Morat-: Nella Lingua Antica, ‘addestratore’. Tra i Seanchan, il termine è usato per chi addestra creature esotiche, come i morat’raken, che addestrano e cavalcano i raken e vengono chiamati anche col nome informale di ‘volatori’. Vedi anche der’morat-.
Popolo del Mare, gerarchia: Gli Atha’an Miere, il Popolo del Mare, sono governati dalla Maestra delle Navi degli Atha’an Miere. Questa è assistita dalla Cercavento della Maestra delle Navi e dal Maestro delle Lame.
Dopo di loro vengono le Maestre delle Onde dei vari clan, ognuna con la sua Cercavento e il suo Maestro della Spada. Poi vengono le Maestre delle Vele (le capitane delle navi) dei vari clan, ognuna assistita da una Cercavento e un Mastro del Cargo. La Cercavento della Maestra delle Navi ha autorità su tutte le Cercavento delle Maestre delle Onde, che a loro volta hanno autorità sulle Cercavento dei loro clan. Allo stesso modo, il Maestro delle Lame ha autorità sui Maestri della Spada e questi sui Mastri del Cargo del loro clan. Il rango non è ereditario nel Popolo del Mare. La Maestra delle Navi viene scelta, a vita, dalle Prime Dodici degli Atha’an Miere, le dodici Maestre delle Onde più anziane. La Maestra delle Onde di ogni clan viene scelta dalle dodici Maestre delle Vele più anziane, chiamate semplicemente Prime Dodici, termine usato anche per designare le Maestre delle Vele più anziane in qualsiasi gruppo. La Maestra delle Onde può anche essere rimossa dalla sua carica su votazione delle Prime Dodici. In effetti, tranne la Maestra delle Navi, tutti posso essere degradati, finanche a scendere alla posizione di marinaio semplice, per atti illeciti, vigliaccheria o altri crimini. Inoltre, alla morte della Maestra delle Navi o di una Maestra delle Onde, la Cercavento al loro servizio dovrà, per forza di cose, servire una donna di rango inferiore, scendendo a sua volta più in basso nella scala gerarchica.
Precursori, i: Vedi Hailene.
Profeta, il: Più formalmente, il Profeta del lord Drago. Conosciuto in passato come Masema Dagar, un soldato shienarese, ha avuto una rivelazione e ha deciso di essere stato chiamato a diffondere la parola del Drago Rinato. Crede che nulla — nulla! — sia più importante che riconoscere il Drago Rinato come l’incarnazione della Luce e farsi trovare pronti quando il Drago Rinato chiama, così lui e i suoi seguaci sono disposti a usare ogni mezzo per costringere gli altri a cantare la gloria del Drago Rinato. Rifiuta qualsiasi nome tranne ‘il Profeta’ e ha portato il caos in Ghealdan e Amadicia, nazioni che ora controlla in gran parte.
Pugni del Cielo, i: Fanteria leggera dei Seanchan portata in battaglia a bordo delle creature volanti chiamate to’raken. Uomini e donne, sono tutti di piccola corporatura, principalmente per via del peso limitato che un to’raken può reggere sulle lunghe distanze. Considerati tra i soldati più duri, vengono usati soprattutto per le incursioni, gli assalti a sorpresa su postazioni alle spalle del nemico e nelle situazioni in cui è essenziale far arrivare rapidamente le forze sul campo.
Reietti, i: Nome dato a tredici dei più potenti Aes Sedai mai conosciuti, uomini e donne, che si votarono al Tenebroso durante l’Epoca Leggendaria e furono rinchiusi insieme con il Tenebroso quando la sua prigione venne di nuovo sigillata. Anche se si è a lungo creduto che solo quei tredici abbandonarono la Luce nel corso della Guerra dell’Ombra, in realtà lo fecero anche altri: loro erano semplicemente quelli di rango più elevato. I Reietti (che tra di loro si chiamano Prescelti) hanno visto ridursi il loro numero da quando si sono svegliati in questo presente. I superstiti conosciuti sono Demandred, Semirhage, Graendal, Mesaana, Moghedien e altri due, che si sono reincarnati in corpi nuovi e hanno avuto nuovi nomi, Osan’gar e Aran’gar. Di recente è comparso un uomo che si fa chiamare Moridin, ma potrebbe anche essere uno dei Reietti riportato in vita dal Tenebroso. La stessa possibilità esiste anche per la donna che si fa chiamare Cyndane, ma visto che Aran’gar era un uomo fatto rinascere come donna, le ipotesi sull’identità di Moridin e Cyndane rischiano di essere futili finché non si avranno altre informazioni.
Ritorno, il: Vedi Corenne.
Sangue, il: Termine usato dai Seanchan per designare i nobili. Si può nascere del Sangue o essere innalzati al Sangue.
sei’mosiev: Nella Lingua Antica, ‘occhi bassi’ o ‘sguardo calato’. Tra i Seanchan, quando qualcuno diventa sei’mosiev significa che ha perso la faccia e l’onore. Vedi anche sei’taer.
sei’taer: Nella Lingua Antica, ‘occhi dritti’ o ‘sguardo diretto’. Tra i Seanchan il termine è collegato all’onore, alla possibilità di guardare gli altri dritto negli occhi. Si può ‘essere’ o ‘avere’ sei’taer, nel senso che si può essere onorevoli ma anche acquisire o perdere onore. Vedi anche sei’mosiev.
Shen an Calhar: Nella Lingua Antica, ‘la Banda della Mano Rossa’. 1) Un leggendario gruppo di eroi che ebbero numerosi successi e alla fine morirono per difendere il Manethern quando quella terra fu devastata durante le Guerre Trolloc. 2) Una formazione militare messa insieme quasi per caso da Mat Cauthon e organizzata secondo i criteri militari in voga ai tempi considerati il massimo momento di sviluppo dell’arte bellica, i giorni di Artur Hawkwing e i secoli immediatamente precedenti.
so’jhin: La traduzione dalla Lingua Antica più fedele sarebbe ‘un’altezza nel basso’, anche se alcuni preferiscono, tra le tante interpretazioni possibili, quella di ‘cielo e valle insieme’. So’jhin è il termine usato dai Seanchan per indicare i servitori ereditari di rango superiore. Sono da’covale, proprietà, ma occupano posizioni di comando e, spesso, potere. Persino il Sangue si muove con cautela nei riguardi dei so’jhin della famiglia imperiale, e parla con quelli dell’Imperatrice in persona come con dei pari. Vedi anche Sangue, il; da’covale.
Sondare: 1) Usare l’Unico Potere per diagnosticare la condizione fisica di una persona e individuare eventuali malattie. 2) Trovare depositi di minerali di metallo usando l’Unico Potere. Il fatto che quest’ultima capacità sia rimasta a lungo perduta tra le Aes Sedai può essere il motivo per cui il nome è passato a designarne un’altra.