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— Paul Macy.

— Paul Macy. — Dubbiosamente. — Paul Macy? Oh, mio Dio! Mio Dio, non avrebbe dovuto venire qui!

— La prego — disse Hamlin. — Solo pochi minuti. Per parlare.

Un momento di ronzio vuoto dall’intercom. Poi, con esitazione: — E va bene. D’accordo. Anche se probabilmente è un grosso errore. — Ancora due momenti; poi la porta cominciò ad aprirsi. Nello stesso istante la mano sinistra di Hamlin si alzò verso la gola. Con lo scopo, intuì Macy, di strapparsi il distintivo Riab dai vestiti. Macy bloccò il tentativo con un deciso diretto neurale, la cui precisione sorprese lui stesso; Hamlin, bloccato a metà del movimento, si irrigidì e lasciò cadere il braccio lungo il fianco, mentre lanciava a Macy una furibonda, silenziosa imprecazione. La porta era aperta. Incorniciata nell’ingresso a volta c’era una donna di portamento e bellezza straordinari. Alta fin quasi alle sue spalle, ma esile, con ossa sottili e una faccia dai lineamenti minuti e delicati, vivaci occhi ironici, capelli neri e lucidi che le cadevano copiosi sulle spalle, labbra piene, sardoniche, mento forte, collo lungo. Un’aristocratica. Paul le diede trenta o trentadue anni. Si teneva bene.

— Perché è venuto qui? — chiese.

— Per vederti, Noreen.

— Noreen? — Le labbra ebbero una smorfia di fastidio. — Siamo in tali rapporti da darci del tu?

— Le formalità sono sciocche. Eravamo sposati un tempo — disse Hamlin.

— Io ero sposata con Nathaniel Hamlin. Che Dio mi aiuti. — Guardò ostentatamente il distintivo Riab. — Il suo nome è Paul Macy, e io ho una sfilza di cubi-memoria in casa contenenti i documenti che indicano come Paul Macy non sia in alcun modo un erede o un assegnatario del defunto Nat Hamlin. Io non la conosco. Non l’ho mai conosciuta.

— Non esserne tanto sicura. Non mi fai entrare?

— Mio marito non è in casa.

— E allora? Sono una specie di animale feroce? Sono addomesticato, Noreen. Puoi farmi entrare.

La sua invisibile scrollata di spalle fu inequivocabile. Un rapido cenno col capo, di malavoglia.

La casa era piccola, ma arredata in maniera elegante e costosa. Lo sguardo di Hamlin passò rapidamente in rassegna le pareti, notando un paio di maschere da incubo della Nuova Guinea, una statuina africana, un dipinto sconcertante a forma di tesseract, e tre magnifici piccoli cristallini. A Macy sarebbe piaciuto soffermarsi a studiare il tesseract, ma era prigioniero degli occhi di Hamlin, e Hamlin continuò a guardarsi intorno finché non trovò uno dei suoi lavori, uno squisito ritratto di Noreen rifinito a porcellana, a metà della grandezza naturale, nuda. Piccoli seni alti, vita sottile, e, proveniente dalla nuvola di altoparlanti sospesi fra i capelli scuri, un rombo a cento cicli, minacciosamente sensuale, che reagiva all’osservatore. Hamlin si voltò da Noreen a Noreen. — Mi chiedevo se l’avessi conservata — disse.

— Perché non avrei dovuto? È stupenda. — Delle nubi attraversarono la sua faccia. — La ricordi?

— Ricordo un sacco di cose.

— Ma la Riab…

— Lasciamo perdere. Chi è il tuo nuovo marito?

— Sy Krafft. Non credo che lo conoscessi. — Pausa. Come se stesse riandando indietro con il nastro della conversazione, per correggerlo. — Non credo che Hamlin lo conoscesse. Fa spettacoli sospesi. Una persona affascinante e colta. — Un’altra pausa. — Come ha fatto a trovarmi?

— Sono andato alla vecchia casa. La nuova proprietaria mi ha dato il tuo nome e indirizzo.

— Il Centro Riab mi aveva assicurato che non sarei mai stata disturbata da lei.

— Ti sto disturbando?

— Lei è qui — disse lei. — Tanto basta. Che cosa desidera da me, signor Macy?

— Non chiamarmi Macy. Lo sai chi sono.

Lei si ritrasse, con molta abilità, in maniera che sembrò solo muoversi per la stanza, senza indietreggiare. Sembrava un uccello che stesse preparandosi a prendere il volo. — Non mi sarei mai aspettata una cosa del genere. Mi avevano assicurato che te n’eri andato per sempre.

— Hanno fatto un errore.

— Il Riab non fa errori. Ho visto il tuo corpo dopo che ti hanno bruciato la mente. No. Tu non sei Nat. Lei è Macy, quello nuovo, e sta cercando di prendermi in giro, e le assicuro che non è per niente divertente.

— Io sono Nat Hamlin. Il suo fantasma cammina sulla terra.

— Lei è Paul Macy.

— Hamlin.

— Non può essere.

— Sei così fottutamente bella, Noreen. Sono passati cinque anni, e non sei cambiata per niente. Mi diventa duro solo a stare nella stessa stanza con te. Fai ancora film?

— Credo sia ora che lei se ne vada.

— Mi ami ancora, vero? Lo so, lo so, ti senti a disagio ad avermi qui, sei tesa e nervosa perché pensi che il signor Sy Krafft possa capitare da un momento all’altro, ma mi desideri come sempre. Potrei provartelo. Potrei metterti la mano fra le gambe e me la ritroverei umida. È sempre stato facile per me sentire l’odore di una donna in calore, Noreen.

— Lei è pazzo, chiunque sia. Voglio che se ne vada.

— E anch’io ti amo, ancora più di prima. Ascolta, non recitare con me, non raccontarmi stronzate del tipo voglio-che-se-ne-vada. Io sono tornato, Noreen. Non chiedermi come ci sono riuscito. Sono tornato. Continuerò sotto il nome di Macy, ma sono io, il vero io qui dentro, e presto ricomincerò a lavorare. Ho già visto Gargantua. Mi ha fatto un contratto, mi darà i soldi per aprire uno studio. Con molta discrezione, mi rimetterò nel giro. Basta stupri. Niente del genere. Sarò tranquillo e borghese. Il signor Paul Macy, il signor Nessuno, solo che sotto sarò Nat Hamlin. E tu mi verrai a trovare, vero?

— Ti verrò a trovare in prigione, sì.

— Mi verrai a trovare nel mio studio. Ci siederemo e parleremo di come siamo stati bene ai vecchi tempi, prima che io mandassi tutto a monte. Ricordi il ’02 e il ’03, quando avevamo appena cominciato? Sdraiati sulla spiaggia di Antigua, e non potevamo staccarci l’uno dall’altra, l’abbiamo fatto proprio lì. Ti si era infilata la sabbia nella topina, ricordi Noreen? Quello non ti era piaciuto molto, ma ci andavi matta lo stesso. Poi. Le altre volte. Le ho tutte qui in testa. Mi hanno conciato per le feste, al Riab, ma non mi hanno distrutto. Ci hanno provato davvero, ma non mi hanno distrutto. — Fece un passo verso di lei. La gola secca, le punte delle dita fredde. Gli stava diventando sempre più duro. — Non avere paura di me. Ti amo. Ti amo. Non ti farei mai del male. Smettila di indietreggiare. Ascolta, rimarrà il nostro segreto, tu e io; tutti quanti penseranno che io sia Macy, e tu potrai continuare a essere la signora Krafft, a tenerti questa bella casetta, i bambini… hai bambini?… tutto quello che vuoi, soltanto in privato saremo ancora tu e io, Nat e Noreen, al mio studio.

"Ti farò un altro nudo. A grandezza naturale. Sarà migliore dell’Antigone. Ti ricordi quanto ti sei arrabbiata perché avevo usato Lissa per l’Antigone invece di te? Ma allora cominciavamo a essere in rotta. Non sapevo cosa era bene per me. Ho dovuto andare all’inferno per scoprirlo. Ma adesso poserai tu. Cazzo, posso già immaginarlo. Tu laggiù. Con quelle tue piccole tettine deliziose. Dieci elettrodi su di te. E io ai comandi, che sudo come un maiale. Che rendo immortale il tuo corpo e la tua anima. Un’ora per lavorare, un’ora per scopare, un’ora per lavorare, un’ora per scopare. Oh, Gesù, Noreen, smettila di guardarmi in quel modo!"

— Chiamerò la polizia. Quando ti prenderanno, Nat, la faranno finita con te una volta per tutte. Non ti manderanno neppure alla Riab. Ti faranno a pezzettini e basta Nat Hamlin.