Il cameriere gli portò i chipirones e la birra. Strizzò il limone sui calamari e allungò la mano verso il boccale gelato. La birra era così fredda che gli salirono le lacrime agli occhi. Fece cenno di sì alla ragazza che gli chiedeva se potesse prendere una delle sedie intorno al suo tavolino e si allungò sulla sua, lasciando che il disegno delle palme alte sullo sfondo del cielo di Siviglia si annebbiasse, si confondesse. L’indomani era il primo di settembre. Entro pochi giorni sarebbe stato in Marocco, a Marrakech. Si sentì contento. Il cellulare gli vibrò nella tasca. Fu quasi tentato di non rispondere in quel languore pomeridiano.
FINE