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«Gli hai parlato? È in ritardo e non risponde al telefono.»

Trish scosse la testa. «Starà ancora cercando di capire come funziona l’iPhone che gli hai regalato…»

Katherine apprezzava il senso dell’umorismo di Trish. Le venne un’idea. «Già che sei qui, forse potresti aiutarmi a fare una cosa, se non ti dispiace.»

«Qualsiasi cosa sia, sarà certo più interessante del football.»

Katherine prese fiato per riflettere con calma. «Non so da che parte cominciare… Oggi ho saputo una strana storia.»

Trish ignorava quale storia fosse venuta a sapere Katherine, ma era chiaro che l’aveva turbata. Dai suoi occhi grigi, di solito tranquilli, traspariva un senso di angoscia. Da quando era entrata nel laboratorio, inoltre, Trish l’aveva vista sistemarsi i capelli dietro le orecchie già tre volte: un chiaro sintomo di nervosismo. Ottima scienziata. Pessima giocatrice di poker.

«A me sembra una storia inventata…» disse Katherine. «Una leggenda. Però…» Si interruppe per ravviarsi di nuovo i capelli.

«Però?»

Katherine fece un sospiro. «Però una fonte affidabile mi ha assicurato che è vera.»

«Okay…» Dove vuole andare a parare?

«Ne parlerò con mio fratello, ma ho pensato che nel frattempo potresti aiutarmi a scoprire qualcosa in proposito. Mi piacerebbe sapere se questa leggenda ha mai trovato conferma nei secoli passati.»

«Nei secoli?»

Katherine annuì. «In qualsiasi parte del mondo, in qualsiasi lingua, in qualsiasi periodo storico.»

Strana richiesta, pensò Trish, ma sicuramente fattibile. Dieci anni prima sarebbe stata un’impresa impossibile, ma oggi, con internet e la progressiva digitalizzazione delle grandi biblioteche e dei patrimoni museali del mondo, la curiosità di Katherine poteva essere soddisfatta usando un metamotore di ricerca relativamente semplice, un esercito di moduli di traduzione e una scelta oculata di parole chiave.

«Nessun problema» rispose. Molti testi su cui lavorava Katherine contenevano brani in lingue antiche e a Trish capitava spesso di dover scrivere moduli di traduzione OCR specializzati per convertire in inglese testi originali in lingue sconosciute. Doveva essere l’unica esperta di metasistemi al mondo ad aver scritto moduli di traduzione OCR per l’antico frisone, per il dialetto dell’estinta tribù coreana maek e per l’accadico.

I moduli sarebbero stati utili, ma il trucco per costruire uno spider di ricerca efficace stava nella selezione appropriata delle parole chiave. Specifiche, ma non troppo restrittive.

Katherine cominciò subito a buttare giù un elenco di possibili parole chiave. Ne scrisse un paio, poi si fermò, rifletté un momento e ne aggiunse altre. «Okay» disse alla fine, porgendo il foglietto a Trish.

Lei scorse la lista e sgranò gli occhi. Su che razza di strana leggenda sta investigando Katherine? «Vuoi che le cerchi tutte?» Cera persino una parola che Trish non aveva mai sentito. Che lingua è? «Pensi davvero che le troveremo insieme in un unico posto? Testualmente?»

«Vorrei provare.»

Trish era tentata di rispondere che era impossibile, ma quello era un termine che Katherine aveva eliminato dal proprio vocabolario, considerandolo sintomo di un atteggiamento pericoloso in un campo in cui quelle che spesso venivano ritenute a priori falsità si dimostravano invece verità conclamate. Tuttavia Trish aveva forti dubbi che quella ricerca potesse portare a qualcosa.

«Quanto ci vorrà per avere i risultati?» chiese Katherine.

«Ho bisogno di qualche minuto per istruire lo spider e lanciarlo, dopodiché ci metterà circa un quarto d’ora.»

«Così poco?» Katherine parve rincuorata.

Trish le diede conferma con un cenno del capo. I metamotori di ricerca tradizionali potevano impiegare anche un giorno per esplorare l’intero universo online, trovare nuovi documenti, digerirne il contenuto e aggiungerlo al proprio database. Ma lo spider di Trish era di un altro tipo.

«Userò un software delegato» spiegò Trish. «Non del tutto lecito, ma molto veloce. In pratica si tratta di un programma che fa lavorare per noi i motori di ricerca degli altri. Nella maggior parte dei database di biblioteche, musei, università ed enti pubblici c’è una funzione di ricerca interna. Io istruisco uno spider che si collega con loro, inserisco le parole chiave e sfrutto il lavoro di migliaia di motori che funzionano contemporaneamente.»

«Elaborazione parallela» disse Katherine ammirata.

Una specie di metasistema. «Se scopro qualcosa, ti chiamo.»

«Grazie, Trish.» Katherine le diede una pacca sulla spalla e si voltò per uscire. «Mi trovi in biblioteca.»

Trish si mise al lavoro. Programmare uno spider di ricerca era un compito molto al di sotto del suo livello di competenza, ma non le dispiaceva. Per Katherine Solomon avrebbe fatto qualsiasi cosa. Ancora adesso non riusciva a capacitarsi di quanto fosse fortunata a lavorare lì.

Hai fatto molta strada, ragazza mia.

Circa un anno prima, Trish si era licenziata dalla grossa azienda nel settore dell’alta tecnologia dove faceva l’analista di metasistemi. Nel tempo libero programmava software e aveva aperto un blog specialistico: "Applicazioni future nell’analisi computazionale dei metasistemi". Dubitava che qualcuno lo leggesse, ma una sera era squillato il telefono.

"Trish Dunne?" aveva chiesto educatamente una voce di donna.

"Sono io. Chi parla?"

"Katherine Solomon."

Trish per poco non era svenuta. Katherine Solomon? "Ho appena letto il suo libro, Scienza noetica: la via moderna alla sapienza degli antichi, e ne ho parlato sul mio blog!"

"Sì, lo so" aveva detto cortesemente Katherine. "La chiamo proprio per questo."

Naturale. Trish si era sentita stupida per non averci pensato prima. Anche i grandi scienziati cercano il proprio nome su Google.

"Il suo blog mi ha incuriosito" aveva continuato Katherine. "Non sapevo che la modellazione dei metasistemi fosse così avanti."

"Oh, sì!" aveva esclamato Trish, intimidita e affascinata dalla fama della sua interlocutrice. "È una tecnologia emergente, con un gran numero di possibili applicazioni."

Avevano parlato per un po’ del lavoro di Trish nel campo dei metasistemi e della sua esperienza nell’analisi, nella modellazione e nella previsione dei flussi di grossi campi dati.

"Naturalmente, il suo libro è troppo difficile per me" aveva precisato Trish "ma ho capito abbastanza da intravedere un possibile punto di incontro con il mio lavoro sui metasistemi."

"Nel suo blog lei scrive che la modellazione dei metasistemi potrebbe trasformare lo studio della noetica."

"Senz’altro. Penso che i metasistemi potrebbero far diventare la noetica una vera scienza."

"Una vera scienza?" Il tono di Katherine era suonato leggermente infastidito. "Perché, adesso non lo è?"

Oh, merda, non era questo che intendevo. "No, be’… volevo dire che… insomma, è un po’ esoterica."

Katherine aveva riso. "Tranquilla, scherzavo. È un’osservazione che mi fanno in molti."

Non mi stupisco, aveva pensato Trish. Persino l’Istituto di scienze noetiche della California descriveva la propria disciplina in termini arcani e oscuri, definendola lo studio delle "vie più dirette e immediate per accedere alla conoscenza al di là di ciò che è normalmente esperibile tramite i sensi e la ragione".

Trish aveva appreso che la parola "noetica" deriva dal greco nous, e significa grossomodo "conoscenza interiore" o "coscienza intuitiva".