Raggruppate a un’estremità del cortile, la piccola Merilille Ceandevin e altre quattro Aes Sedai guardavano anche loro le Cercavento, per lo più con un fastidio malcelato dietro la fredda serenità. Anche la magra Vandene Namelle dai capelli bianchi e Adeleas, sua immagine speculare nonché sorella-prima, erano irritate, loro che di solito sembravano ancor più imperturbabili delle altre. Di tanto in tanto una o l’altra si aggiustavano il sottile mantello di lino o lisciavano le gonne divise. Le improvvise raffiche di vento alzavano un po’ di polvere e agitavano i mantelli dai colori cangianti dei cinque Custodi sistemati alle spalle delle Aes Sedai, ma ad agitare le loro mani era invece un evidente nervosismo. Solo Sareitha, che faceva la guardia a un grosso pacco bianco dalla forma ovale, non si contorceva, ma era accigliata. La... cameriera... di Merilille, Pol, stava dietro di loro con espressione torva. Le Aes Sedai disapprovavano caldamente l’accordo che aveva fatto scendere gli Atha’an Miere dalle loro navi e aveva dato loro il permesso di fissare le stesse Aes Sedai con imperiosa impazienza, ma proprio quell’accordo teneva ferme le lingue delle sorelle e le costringeva a tenere per sé qualsiasi commento irritato. Tentavano di nascondere il loro nervosismo, e forse un abitante delle terre bagnate ci sarebbe anche cascato. Il terzo gruppo di donne, rannicchiate dalla parte opposta del cortile, attirava i loro sguardi quasi quanto le Cercavento.
Reanne Corly e le altre dieci sopravvissute del Circolo della Maglia della Famiglia si agitavano a disagio sotto quell’esame pieno di disapprovazione, si asciugavano i volti sudati con fazzoletti ricamati, sistemavano gli ampi cappelli di paglia dai tanti colori, lisciavano le semplici gonne di lana rialzata su un lato a mostrare strati di sottovesti dalle tinte accese come quelle degli abiti del Popolo del Mare. Se spostavano di continuo il peso del corpo da un piede all’altro era in parte per gli sguardi fissi delle Aes Sedai, in parte per la paura dei Reietti e del gholam e in parte per altri motivi ancora. Già le scollature strette e profonde dei loro vestiti sarebbero state un motivo sufficiente per una tale inquietudine. Quelle donne mostravano quasi tutte più di una ruga in viso, eppure sembravano ragazzine appena colte con le mani piene di burro di arachidi rubato. Tutte tranne la grossa Sumeko che, coi pugni piantati sui fianchi larghi, ricambiava gli sguardi delle Aes Sedai. Il bagliore di saidar circondava anche una di quel gruppo, Kirstian, che continuava a guardarsi alle spalle. Il volto pallido forse di dieci anni più vecchio di quello di Nynaeve, sembrava fuori posto in mezzo alle altre, e impallidiva sempre più ogni volta che i suoi occhi neri incontravano quelli di un’Aes Sedai.
Nynaeve raggiunse in tutta fretta le donne che guidavano la Famiglia, il volto raggiante di incoraggiamento, e Reanne e le altre sorrisero con visibile sollievo. Un sollievo un po’ attenuato dalle occhiate che lanciavano a Lan: guardavano il Custode come se fosse davvero il lupo che in alcuni momenti sembrava. Era grazie a Nynaeve, in ogni caso, che Sumeko non sobbalzava come le altre ogni volta che un’Aes Sedai si girava verso di lei.
Nynaeve si era impegnata a insegnare a quelle donne a comportarsi con coraggio, anche se Aviendha non capiva bene perché. In fondo, anche Nynaeve era un’Aes Sedai. Nessuna Sapiente avrebbe mai detto a qualcuno di opporsi duramente alle Sapienti.
Per quanto bene quegli insegnamenti stessero funzionando riguardo alle altre Aes Sedai, persino Sumeko aveva un’aria leggermente servile quando guardava Nynaeve. Per il Circolo della Maglia era quanto meno strano che donne giovani come Elayne e Nynaeve dessero ordini alle altre Aes Sedai.
Anche Aviendha lo trovava bizzarro: com’era possibile che la forza nel Potere, qualcosa che si ereditava alla nascita come il colore degli occhi, avesse più peso dell’onore conquistato con gli anni? Eppure le Aes Sedai più anziane obbedivano alle sue due amiche, e per le donne della Famiglia questo era sufficiente. Ieine, alta quasi quanto Aviendha e scura quasi come gli Atha’an Miere, reagiva a ogni occhiata di Nynaeve con un sorriso ossequioso, mentre Dimana, i capelli rossi striati di bianco, chinava sempre il capo, e la bionda Sibella ridacchiava nascondendosi la bocca con una mano. Nonostante gli abiti nello stile di Ebou Dar, solo la magra Tamarla dalla pelle olivastra era dell’Altara, ma non di quella città.
Non appena arrivò Nynaeve, le altre si separarono mostrando una donna in ginocchio, con le braccia legate dietro la schiena, un cappuccio di cuoio a coprirle la testa e gli abiti eleganti sporchi e strappati. Quelle del Circolo della Maglia erano agitate tanto per la sua presenza quanto per gli sguardi accigliati di Merilille o il pensiero dei Reietti, se non di più.
Tamarla le tolse il cappuccio, scoprendo un groviglio di trecce sottili costellate di piccole perline; Ispan Shefar provò ad alzarsi, e riuscì ad accovacciarsi goffamente prima di barcollare e ricadere all’indietro, sbattendo le palpebre e ridacchiando stordita. Il sudore le colava sulle guance, e i lividi della cattura deturpavano i suoi lineamenti senza età. Secondo Aviendha, era stata comunque trattata con troppa gentilezza, visti i suoi crimini.
L’infuso che Nynaeve le aveva cacciato in gola le annebbiava la mente oltre a indebolirle le gambe, ma Kirstian la teneva comunque schermata con tutto il Potere che riusciva a controllare. Quella Serva dell’Ombra non aveva alcuna possibilità di fuggire — anche se non fosse stata drogata, Kirstian era forte nel potere quanto Reanne, più forte di gran parte delle Aes Sedai che Aviendha aveva incontrato — eppure anche Sumeko si pizzicava nervosamente la gonna ed evitava di guardare la donna inginocchiata.
«Di sicuro adesso dovremmo consegnarla alle sorelle.» La voce stridula di Reatine era così tremolante e incerta che sarebbe potuta appartenere anche alla sorella Nera schermata da Kirstian. «Nynaeve Sedai, noi... non dovremmo fare la guar... ehm... custodire un’Aes Sedai.»
«Ha ragione» aggiunse Sumeko in tutta fretta. E con grande ansia. «Dovremmo consegnarla alle Aes Sedai.» Sibella le fece eco, e tra le donne della Famiglia passò un’ondata di mormorii di assenso. Erano tutte profondamente convinte di essere di gran lunga inferiori alle Aes Sedai: con ogni probabilità avrebbero preferito fare la guardia a dei Trolloc che tenere prigioniera una sorella.
Gli sguardi di disapprovazione di Merilille e le altre cambiarono alla vista del volto di Ispan Shefar. Sareitha Tomares, che aveva preso lo scialle dalla frangia marrone da pochi anni e non aveva ancora l’aspetto privo di età, la fissò con un disgusto che avrebbe potuto incendiare quella Serva dell’Ombra anche a cinquanta passi di distanza. Adeleas e Vandene, le mani strette sulle gonne, erano agitate dall’odio per la donna che era stata loro sorella e le aveva tradite. Eppure, gli sguardi che le Aes Sedai rivolgevano al Circolo della Maglia non erano molto migliori. Anche loro erano convinte che la Famiglia fosse di gran lunga inferiore. C’erano anche altri motivi, ma restava il fatto che la traditrice era stata un’Aes Sedai, ed erano quindi loro le uniche ad avere diritto di tenerla prigioniera. Aviendha era d’accordo. Una Fanciulla che avesse tradito le sue sorelle di lancia non sarebbe morta in fretta né con onore.