«Lo sceriffo ha detto che erano cacciatori d'anitre.»
«C'era da immaginare che gliel'avevano raccontata così» disse Lamar. «Le racconteranno anche che una volta, a Honolulu, hanno lottato con Du-ke Keomuka, e che erano in squadra con Satellite Monroe. E può credere anche quello, se vuole. Prenda un sacco di pesci regina e la porteranno a caccia di beccaccini, se le piacciono i beccaccini.»
«Secondo lei cos'è successo, Lamar?»
«I Franklin avevano calato il palamito, con gli ami vietati dalla legge, e
lo stavano tirando su per vedere se aveva abboccato qualche pesce.»
«Perché la pensa così?»
«La donna non è ancora nelle condizioni giuste per venire a galla.»
«No.»
«Allora, se non avessero tirato su il palamito non l'avrebbero trovata. Con ogni probabilità sono scappati via tutti spaventati e alla fine si sono decisi a telefonare. Immagino vorrà sentire il guardaboschi.»
«Penso di sì» disse Crawford.
«Tante volte tengono un telefono a manovella dietro il sedile del loro Ramcharger. È molto comodo, se non si vuole finire al fresco.»
Crawford inarcò le sopracciglia.
«Serve per telefonare ai pesci» intervenne Clarice. «Si stordiscono con la corrente elettrica, quando si calano i fili nell'acqua e si gira la manovella. I pesci vengono a galla e allora basta tirarli fuori.»
«Giusto» disse Lamar. «Lei è di queste parti?»
«Lo fanno in un sacco di posti» disse Clarice.
Provò l'impulso di dire qualcosa prima che richiudessero la lampo del sacco, di compiere un gesto o di esprimere una specie d'impegno. Ma si limitò a scuotere la testa e cominciò a riporre i campioni nell'astuccio.
Era tutto molto diverso, ora che il cadavere e il problema non erano in vista. In quel momento di pausa fu assalita dalla reazione a ciò che aveva fatto. Si sfilò i guanti e fece scorrere l'acqua nel lavello. Si passò l'acqua sui polsi, voltanto le spalle alla stanza; ma l'acqua che usciva dai rubinetti non era molto fresca. Lamar la osservò e uscì nel corridoio. Tornò dopo aver preso dal distributore automatico una lattina gelata di soda, senza aprirla. Gliela porse.
«No, grazie» disse Clarice. «Non mi sento di berla.»
«No, no, se la metta sotto il collo, proprio lì» disse Lamar. «E poi dietro la nuca. Il freddo la farà sentire meglio. È l'effetto che fa a me.»
Quando Clarice finì di fissare con il nastro adesivo il promemoria per il medico legale alla lampo del sacco con il cadavere, la trasmittente delle impronte digitali che Crawford aveva portato con sé stava ticchettando sulla scrivania dell'ufficio.
Era stato un colpo di fortuna trovare quella vittima così poco tempo dopo la morte. Crawford era deciso a identificarla in fretta e a cercare nei dintorni della sua abitazione gli eventuali testimoni del sequestro. Il suo metodo causava una quantità di fastidi a tutti, ma era molto rapido.
Crawford aveva portato una trasmittente d'impronte digitali Little Poli-cefax. Diversamente dalle macchine usate abitualmente dai federali, la Po-licefax è compatibile con quasi tutti i sistemi della polizia delle grandi città. La scheda con le impronte raccolte da Clarice era appena asciutta.
«La inserisca, Starling, lei ha le dita più agili.»
Non fare sbavature... ecco cosa voleva dire in realtà, e Clarice non le fece. Era difficile avvolgere la scheda composita intorno al piccolo rullo mentre in tutto il paese erano in attesa sei stazioni riceventi.
Crawford era al telefono e stava parlando attraverso il centralino dell'FBI a Washington. «Dorothy, c'è qualcuno in linea? Bene, signori, passeremo a uno-e-venti perché arrivino nitide... attenti a uno-e-venti, tutti quanti. Atlanta, come ha detto? Bene, mi passi il servizio telefoto, subito... »
Poi l'apparecchio entrò in funzioneA lentamente per produrre immagini più chiare, e trasmise le impronte digitali della morta simultaneamente al-l'FBI e ai maggiori dipartimenti di polizia dell'Est. Se a Chicago, Detroit, Atlanta o in qualche altro posto avessero trovato le impronte, entro pochi minuti sarebbe incominciata l'operazione di ricerca.
Poi Crawford trasmise le foto dei denti della vittima e del viso, con la testa avvolta nell'asciugamani usato da Clarice nell'eventualità che la stampa
popolare si impadronisse di quelle immagini.
Tre agenti della Stazione Investigativa della polizia statale del West Virginia arrivarono da Charleston mentre loro se ne stavano andando. Crawford strinse le mani a tutti e distribuì i biglietti da visita con il numero della "linea calda" del Centro Nazionale Informazioni sulla Criminalità. Clarice fu stupita nel vedere con quanta rapidità Crawford aveva stabilito con loro un rapporto di solidarietà maschile. Avrebbero chiamato se avessero scoperto qualcosa, senza il minimo dubbio. Ci può scommettere. Molto obbligato. Ma forse non era solidarietà maschile, pensò Clarice. Funzionava anche con lei.
Lamar salutò dal portico, agitando la mano, mentre Crawford e Clarice partivano in macchina con il vicesceriffo per raggiungere l'Elk River. La Coca-Cola era ancora abbastanza fredda. Lamar la portò in magazzino e si preparò una bevanda ristoratrice.
13
«Lasciami al laboratorio, Jeff» disse Crawford all'autista. «Poi voglio che aspetti l'agente Starling allo Smithsonian. Da lì proseguirà per Quantico.»
«Sì, signore.»
Stavano attraversando il fiume Potomac in senso contrario al traffico del dopopranzo, per entrare a Washington dall'Aeroporto Nazionale.
Il giovane al volante doveva avere una gran soggezione di Crawford e guidava con prudenza esagerata, pensava Clarice Starling. Non gli dava torto: tutti sapevano, all'Accademia che l'ultimo agente che aveva combinato un grosso pasticcio sotto il comando di Crawford adesso indagava sui furti nelle installazioni della DEW lungo il Circolo Polare Artico.
Crawford non era di buonumore. Erano trascorse nove ore da quando aveva trasmesso le impronte digitali e le foto della vittima, e ancora non era stata identificata. Accompagnato dagli agenti statali del West Virginia e da Clarice Starling, aveva esaminato il ponte e la riva del fiume fino all'imbrunire, ma senza risultati.
Clarice lo aveva sentito parlare dall'aereo per radiotelefono; s'era accordato perché un'infermiera andasse a casa sua per fare il turno di notte.
La berlina dell'FBI sembrava meravigliosamente silenziosa, dopo il Blue Canoe, e parlare era più facile.
«Piazzerò qualcuno alla linea calda e al Latent Descriptor Index quando
porterò le impronte all'identificazione» disse Crawford. «Mi prepari un inserto per il dossier. Un inserto, non un 302... sa come fare?»
«Sì.»
«Faccia finta che io sia l'Index e mi dica che cosa c'è di nuovo.»
Clarice impiegò un secondo per coordinare le idee... era un sollievo che Crawford sembrasse tanto interessato alle impalcature che ingabbiavano il monumento a Jefferson mentre gli passavano accanto.
Il Latent Descriptor Index nel computer della Sezione Identificazione paragona le caratteristiche di un reato in esame con le tendenze note dei criminali che risultano nella sua memoria. Quando trova qualche similarità accentuata, suggerisce i nomi dei sospetti e fornisce le loro impronte digitali. A questo punto un operatore confronta le impronte digitali d'archivio con le impronte latenti trovate sulla scena del delitto. Non esistevano ancora impronte di Buffalo Bill, ma Crawford voleva tenersi pronto.
È un sistema che richiede comunicazioni brevi e concise. Clarice Starling si sforzò di trovarne una.
«Femmina bianca, intorno ai vent'anni, uccisa con un colpo d'arma da fuoco, parte inferiore del tronco e cosce scuoiate...»
«Starling, l'Index sa già che uccide giovani donne bianche e ne spella il tronco... a proposito, usi il vocabolo "spellato", potrebbe darsi che altri agenti non abbiano usato il vocabolo "scuoiato", e non può essere sicura che quel maledetto Index sappia riconoscere un sinonimo. Sa già che butta le vittime nei fiumi. Non sa che cosa c'è di nuovo in questo caso. Che cosa c'è di nuovo, Starling?»