Il camminamento sulla torre era vuoto. Ma lei non provò alcun sollievo.
Quell’uomo poteva essere ovunque. Magari stava scendendo verso il cortile. Chiunque fosse, qualsiasi cosa fosse, era di sicuro pericoloso, e non si era trattato di un granello di polvere che danzava nella sua fantasia. I quattro rimanenti Custodi avevano formato un quadrato intorno al passaggio, la guardia che sarebbe passata per ultima, e per quanto Aviendha disprezzasse le loro spade era grata che lì ci fosse qualcun altro oltre a lei capace di usare del metallo tagliente. Certo, se si fosse trattato di battersi contro un gholam o, peggio ancora, contro un’Anima dell’Ombra, quei quattro non avrebbero avuto più possibilità di uno qualsiasi dei servitori che aspettavano coi cavalli. E nemmeno lei.
Con cupa determinazione attinse altro Potere, finché la dolcezza di saidar non divenne quasi dolorosa. Ancora un po’ e quel dolore sarebbe cresciuto in un’agonia accecante che in pochi secondi l’avrebbe portata alla morte, o alla perdita della capacità di incanalare. Se solo quelle donne avessero affrettato il passo! Non c’era vergogna nell’aver paura, ma lei temeva che la sua le si leggesse fin troppo bene in viso.
2
Disfare la tessitura
Elayne si spostò di lato non appena ebbe varcato il passaggio, ma Nynaeve subito avanzò nella radura facendo svolazzare diverse cavallette marroni, e si guardò intorno in cerca dei Custodi. O meglio, di un Custode in particolare. Un uccello di colore rosso acceso saettò in aria e sparì.
Nient’altro si muoveva tranne le sorelle; da qualche parte, tra gli alberi per lo più spogli, squittì uno scoiattolo, poi cadde il silenzio. A Elayne sembrava impossibile che i tre Gaidin fossero riusciti ad avanzare nella radura senza lasciare delle tracce evidenti come quelle di Nynaeve, eppure non riusciva a individuare alcun segno della loro presenza.
Percepiva Birgitte da qualche parte alla sua sinistra, più o meno a sudo-vest, e sentiva che era abbastanza soddisfatta perché doveva aver stabilito che non correvano pericoli immediati. Careane, parte del cerchio di protezione raccoltosi intorno a Sareitha e la Scodella, piegò la testa di lato come se stesse tendendo l’orecchio a qualche rumore. A quanto pareva, Cieryl era a sudest. Questo significava che Lan si era posizionato a nord. Cosa piuttosto bizzarra, il nord era proprio la direzione verso la quale si era avviata Nynaeve, che continuava a mormorare tra sé. Forse il matrimonio le permetteva di avvertire la presenza di Lan, un po’ come il legame. Anche se era più probabile che Nynaeve avesse individuato delle tracce che a Elayne erano sfuggite. Quella donna era abile in queste cose come lo era con le erbe curative.
Da dove si era fermata, Elayne riusciva a vedere chiaramente Aviendha che, dall’altra parte del passaggio, studiava i tetti come se si aspettasse un’imboscata. Visto il suo portamento, sembrava che avesse con sé delle lance e fosse pronta a ingaggiare battaglia con addosso il suo elegante abito da cavallerizza. Elayne sorrise vedendo come l’amica nascondeva il proprio disagio per i problemi che aveva con il passaggio, e pensò che era molto più coraggiosa di lei. Ma, allo stesso tempo, Elayne era anche preoccupata. Aviendha era davvero coraggiosa, e lei non conosceva nessuno che sapesse mantenere la calma meglio della giovane aiel, anche nella più difficile delle situazioni. Era anche tipo da decidere che il ji’e’toh le chiedeva di combattere quando l’unica possibilità di salvezza era nella fuga. Il bagliore intorno a lei era così intenso che doveva aver attinto quasi la quantità massima di saidar per lei. Se fosse arrivato uno dei Reietti...
Dovevo restare con lei, si disse, ma subito rifiutò quell’idea. Qualsiasi scusa si fosse inventata, Aviendha avrebbe capito la verità, e a volte era suscettibile come un uomo. Soprattutto quando si trattava del suo onore.
Con un sospiro, Elayne si spostò per lasciare spazio alle Atha’an Miere che, sempre in fila, stavano varcando il passaggio. Rimase abbastanza vicina da poter sentire se dall’altro lato venivano lanciate delle urla. Abbastanza vicino da correre in aiuto di Aviendha in un batter d’occhi. E aveva anche un altro motivo.
Le Cercavento erano schierate in ordine di rango e si sforzavano di restare inespressive, ma anche Renaile si rilassò visibilmente solo quando i piedi scalzi cominciarono a calpestare l’erba marrone. Alcune rabbrividivano per un istante prima di controllarsi o si giravano a guardare a occhi sgranati il passaggio sospeso a mezz’aria. E tutte scrutavano Elayne con sospetto quando le passavano accanto; due o tre di loro aprirono anche bocca, forse per domandarle cosa stava facendo, o forse per chiederle — o ordinarle — di spostarsi. Elayne fu lieta di vederle affrettarsi in risposta ai bruschi cenni di richiamo da parte di Renaile. Presto avrebbero avuto la loro occasione per dare ordini alle Aes Sedai, non c’era bisogno che cominciassero proprio con lei.
Quel pensiero le strinse lo stomaco, ed Elayne scosse il capo pensando a quanto erano numerose le Cercavento. Avevano la conoscenza delle variazioni climatiche necessaria per usare la Scodella nel modo giusto, eppure anche Renaile aveva ammesso — sebbene con riluttanza — che più Potere veniva usato, maggiori erano le possibilità di successo. Quel Potere, però, doveva essere guidato con una precisione che solo una singola donna o un circolo potevano ottenere. Un circolo di tredici. Di sicuro in quel numero sarebbero rientrate Nynaeve, Aviendha e la stessa Elayne, e forse una o due donne della Famiglia, ma Renaile era chiaramente impaziente di passare alla parte dell’accordo grazie alla quale le Cercavento avrebbero appreso tutto quello che le Aes Sedai potevano insegnare. Il passaggio era stato la prima cosa, il circolo sarebbe stato la seconda. C’era da meravigliarsi che non fossero venute tutte le Cercavento presenti nel porto. Chissà come sarebbe stato, si chiese Elayne, avere a che fare con tre o quattrocento di quelle donne! Per fortuna nella radura ce n’erano solo venti, e per questo lei recitò tra sé una breve preghiera di ringraziamento.
Ma non si era fermata lì per contarle. Al passaggio delle Cercavento, a meno di un metro da lei, cercava di misurare la forza nel Potere di ognuna di loro. In precedenza aveva potuto avvicinarsi solo ad alcune, ed era comunque stata troppo impegnata a convincere Renaile a scendere sulla terraferma. Sembrava che tra le Cercavento il rango non dipendesse né dall’età né dall’abilità col Potere: Renaile non era nemmeno tra le tre o quattro più forti, e una donna verso il fondo della fila, Senine, aveva guance rugose e capelli per lo più grigi. Cosa strana, i segni sulle orecchie dicevano che Senine un tempo aveva portato più di sei cerchietti, e dovevano essere stati anche più grossi.
Elayne classificò e imparò a memoria i volti e i nomi di quelle che conosceva con un crescente senso di soddisfazione. Forse le Cercavento avevano avuto la meglio per certi versi con quell’accordo, e lei e Nynaeve si sarebbero trovate in guai molto seri con Egwene e il Consiglio della Torre una volta che i termini si sarebbero saputi, ma nessuna di quelle donne avrebbe ottenuto una posizione particolarmente elevata tra le Aes Sedai. Di sicuro non sarebbero state in fondo alla loro scala sociale, ma nemmeno in cima. Si disse che non aveva senso provare quel tipo di compiacimento — di sicuro non cambiava la realtà dei loro patti — ma era difficile ignorarlo.
Dopo tutto, quelle donne erano il meglio che gli Atha’an Miere potevano esibire. Lì a Ebou Dar, quanto meno. E se fossero state Aes Sedai, avrebbero dovuto ascoltare in silenzio quando lei parlava e alzarsi al suo ingresso in una stanza. Tutte, da Kurin con i suoi neri occhi di pietra fino alla stessa Renaile. Se fossero state Aes Sedai e si fossero comportate come dovevano.