Macy mandò un filamento di se stesso lungo uno stretto e umido corridoio e trovò, al termine di questo, una parete rosa pulsante, su cui era montata una piastra dorata, a nido d’ape. La punta del filamento si insinuò in una delle aperture del nido, e ne risultò una piccola esplosione di luce. Un progresso, no? Adesso dividiamo il filamento e infiliamo un’estremità qui, e una qui, e una qui. Luce luce e luce. Perbacco! Abbiamo un input! Un luminoso grappolo di dati sensoriali. Finora quello che arriva è indifferenziato; potrebbe essere vista, suono, tocco, odorato, qualsiasi cosa. Ma almeno c’è un input. Proseguiamo. Macy prova instancabile. Cercando nuove vie di esplorazione. Altri alveari; altri filamenti che si suddividono e scivolano nelle fessure; altri lampi di luce.
Riuscirò a ricavarne un qualche senso? Stai cercando di intercettare un’immagine televisiva, e riesci a metterti in contatto solo con fosfori sparsi, un punto qui e un punto là. Piccole esplosioni di informazione, troppo poche per capire qualcosa. Non ancora. Ma nessuno ti fa fretta. Non hai consapevolezza dello scorrere del tempo. Ci vorrà un’ora, un minuto, un secolo, un anno. Prima o poi avrai un buon allacciamento. È solo questione di… Cos’è stato? Un lampo di coerenza! È durato un attimo, ma è stata un’immagine totale. Uditiva? Visiva? Ancora non puoi dirlo, ma sai di aver avuto tutte le informazioni, anche se non sei stato in grado di interpretarle. È stata come una frase completa: soggetto, predicato, avverbi, aggettivi, articoli, punteggiatura, proposizioni dipendenti, che Hamlin ha letto o detto ad alta voce. Oppure un’inquadratura completa tratta dalla riserva ottica di Hamlin, della durata di un quindicesimo di secondo. Oppure, una lancia di pensiero astratto che ha attraversato la coscienza di Hamlin da nord-ovest a sud-est. Adesso cerchiamo di correlare questi impulsi casuali con la nostra riserva di dati. Per fare una valutazione. Per interpretare. Per distinguere la vista dal suono dalla cognizione. Così. E così. Stendiamo il nostro filo del telegrafo attraverso chilometri e chilometri di sabbia del deserto, e alla fine ci trasmette dei messaggi.
Del tipo:
Sensazione di movimento. Sobbalzo sobbalzo sobbalzo passo passo passo. Hamlin sta andando da qualche parte.
Senso della posizione. Hamlin è in piedi.
Sensazione di attività muscolare. Anche e cosce in azione, piante dei piedi che colpiscono il pavimento. Hamlin sta camminando.
Sensazione dell’ambiente. Luce intensa. Sole? Calore e umidità. Mattina? Una mattina d’estate? Rumori della strada? Sta camminando lungo una strada.
Sensazioni visive, che si mettono a fuoco a scatti, adesso chiare. Uffici, pedoni, veicoli. Una strada nella Manhattan Vecchia?
Come se fosse seduto sulla schiena di Hamlin, le gambe attorno al collo, Macy avvertì una fitta intensa di discontinuità per l’assenza di un’adeguata transizione. Nel momento in cui aveva perso conoscenza, quel corpo era impegnato in una lotta con un assalitore sconosciuto, in un quartiere malfamato, di sera tardi. Adesso stava camminando lungo una strada affollata. Di giorno. Quanto tempo era passato? Qual era stato il risultato della lotta? Quali ferite aveva riportato il corpo? Dove sta andando adesso Hamlin? Nessuna di queste cose poteva essere facilmente determinata con le risorse attualmente a disposizione di Macy. Ma uno può sempre provare a migliorare le sue risorse.
Il logico passo successivo, si disse Macy, è di collegarsi alla coscienza di Hamlin. Per poter sapere cosa pensa, e magari ostacolarlo, se non controllarlo del tutto. Un tentacolo nella corteccia cerebrale. Ma dov’è la corteccia cerebrale? Macy poté soltanto ripetere la sua tattica precedente, provando qua e là a casaccio. Ma non ebbe alcuna fortuna. Impossibile trovare un appiglio per penetrare nell’attività cerebrale di Hamlin. Gli sforzi di Macy riescono solo a fornirgli l’accesso alle regioni dove sono immagazzinati i ricordi di Hamlin, torbidi strati di antichi eventi. Attraverso lo schermo della coscienza di Macy filtrò una nuvola di melmose particelle di esperienza: una miscellanea di stupri, seduzioni, trionfi artistici, decisioni di investimenti, traumi d’infanzia e indignazioni, oleosamente fluttuanti. Mentre gli input sensoriali continuavano a mostrare Hamlin che camminava spavaldamente lungo la strada soleggiata.
Adesso, per la prima volta, Macy ebbe un momento di disperazione. Un senso di desolazione. La consapevolezza della realtà di quella irreale prigionia. L’ammissione della sconfitta, definitiva e inevitabile. C’era da aspettarselo che mi avrebbe catturato e rinchiuso qui. Una personalità più forte della mia. Più determinata. Ha vissuto trentacinque anni, io solo quattro. Una mentalità criminale, per di più. Sa come difendersi. Io non riuscirò mai a incastrarlo come lui ha fatto con me. Non uscirò mai di qui.
Ma mentre si commiserava, Macy automaticamente continuava a cercare il posto giusto dove innestarsi, provando questo e quello e quest’altro, infilandosi in un vicolo cieco dopo l’altro, andando a sbattere contro muri e ritirandosi per provare ancora. E d’improvviso arrivò il contatto, il cavo che cercava, da cui fluì una corrente che lo scaraventò a terra, lo stordì, lo lasciò senza fiato, ma alla fin fine lo riempì di soddisfazione: il puro succo, il flusso libero, il vigoroso amperaggio dell’anima senza vincoli di Nat Hamlin.
Per prima cosa devo vedere Gargantua quasi arrivato ancora dieci minuti scoprire come va il mercato i miei prezzi oggi devono essere saliti un sacco scommetto credono che sono morto quei fottuti basta Hamlin perciò raddoppiamo il prezzo ogni settimana be’ perché no perché no perché no poi allo studio tutto chiuso scommetto solo per dare un’occhiata naturalmente dovrò far finta di essere Macy questo mi darà qualche problema non potrò neanche dire subito la verità a Gargan anche se gli farò alcuni accenni quella fottuta massa di lardo è astuta è astuta lo capirà non dirà una parola qualche dollaro anche per lui puoi scommetterci il culo poi allo studio un viaggio sentimentale voglio dire ho bisogno di andarci come a un santuario il mio santuario come come tutto polveroso scommetto gli Ostrogoti e i Vandali fottuti fottuti entrano dappertutto magari io non ero un tipo molto raccomandabile ma ho sempre avuto rispetto per la proprietà tranne naturalmente tutte quelle fighe se si può considerare la figa una proprietà e comunque ero matto allora molto meglio adesso purificato dalle avversità la mente chiara alla fine mi sono liberato di Macy l’ho ficcato dove si merita povero stronzo nessuna personalità solo una costruzione artificiale un uomo di plastica be’ non era colpa sua ma neanche mia la sopravvivenza del più adatto capisci Darwin non era scemo poi andrò a trovare Noreen per amore dei vecchi tempi dovrò stare molto attento con lei quella troia è perfettamente capace di denunciarmi ma forse no dopo tutto nessuno nella vita glielo ha mai dato come me anche se verso la fine ci siamo allontanati un po’ comunque questo fa parte dei rischi normali del matrimonio specialmente quando una sposa un genio ufficialmente accreditato un membro della élite internazionale degli artisti l’alta intensità qualche volta trabocca sooo quasi arrivato da Gargantua credo a meno che non abbia spostato la galleria quattro anni merda l’intero merdoso universo cambia in quattro anni ogni cellula nel corpo viene sostituita non è vero o sooo sette anni comunque non siamo più gli stessi e Gargan probabilmente vende la sua paccottiglia a Philadelphia adesso Chicago Karachi chi sa ma lo scopriremo subito Dio è bellissimo solo camminare per strada di nuovo respirare l’aria tirare indietro le spalle e questa notte troveremo qualche buco amico per infilarci l’uccello sì quattro anni senza una pollastra è un bel pezzo per un uomo delle mie qualità artistiche e fisiche be’ forse a Darien troverò Noreen disposta o una delle altre Dio quella Lissa scommetto che lo farebbe lo farebbe con chiunque lo faccia anche con Macy crede di scopare me naturalmente ma non la voglio non voglio vederla neanche a milioni di chilometri di distanza troppo pericolosa che botta in testa mi ha dato quella volta non la voglio più mai mai più chissà che genere di opere produrrò non appena sarò tornato in piena attività meglio che sia buona se non posso mantenere la qualità tanto vale restituire il corpo a Macy ma credo che mi riprenderò in breve farò qualche pezzo piccolo all’inizio per recuperare il controllo della prospettiva la prospettiva del controllo poi vedremo comunque la cosa importante è che sono tornato