Mise in moto la registrazione di un recente giornale radio:
«Oggi, a Londra, la Società per la Protezione della Vita sugli Altri Pianeti ha tenuto un raduno di massa a Trafalgar Square, per accogliere, si è detto, le creature superiori che si stanno impadronendo del nostro pianeta. Queste creature benevole, che i membri della Società chiamando Guardiani Galattici, stanno prendendo il potere, si dice, per impedirci di scatenare una guerra disastrosa.
«Intanto, nel resto della città, migliaia di veicoli sono rimasti bloccati in un colossale ingorgo del traffico, causato sia dal funzionamento difettoso dei semafori diretti dai computer sia dalla comparsa di un numero senza precedenti di automobili funzionanti senza guidatori.
«A Parigi, il governo ha spiegato in parte la recente ascesa nello spazio della Torre Eiffel. Il Ministero dello Spazio ha ammesso di aver preparato il lancio, ma ha affermato che si è trattato di ‘un problema teorico per i nostri computer’. Non è stato spiegato come mai è stato realizzato il piano, ma si è fatta qualche allusione enigmatica a un possibile rapporto con il crollo del palazzo dell’ambasciata americana. Oggi il governo si dimette su richiesta dell’esercito, che a sua volta si sta sciogliendo.
«Il governo di Bonn ha ceduto al nuovo Partito Dadaista, che ha proclamato il proprio programma politico con due slogan: ‘Marmellata domani e marmellata ieri, mai marmellata oggi’ e ‘Ad ogni uomo il suo pallone da football.’
«A New York, il ponte di Brooklyn, il Verrazzano e il George Washington sono stati dichiarati pericolanti, dopo l’asportazione di piloni e travature di ferro ad opera di quelli che sono stati descritti come ‘vascelli non guidati da uomini’. In seguito al crollo di parecchi edifici centrali, l’isola di Manhattan viene ora evacuata attraverso i tunnel e per via d’acqua.
«Il Cremlino ha ufficialmente dichiarato guerra agli Stati Uniti d’America, ma ha accettato di non bombardare il continente americano dato che si attendono da un momento all’altro le dimissioni del governo statunitense. È stata segnalata un’attività di missili, sia da parte americana che da parte russa, ma finora non si ha notizia di bombardamenti.»
Smilax spense il registratore. «Non ci saranno bombardamenti,» disse, orgoglioso. «I missili statunitensi non hanno testate nucleari. Sono dotati di capsule capaci di volare e di atterrare come aerei, e piene zeppe di cellule del Sistema Riproduttivo… quelle che lei chiamerebbe scatolette grige.»
«È una menzogna!» urlò rauco Grawk, agitando pazzamente in aria le gambe e le braccia.
«Così va bene, Grawk! Dia tutta l’energia che ha!»
Smilax rise fino a quando ritornò nel suo ufficio.
Però, quando sedette sulla poltrona da dentista e cominciò a trapanarsi una cuspide, il suo umore passò dalla gaiezza alla malinconia. Ma perché doveva essere così infelice? Perché aveva voglia di rovesciare indietro la testa e di ululare? Non stava per diventare Padrone del mondo?
La risposta era ovvia: non c’era una padrona con la quale dividere il suo regno. Ah, sì, quella era la ragione. Susie era tanto cara, ma… era solo una bambina, un semplice passatempo.
Ma Aurora Candlewood… ah, quella non era un gingillo, ma una donna. Sì, una donna appassionata, ne era certo, ma anche una scienziata, fredda come la lama di un bisturi, impersonale come l’elettricità. Sarebbe stato disposto a darle qualunque cosa… ma lei l’aveva abbandonato.
All’improvviso smise di trapanare e si piegò in avanti per sputare. Perché arrendersi così facilmente? Un cuore fiacco non… eccetera, dopotutto. Fino ad ora non le aveva rivelato i suoi sentimenti. Forse lei non aveva capito la profondità dei suoi sguardi.
L’avrebbe seguita! Sì! L’avrebbe corteggiata e assediata fino a quando lei avrebbe dovuto dirgli di sì.
Ma se lei non lo avesse detto? Se avesse rifiutato? Scacciò quel pensiero. Aveva tutto il tempo di immaginare ciò che avrebbe fatto se lei l’avesse respinto. Ciò che avrebbe fatto a se stesso… e al mondo.
Capitolo Ventiduesimo
I fratelli Frankenstein
«Sia che possiamo o non possiamo conservare un certo controllo sulle macchine, presumendo che lo vogliamo, la natura delle nostre attività ed aspirazioni verrebbe cambiata completamente dalla presenza sulla Terra di esseri intellettualmente superiori.»
«Sono divenuto sempre più e più certo,» esclamò Brian Gallopini, «che non soltanto questo Sistema Riproduttivo ha il diritto d’esistere, bensì anche quello di prosperare, in quanto esso è, in molti sensi, erede della Terra più legittimo di noi. Osservate: è più robusto, più grande, capace di riprodursi meglio e più rapidamente che non sia l’uomo. È intelligente come l’uomo, ma certamente più svelto di spirito. Enfin, non ho dubbi che sia di moralità incorruttibile e dotato, a giudicare da quanto è accaduto a Harry, anche di giustizia poetica.»
Carichi di sacchi di provviste, i tre viaggiatori erano appena scesi dal camion nei pressi di Millford, Utah, e stavano salendo una gran rampa metallica che portava nella cittadina.
«E là ove sia la giustizia poetica, deve esserci anche un poeta per cantarla:
«Io penso che questo Sistema Brobdingnagiano contenga più giustizia e saggezza di mille poeti… più di quante ve n’abbiano riversate i suoi creatori,» continuò, volgendo lo sguardo acquoso da Daisy a Cal. «Ed or mi chiedo se la nostra missione qui non sia un errore. Darsi non può che condanniamo a morte uno spirito più nobile del nostro? O più meritevole di vita?»
Cal si schiarì la gola. «Non sono affatto sicuro che noi possiamo far qualcosa, qui,» disse. «E preferisco pensare che ci limitiamo a spegnere una specie di elettrodomestico. È solo una misura temporanea, dopotutto, fino a quando impareremo a controllare il Sistema.»
«È appunto questo,» disse il Professore. «È giusto che noi lo controlliamo? Non può darsi che i nostri meschini fini umani disonorino e contaminino questa prodigiosissima macchina? Non può darsi che noi abbiamo a distoglierlo dal suo vero destino… dall’Armonia Suprema con l’Universo? Dopotutto, è una colonia di creature superiori in ogni aspetto.»
«Sembra superiore,» ammise Cal, indicando il Laboratorio Wompler, da cui usciva un flusso continuo di scatole grige. Non c’era traccia di cavi elettrici, di fumo, di polvere o di rumore. «Quella, per esempio, è la mia concezione di una fabbrica perfetta. Ma la superiorità non dovrebbe essere qualcosa di più della semplice efficienza? E se noi la fermiamo, non ci dimostriamo superiori, almeno nella capacità di sopravvivere?»
«Sofisma!» gridò Brian. «È peccaminoso, sì, peccaminoso manomettere la perfezione razionale. Il Sistema Riproduttivo è l’incarnazione di tutto ciò che è giusto e ragionevole. Non può, non deve esser sminuito dalle nostre teorie vessatorie. Se posto non v’è per l’uomo, ebbene sia! L’uom si faccia da parte, acciocché il suo successore più grande e più perfetto aver possa lo spazio per crescere!» Estraendo il fazzoletto macchiato di tabacco da fiuto, si soffiò il naso con un gesto vigoroso e collerico, poi precedette gli altri nel Laboratorio Wompler.
«Mani in alto!» gridò una voce debole e lontana. «Mettetevi contro al muro!» Dopo essersi guardati intorno, i tre scoprirono che la voce usciva dalla bocca di un giovanotto magro e dall’aria famelica in uniforme dei Marines, seduto sul pavimento ai loro piedi. Sembrava stesse cercando di districare qualcosa che portava al fianco, e alla fine riuscì a estrarre un’automatica calibro 45. Lentamente, reggendola con entrambe le mani, alzò la pistola per puntarla contro di loro. L’arma tremò per un secondo, poi cadde sul pavimento. Il giovanotto lanciò gemiti dolorosi e assunse un’espressione triste. «Non potete entrare senza un lasciapassare,» disse, con quella voce debole e lontana.