«Sembra che Ispan Sedai non stia bene» aveva detto Chilares cambiando nervosamente posizione sulla sella. «Forse le erbe stanno avendo un effetto più pesante di quanto Nynaeve Sedai immaginasse. Sarebbe terribile se le succedesse qualcosa. Prima dell’interrogatorio, voglio dire. Forse dovrebbero occuparsene le sorelle. Con la Guarigione, sai...» Aveva smesso di parlare, battendo ansiosamente le palpebre sugli occhi castani. E faceva bene a essere agitata, visto che tra le sue compagne c’era Sumeko.
Girandosi indietro Elayne aveva visto la grossa donna in piedi sulle staffe che cercava di scrutare oltre le Cercavento finché non si era accorta che lei la guardava ed era subito ricaduta a sedersi in sella. Sumeko, che conosceva la Guarigione meglio di qualsiasi sorella tranne Nynaeve. Forse persino meglio di Nynaeve. Elayne si era limitata a indicare il fondo della fila, Chilares era arrossita e aveva fatto tornare indietro la sua cavalcatura.
Merilille aveva raggiunto Elayne non appena Reatine era andata via, e la sorella Grigia era andata ben oltre le false conversazioni delle donne della Famiglia. Aveva parlato come se fosse la personificazione della sicurezza di sé. Quello che aveva detto era un’altra faccenda. «Mi chiedo quanto siano affidabili quelle donne, Elayne.» Aveva increspato le labbra in una smorfia di disgusto, mentre con la mano infilata in un guanto spazzava via la polvere dalla sua gonna blu. «Dicono di non accettare le selvatiche, ma la stessa Reanne sembra una selvatica, nonostante le storie che racconta su come non è riuscita a superare gli esami per diventare Ammessa. Lo stesso vale per Sumeko, e di sicuro per Kirstian.» Pronunciando quest’ultimo nome, Merilille si era accigliata, poi aveva scosso il capo. «Devi aver notato come salta non appena sente nominare la Torre. La conosce poco, e quello che sa potrebbe benissimo averlo appreso da qualcun’altra che ci è stata davvero.» Sospirò, come se le dispiacesse davvero: era proprio brava, in questo. «Hai pensato che potrebbero star mentendo anche su altre cose?
Per quanto ne sappiamo, potrebbero essere Amiche delle Tenebre, o servire qualche Amico delle Tenebre. Forse no, ma di sicuro non possiamo fidarci troppo di loro. Io credo che ci sia davvero una fattoria, che la usino come ritiro o meno, altrimenti non avrei accettato tutto questo, ma non mi sorprenderei se scoprissimo che si tratta di una manciata di catapecchie con una decina di selvatiche. Be’, forse non proprio catapecchie — a quanto pare, il denaro non gli manca — ma il punto resta. Semplicemente, non sono affidabili.»
Elayne aveva cominciato ad accendersi lentamente non appena aveva capito la direzione che il discorso di Merilille stava prendendo, poi si era infiammata sempre di più. Tutti quei giri di parole, tutti quei ‘forse’ e ‘potrebbe’, in m’odo da poter insinuare cose nelle quali lei stessa non credeva. Amiche delle Tenebre? Il Circolo della Maglia aveva combattuto contro gli Amici delle Tenebre. E due di loro erano morte. E se non fosse stato per Sumeko e Ieine, sarebbe morta anche Nynaeve e non avrebbero catturato Ispan. No, se Merilille le dipingeva come inaffidabili non era perché credeva che avessero prestato giuramento all’Ombra, altrimenti lo avrebbe detto chiaro e tondo. Voleva farle credere che non bisognava fidarsi di loro perché poteva essere un buon motivo per non permettere alla Famiglia di tenere in custodia Ispan.
Elayne aveva tirato uno schiaffo a una mosca che si era poggiata sul collo di Leonessa, e lo schiocco era sembrato il punto che metteva fine al discorso di Merilille, tanto che la sorella Grigia aveva sobbalzato per la sorpresa. «Come ti permetti?» aveva sussurrato Elayne. «Hanno affrontato Ispan e Falion nel Rahad, hanno affrontato il gholam, per non parlare di una ventina di uomini armati, se non di più. E tu non c’eri.» Questo non era giusto. Merilille e le altre erano state lasciate indietro perché nel Rahad le Aes Sedai avrebbero attirato l’attenzione come una banda di trombe e tamburi. Ma non le importava. La rabbia era sempre più bollente, la voce sempre più alta. «Non voglio sentire mai più discorsi del genere. Mai! A meno che tu non abbia delle prove reali! Se ti azzardi a ripetermi certe cose senza un vero motivo, ti assegnerò una penitenza tale che gli occhi ti usciranno dalle orbite!» Per quanto elevata fosse la sua posizione, Elayne non aveva l’autorità per decretare colpe e penitenze, ma in quel momento aveva lasciato perdere anche questo. «Ti farò andare a piedi per tutto il resto del viaggio fino a Tar Valon! Ti terrò a pane e acqua! Ti assegnerò in custodia proprio alle donne della Famiglia, e dirò loro di prenderti a schiaffi se solo apri la bocca!»
Si era resa conto di stare urlando. Uno stormo di uccelli bianchi e grigi era passato in volo, e le sue urla erano state più forti dei richiami di quei volatili. Allora aveva preso un lungo respiro nel tentativo di calmarsi. Non aveva la voce giusta per gridare: le diventa sempre acuta. Tutti l’avevano guardata, per lo più con espressioni di stupore. Aviendha aveva annuito la sua approvazione. Ovviamente, avrebbe fatto lo stesso anche se Elayne avesse affondato un pugnale nel cuore di Merilille. La Aiel appoggiava i suoi amici, sempre e comunque. La pelle chiara di Merilille era diventata di un bianco cadaverico.
«Faccio sul serio» aveva ribadito Elayne, molto più calma. E il volto della Cairhienese era sembrato ancora più pallido. Ma Elayne faceva davvero sul serio: non potevano permettersi che quel tipo di dicerie e sospetti cominciassero a diffondersi nel loro gruppo. In un modo o nell’altro, avrebbe tenuto fede alle sue minacce, anche se molto probabilmente le donne del Circolo della Maglia sarebbero svenute al pensiero di avere in custodia un’altra Aes Sedai.
Aveva sperato che finisse lì. C’erano tutti i presupposti. Ma quando era andata via Chilares era arrivata Sareitha, e anche lei aveva un motivo per non fidarsi della Famiglia. L’età. Anche Kirstian sosteneva di essere più anziana di qualsiasi Aes Sedai vivente, mentre Reanne aveva almeno cent’anni di più e non era nemmeno la più vecchia della Famiglia. Il suo titolo di Anziana la designava come, appunto, la più anziana tra quelle presenti a Ebou Dar, ma il rigido programma che seguivano per evitare di essere notate prevedeva un numero di donne ancora più vecchie in altri posti.
Tutto ciò era chiaramente impossibile, secondo Sareitha.
Elayne non aveva urlato; si era concentrata proprio per non urlare. «Prima o poi scopriremo la verità» aveva detto a Sareitha. Lei non aveva dubbi sulla sincerità della Famiglia, ma doveva esserci un motivo se quelle donne non sembravano senza età come le Aes Sedai ma neppure mostravano gli anni che dicevano di avere. Se solo avesse potuto capirlo. Aveva il sospetto che il motivo fosse ovvio, ma non riusciva a identificarlo. «Prima o poi» aveva ripetuto con fermezza quando la sorella Marrone aveva accennato a voler riprendere il discorso. «E adesso basta, Sareitha.» L’Aes Sedai aveva annuito, incerta, e aveva fatto rallentare il cavallo per tornare tra le altre. Meno di dieci minuti dopo, era stato il turno di Sibella.
Ogni volta che una della Famiglia arrivava a presentare la sua involuta supplica per poter cedere il controllo su Ispan, subito dopo una delle sorelle chiedeva la stessa cosa. Tutte tranne Merilille, che ancora batteva le palpebre appena Elayne si girava verso di lei. Forse urlare serviva davvero a qualcosa. Di sicuro nessuna più aveva provato ad attaccare direttamente la Famiglia.
Per esempio, Vandene aveva cominciato a discutere del Popolo del Mare e di come bilanciare gli effetti dell’accordo con loro, spiegandole anche perché era necessario bilanciarli il più possibile. Era stata molto pragmatica, senza mai una parola o un gesto d’accusa. Non che ce ne fosse bisogno: l’argomento era già di per sé un’accusa, per quanto lo si trattasse con delicatezza. La Torre Bianca, aveva detto Vandene, conservava la sua influenza sul mondo non con la forza delle armi o con la persuasione, nemmeno coi complotti e le macchinazioni, anche se queste ultime due possibilità Vandene le aveva accennate solo di sfuggita. La Torre Bianca controllava o determinava gli eventi in una certa qual misura perché tutti la vedevano al di sopra e al di là delle parti, superiore anche a re e regine. E questo a sua volta dipendeva dal fatto che ogni singola Aes Sedai fosse vista a quel modo, misteriosa e distante, diversa da chiunque altro. Completamente diversa. Storicamente, le Aes Sedai che non riuscivano a dare questa impressione — e ce n’erano state alcune, anche se poche — venivano tenute quanto più possibile lontano dalla scena pubblica.