore, alla mia vita sessuale… impareresti subito i collegamenti giusti, Macy, non sei stupido…

Non sono convinto che tu mi dica la verità. Forse avresti un vantaggio naturale, perché in origine era il tuo corpo. Forse se ne riprendessi il controllo, potresti eliminarmi per sempre.

…Sei proprio un bastardo diffidente.

È in gioco la mia vita.

…Tutto quello che posso dirti è che devi avere più fiducia nelle mie buone intenzioni.

E come faccio?

…Senti, mi aprirò a te completamente per un minuto. Ti permetterò di penetrare nella mia personalità, senza difese. Frugami dentro, valuta le mie intenzioni… le vedrai proprio di fronte a te. E decidi se puoi fidarti di me o no. D’accordo?

D’accordo. Ma niente trucchi.

…Sto denudando la mia anima, e lui è ancora pieno di sospetti…

D’accordo, ti ho detto. Come si fa?

…Per prima cosa qualche piccola regolazione elettrica nel corpus callosum…

Strane sensazioni lungo la nuca. Pizzicore, formicolio, un lieve irrigidimento della pelle. Non del tutto fastidioso; anzi, una sensazione quasi piacevole. Dita invisibili che gli accarezzavano i lobi del cervello, le prominenze e i corrugamenti. Un formicolio all’interno del cranio. Del muschio cominciò a crescere fra le frastagliate creste craniali e le morbide pieghe cerebrali sottostanti. E il colare di liquidi caldi. Pulsazioni. Una meravigliosa sensazione di sonnolenza. La passività, sì, che cosa splendida la passività. Ci stiamo fondendo. Stiamo aprendo le porte. Come ho potuto pensare che un essere umano così ammirevole volesse farmi del male? Ora che la sua anima è spalancata. Le sue montagne e le sue vallate. Le sue esaltazioni e depressioni. Le sue brame e le sue paure. Vedi, vedi, sono umano quanto te! E desidero. E lamento. Vieni, lascia che ti avvolga. Vieni. Metti da parte questa indegna sfiducia. Apriti. Apriti. Apriti. Immerso nel caldo fiume. Cullato dalle placide onde. Tic. Toc. Tic. Toc. Così ci uniamo. Evitando ogni frizione. La totale lubrificazione dell’universo. E ci dissolviamo l’uno nell’altro. Ci dissolviamo.