«È... fondamentale. Evidentemente...»
«La parola giusta è semplicistico. In effetti, in gran parte la psicologia è puerile, agente Starling, e quella praticata a Scienza del Comportamento è allo stesso livello della frenologia. Già in partenza, la psicologia non può contare su un buon materiale. Vada nella facoltà di psicologia di qualunque college e dia un'occhiata a studenti e insegnanti: radioamatori é altri eccentrici, affetti da carenza della personalità. Non sono certo le menti migliori del campo. Organizzati e disorganizzati... una pensata molto mediocre.»
«Lei come cambierebbe la classificazione?»
«Non la cambierei.»
«A proposito di pubblicazioni, ho letto i suoi pezzi sull'assuefazione alla chirurgia e sulle espressioni della metà destra e della metà sinistra del viso.»
«Sì, erano di prim'ordine» disse il dottor Lecter.
«L'ho pensato anch'io, e anche Jack Crawford. È stato lui a segnalarmeli. Anche per questa ragione è ansioso di...»
«Crawford lo Stoico è ansioso? Deve avere molto da fare, se recluta i collaboratori tra gli allievi.».
«È vero. E vuole...»
«È occupato con Buffalo Bill.»
«Immagino di sì.»
«No, lei non lo immagina, agente Starling. Lei sa molto bene che si tratta di Buffalo Bill. Ho pensato subito che Jack Crawford l'ha mandata a chiedermi questo.»
«No.»
«Allora non fa niente per evitare questa impressione.»
«No, sono venuta perché abbiamo bisogno del suo...»
«Che cosa sa di Buffalo Bill?»
«Nessuno ne sa molto.»
«È stato pubblicato tutto sui giornali?»
«Credo. Dottor Lecter, io non ho visto nessun materiale riservato sul caso, il mio compito è... »
«Quante donne ha fatto fuori Buffalo Bill?»
«La polizia ne ha trovate cinque.»
«Tutte scuoiate?»
«Parzialmente, si.»
«I giornali non hanno mai spiegato il suo soprannome. Lei sa perché lo chiamano Buffalo Bill?»
«Sì.»
«Me lo dica.»
«Glielo dirò se darà un'occhiata al questionario.»
«Gli darò un'occhiata, e basta. Ora mi dica il perché.»
«È cominciato con una battuta di cattivo gusto alla squadra omicidi di Kansas City.»
«Sì...?»
«Lo chiamano Buffalo Bill perché scuoia le prede.»
Clarice Starling si era accorta che non si sentiva più spaventata, ma si sentiva volgare. Tra le due cose, preferiva lo spavento.
«Mi passi il questionario.»
Clarice passò la sezione azzurra per mezzo del vassoio e rimase in silenzio mentre Lecter la sfogliava.
Il dottor Lecter la lasciò cadere nuovamente nel vassoio. «Bene, agente Starling, crede davvero di potermi sezionare con un piccolo strumento spuntato?»
«No. Credo che lei possa fornire indicazioni utili e far progredire questo studio.»
«E quale ragione dovrei avere?»
«La curiosità.»
«Per che cosa?»
«Per la ragione per cui è qui. Per ciò che le è successo.»
«A me non è successo niente, agente Starling. Io esisto e basta. Non può ridurmi a una serie di influenze. Lei ha rinunciato al bene e al male per la scienza del comportamento, agente Starling. Ha messo i pannolini a tutti quanti... niente è mai colpa di qualcuno. Mi guardi. Se la sente di dire che sono malvagio? Sono malvagio, agente Starling?»
«Credo che lei si sia comportato in modo distruttivo. Per me è la stessa cosa.»
«Il male è soltanto distruttivo? Allora i temporali sono malvagi, se è tanto semplice. E poi abbiamo gli incendi, e la grandine. Nelle polizze d'assicurazione, tutti questi eventi sono accomunati sotto la dicitura "Atti di Dio".»
«Se è voluto... »
«Per passare il tempo faccio collezione di crolli di chiese. Ha visto quel
lo accaduto di recente in Sicilia? Meraviglioso! La facciata è crollata addosso a sessantacinque nonne che assistevano a una messa speciale. È stato un atto malvagio? Se è così, chi lo ha commesso? Se c'è un Dio, si diverte, agente Starling. Febbre tifoide e cigni... provengono tutti dalla stessa fonte.»
«Non sono in grado di spiegarglielo, dottore, ma conosco chi può farlo.»
Lecter la interruppe alzando la mano. Era una mano ben fatta, pensò Clarice, e il dito medio era duplicato perfettamente. Era la forma più rara di polidattilia.
Quando Lecter riprese a parlare, il suo tono era sommesso e gentile. «A lei piacerebbe quantificarmi, agente Starling. È così ambiziosa, vero? Sa che cosa mi sembra, con la borsetta bella e le scarpe scadenti? Mi sembra una campagnola. Una campagnola benintenzionata e ben ripulita e con un pochino di buon gusto. I suoi occhi sono come pietre zodiacali da quattro soldi... la superficie brilla quando dà la caccia a una rispostina. E dietro quegli occhi è intelligente, vero? Le dispiace di non essere come sua madre. Una buona alimentazione le ha permesso di diventare piuttosto alta, ma una generazione fa i suoi lavoravano nelle miniere, agente Starling. Sono gli Starling del West Virginia o gli Starling dell'Oklahoma, agente? C'era l'incertezza tra il college e le possibilità di una carriera nel Women's Army Corps, vero? Lasci che le dica qualcosa di preciso sul suo conto, allieva Starling. Nella sua stanza ha una sfilza di perline d'oro, di quelle che si aggiungono via via, e prova un senso di fastidio ogni volta che le guarda e vede quanto sono volgari, non è così? Tutti quei ringraziamenti noiosi, tutto quanto, ogni volta per ogni perlina. Noioso. Noioso. Seccante. Essere intelligenti rovina molte cose, no? E il buon gusto non è gentile. Quando penserà a questo colloquio, ricorderà l'animale stupido, la sua faccia ferita quando si è sbarazzata di lui.
«Se la collana di perline è diventata banale, cos'altro lo diventerà con il passare del tempo? Se lo domanda la notte, no?» chiese il dottor Lecter con il tono più gentile.
Clarice alzò la testa per fronteggiarlo. «Lei vede molte cose, dottor Lecter. Non starò a smentire tutto quello che ha detto. Ma ecco la domanda alla quale sta rispondendo adesso, lo voglia o no: È abbastanza forte per rivolgere verso se stesso la sua acutissima percezione? È difficile. Me ne sono accorta negli ultimi minuti. Cosa ne dice? Guardi dentro di sé e scriva la verità. Come potrebbe trovare un soggetto più adatto e più complicato?
O forse ha paura di se stesso?»
«È un tipo duro, vero, agente Starling?»
«Abbastanza duro, sì.»
«E non sopporterebbe di dover pensare che è comune. Le brucerebbe, no? Ah! Bene, è tutt'altro che comune. Ha soltanto paura di esserlo. Di che misura sono le sue perline? Sette millimetri?»
«Sette millimetri.»
«Mi permetta di darle un suggerimento. Si procuri qualche sferetta perforata di occhio-di-tigre e l'infili alternandola alle perline d'oro. Può metterne due-e-tre oppure una-e-due, secondo quel che le sembra meglio. Gli occhi-di-tigre metteranno in risalto il colore dei suoi occhi e i riflessi dei capelli. Qualcuno le ha mai mandato un biglietto per san Valentino?»
«Sì.»
«Siamo già in quaresima. Manca una settimana appena al giorno di san Valentino... uhmm... ne aspetta qualcuno?»
«Non si può mai sapere.»
«Già, non si può mai sapere... Ho pensato al giorno di san Valentino. Mi ricorda qualcosa di divertente. Ora che ci penso, potrei farla felice il giorno di san Valentino, Clarice Starling.»
«Come, dottor Lecter?»
«Mandandole un meraviglioso biglietto. Dovrò pensarci. Ora la prego di scusarmi. Addio, agente Starling.»