Выбрать главу

«Abraham, Abraham», disse, sorridendo e rivelando delle gengive di un rosa intenso e dei bianchi denti diritti che anche un giovane poteva invidiare. Non c’era astuzia o rimprovero in quel sorriso, ma solo la chiara e ilare gioia di un pazzo, un sempliciotto, un mago. «Se io non sono venuto era perché tu non avevi bisogno di me. Ma ora sono qui, come vedi». E spalancò le braccia (stupefacentemente, senza che le sue gambe si muovessero di un pollice).

Il “qui” era cambiato in modo evidente nell’istante in cui era comparso. Diedi un’occhiata obliqua a ciò che mi circondava per scoprire che io e il mio mentore eravamo avvolti da un cerchio di lieve radiosità che rischiarava la notte. Oltre la sua circonferenza, John, Arthur e Quincey, sedevano tutti a terra congelati e immobili come statue, con gli occhi aperti ma ciechi che non si muovevano, e i petti che non si alzavano affatto. Ma erano al sicuro e vivi: questo lo capii istintivamente, anche se non potei resistere dal guardare oltre e intorno ad essi in cerca di Vlad e dalla Vampira Lucy.

Ma la notte era tranquilla e dolce, libera dal colore indaco; entrambi i mostri erano svaniti, e Arminius e io sedevamo all’interno dei confini di una realtà differente. Questo mi riempì il cuore di speranza poiché, sebbene Arminius mi avesse insegnato molte cose — come proteggermi dal Vampiro, come indebolire Vlad e acquistare per me stesso il potere per sconfiggerlo — non lo avevo mai visto in presenza di alcun Vampiro e così non avevo mai saputo quale fosse la misura delle sue abilità oltre a quanto mi aveva detto.

Era chiaro che era veramente potente, se mi aveva salvato e aveva fatto svanire Vlad e Lucy e, per la prima volta in molti giorni terribili, cominciai a pensare che Vlad, dopotutto, sarebbe stato vinto.

Mi vide fissare i miei tre compagni e disse:

«I tuoi amici stanno bene, ma non ci possono vedere e, se tu vuoi, non ricorderanno».

Ero troppo curioso, troppo eccitato, troppo disperato per rispondere a quella frase; invece, posi una domanda:

«Che cosa è accaduto a Vlad? Io avevo fatto come tu dicesti — avevo distrutto Vampiro dopo Vampiro per questi ventidue anni, allo scopo di indebolirlo. E così si era indebolito, ma ora ha riacquistato forza e altro ancora. Mi avrebbe ucciso… a me, la cui morte avrebbe avuto la sua come conseguenza, secondo il Patto. Cosa è accaduto a lui… e al Patto?»

«Ah», disse; il suo fu, in parte, un sospiro. «Il Patto…». Invece di guardarmi, abbassò lo sguardo a terra, con le labbra ancora curve verso l’alto in un misterioso sorriso, e cominciò a disegnare con le dita strani segni in una chiazza di fango. «Per rispondere alla tua domanda, Abraham, ti devo prima raccontare una storia».

«Una storia?»

«Di un manoscritto… un manoscritto molto speciale che alcuni pretendono che sia stato scritto dallo stesso Lucifero. Fu rubato dalla Scholomance, la scuola del Demonio per le Arti Mantiche, da uno degli Sholomonari, gli alchimisti che studiavano lì. Così dice la leggenda. Il suo scopo è esplicitato nel titolo: A colui che vorrebbe diventare mangiatore di anime».

Rabbrividii, improvvisamente sconvolto dalla terrorizzante immagine di un sogno: una grande Oscurità che mi ingoiava, mi divorava. Stringendomi gli avambracci, domandai:

«Ma non è una prerogativa del Diavolo consumare le anime?».

Alzò lo sguardo, sorridendo ancora debolmente, con gli occhi offuscati dall’oscurità di cui parlava.

«Lo è, se quello è il nome che desideri usare per l’entità; e per rispondere alla tua seguente domanda… sì, il manoscritto fornisce delle istruzioni riguardo a come altri potrebbero diventare come lui».

«Ma è una follia: perché vorrebbe dividere il suo potere?».

Nell’udire ciò, il suo debole sorriso divenne più largo.

«Chi lo può dire? Con il tempo tutte le cose diventeranno chiare». Si fermò. «Ad un certo punto, dopo il furto, il manoscritto fu acquistato dalla più malvagia e assetata di potere degli immortali: la contessa Elisabeth di Bathory. È passato attraverso molte mani, in parte perché lo stesso manoscritto non può essere protetto nemmeno dalla magia più potente…».

«Perché no?», lo interruppi.

Con pazienza, rispose: «Perché la verità non può essere nascosta, Abraham. Non riuscendo a capirlo, la contessa tentò di nasconderlo con un incantesimo che, a causa della sua nuova forza, pensò sarebbe stato sufficiente. E, poiché aveva distratto il precedente padrone, nessuno sapeva che esso era arrivato in suo possesso, e nessuno tentava di prenderlo da lei. Ma, quando andò al Castello Dracula, Vlad lo scoprì e glielo sottrasse molto rapidamente.

Riguardo al perché sia diventato sempre più potente, ora che esso è in suo possesso, devo spiegare lo stesso manoscritto. È un semplice indovinello, consistente di sei righe o indizi. La prima riga compare quando il manoscritto cade in possesso di qualcuno. Le altre righe appaiono solo quando il possessore ha compreso la prima ed ha seguito le sue istruzioni e, ad ogni fase, il potere e le abilità del possessore aumentano.

Io ho fatto qualche ricerca e ho scoperto la prima riga: Nel paese oltre la foresta, comincia la ricerca per essere Dio. Le righe sono sei; le chiavi sono due».

«Chiavi?», chiesi.

«Questo è ancora un mistero; Elisabeth ha risolto solo la prima riga e, sebbene Vlad sia andato oltre, lui deve ancora scoprire la prima chiave. Nessun immortale c’è mai riuscito tranne, naturalmente, lo stesso Oscuro Signore».

Con la paura nel cuore, chiesi:

«Quante righe ha risolto Vlad? Sai che cosa sigmficano queste?».

Lo sapeva. Sembrò guardare oltre me, e l’ombra del sorriso scomparve del tutto, lasciandolo in atteggiamento solenne per la prima volta da quando ci eravamo incontrati.

«La seconda: Non indugiare. Attraversa le profonde acque verso la grande isola di nordovest. Immediatamente fece progetti per partire per l’Inghilterra, e fu quando la terza riga apparve: A est della metropoli si trova l’incrocio».

«A est di Londra», mormorai, richiamando alla mente miriadi di luoghi. «Un incrocio… È il semplice incrocio di due strade, o qualcos’altro? E quanto lontano verso est? Appena fuori città, o a Purfleet, a Dartford, o a Grays… o ancora più a est, come a Southend-on Sea o a Sheerness?»

«Questo non lo posso dire», mormorò con lieve disappunto. «Ma posso dire che, dopo che Vlad acquistò delle proprietà che circondavano la città, apparve la quarta riga: Lì giace sepolto un tesoro, la prima chiave».

Quattro righe risolte; un brivido passò attraverso di me mentre chiedevo:

«E l’ha scoperta? E la quinta riga e la sesta…».

Scosse la testa.

«Ma è soltanto una questione di tempo. Una volta che ottiene la prima chiave, deve solo trovare la seconda, e metterle entrambe in un modo tale da risolvere l’indovinello. E mentre Elisabeth è a conoscenza solo della prima chiave, sospetto che abbia trovato o che troverà un modo per scoprire tutto ciò che Vlad ha saputo. Poi anche lei si unirà alla ricerca della prima chiave; poiché lei è crudele e ambiziosa quanto lui… e forse anche di più. Alla prima opportunità, s’impadronirà del manoscritto».

«Perché non l’ha ancora fatto?», chiesi. «Se lo aveva e conosceva la prima riga, allora deve aver ottenuto alcuni dei suoi nuovi poteri…».

«No». Inclinò la testa da un lato e mi guardò con estrema comprensione e compassione, come se sentisse la mia dolorosa disperazione tanto fortemente quanto me. «Quando il manoscritto è perduto, il potere è perduto, solo per essere acquistato dal successivo possessore. Adesso lei non è abbastanza forte per sconfiggerlo direttamente, ma se, mediante l’abilità e l’astuzia, lo otterrà di nuovo, allora lei sarà la più potente e lui il più debole. Credimi: Elisabeth è vicina, in attesa della sua opportunità, e questo è qualcosa da temere molto, poiché lei è una tra i più forti e più malvagi degli Sholomonari».