Ma ancora più importante della felicità degli ex impiegati statali era la prevenzione della guerra. E questo venne realizzato grazie al progetto LULU (Longrange Unilateral Locking Up: Messa Sottochiave Unilaterale a Largo Raggio). Metteva sottochiave, poniamo, una testata nucleare o un carro armato o un lanciafiamme di ognuna delle due nazioni. Poi saldava a dovere la serratura. Poi versava una colata di cemento sul tutto. Poi applicava una costosissima corazza al gigantesco blocco di cemento. Poi, se i contribuenti non si erano ancora stufati dell’intera faccenda, costruiva agili e costose navi a propulsione atomica con il solo scopo di trasportare i grandi blocchi di cemento a un certo punto dell’oceano, dove erano ancorate le Zattere da Guerra degli Stati Uniti e dell’Unione Sovietica. Lì ogni pezzo d’armamento veniva attaccato alla Zattera da Guerra della sua nazione per mezzo di un lungo cavo d’acciaio, e veniva calato sul fondo dell’oceano. In quel modo le due nazioni erano in grado di accumulare quantitativi enormi di armi del tipo più tremendo (in modo da dare ai rispettivi cittadini un piacevole senso di sicurezza), ma nessuna delle due poteva tentare un attacco di sorpresa. Ed era sempre rassicurante sapere che eravamo noi ad avere i caccia più veloci, le bombe del tipo più nuovo, o un numero doppio di bazooka, là sul fondo, di quanti ne avessero «gli altri».
Ma doveva esserci qualcuno a sorvegliare quel deposito oceanico, perciò tutti quelli che volevano restare nel servizio militare dovevano fare un turno di guardia sulla nostra Zattera da Guerra. Naturalmente, c’erano molti particolari spiacevoli, che rendevano poco affascinante il servizio sulla Zattera. Le Zattere da Guerra degli americani e dei russi erano lontane poche decine di metri l’una dall’altra, e i loro occupanti erano autorizzati a spararsi a vicenda con piccole armi, ogni volta che ne avevano voglia. In secondo luogo, il vitto consisteva di piselli in scatola e di polvere d’uova, in grande abbondanza. Al personale non venivano distribuite pillole contro il mal di mare. La ferma minima era di cinque anni, e la rafferma minima era di dieci. Infine, il comandante della Zattera Americana era un tiranno semileggendario, il generale Jupiter Grawk, mentre la Zattera Russa era comandata da una donna vecchissima e molto cattiva, la generalessa Lotte Smilax.
Sì, il Sistema si era addossato molti lavori sgradevoli, e perciò adesso gli era stato accordato il piacevolissimo compito di sposare un eroe e un’eroina.
«VUOI TU, CALVIN, PRENDERE LA QUI PRESENTE AURORA PER TUA LEGITTIMA SPOSA…?»
Con mani tremanti. Cal batté sui tasti: «Sì.»
«Sì,» disse Jim Porteus, sorridendo a Susie, la sposa. Lei ricambiò il sorriso con le lacrime agli occhi. Pensare che lui la voleva ancora, che la sposava lo stesso, pur sapendo la storia delle tonsille… Susie si sentiva svenire dalla felicità.
Jim Porteus non pensava affatto al suo matrimonio. Aveva deciso che tanto valeva sposarsi: quella maledetta macchina aveva tolto ogni gusto agli affari e alla politica. Tanto valeva che diventasse ingegnere o inventore. Proprio adesso, gli era venuta l’idea di un’invenzione, che gli avrebbe fruttato una fortuna. L’avrebbe chiamata «Valletto Automatico Porteus», un nome dignitoso per una macchina elegante. Avrebbe allacciato le cravatte… qualunque nodo desiderato: bastava premere un bottone…
Il ministro si schiarì la gola. «E tu, Susie…?» Quella mattina, nella piccola cappella, a Santa Filomena, non c’era nessuno con gli occhi asciutti. Uno spettacolo consolante. Ma nessuno piangeva più abbondantemente della povera Madge Suggs. Avrebbe dovuto confortarla, dopo la cerimonia, pensò il ministro. Le avrebbe detto che non perdeva una figlia, ma acquistava un figlio…
«Sì,» disse Mary Junes Beele Brioche, a Las Vegas (Nuevas), nella Chiesa del Salvatore Psichedelico.
«E allora vi dichiaro,» intonò Sua Sacra Altissima Venerabilità, il Reverendissimo Kevin Mackintosh, «… vi dichiaro astronauta e moglie.» E cominciò il count-down.
Cal e Aurora avevano già ricevuto tonnellate di biglietti e di telegrammi e di lettere di felicitazioni, che adesso il Sistema stava dividendo e inserendo nella cerimonia. Presentò loro i calorosi rallegramenti di Elwood Trivian, Ph. D., il quale annunciava anche l’apertura della sua nuova Scuola per Macchinisti di Locomotive a Vapore, a Miami (sopra la lavanderia a secco).
Un altro telegramma diceva:
«MILLFORD, UTAH 10 35. NON SONO MORTO PER MORSO DI SERPENTE. SONO RIMASTO IN ANIMAZIONE SOSPESA O QUALCOSA DI SIMILE PER LE SEI SCORSE SETTIMANE. CONGRATULAZIONI E AUGURI VIVISSIMI ALLA COPPIA FELICE. MIA SALUTE OTTIMA A PARTE RAUCEDINE PER ECCESSIVA DETTATURA POST-TRANCE. AVETE IDEA DI COSA PUÒ ESSERE UNA CONCATENAZIONE ININTERROTTA DI SEI SETTIMANE DI PENSIERI? HO INVENTATO UN NUOVO CALCOLO ECONOMICO E HO AVUTO ALCUNE INTERESSANTI IDEE SULLA POSSIBILITÀ DI VOLARE A VELOCITA SUPERIORI A QUELLA DELLA LUCE. CREDETEMI, ANIMAZIONE SOSPESA SOSTITUIRÀ PRESTO TUTTE LE ALTRE DROGHE.
«P.S. DITE A LOUIE CHE È UFFICIALMENTE FORBICE NERA.»
Dopo aver consegnato questo telegramma, il QUIDNAC attese che il contenuto venisse assimilato e poi batté, prudentemente:
«VI DICHIARO MARITO E MOGLIE, A MENO CHE ABBIATE AFFERMATO IL FALSO NEI MODULI DI RICHESTA.»
Poi si aprì uno sportello, consegnando agli sposi un sacco d’oro ed il certificato di proprietà di un palafreno candido come il latte che li attendeva fuori: i doni del popolo riconoscente.
Cal non sapeva cavalcare, ma aiutò Aurora a salire sul destriero e lo condusse per le briglie lungo la Quinta Strada. Tutte le campane della città di New York squillavano annunciando la lieta novella, mentre dai palazzi degli uffici venivano lanciati palloncini multicolori e stormi di nivee colombe.
Arrivati alla Battery, gli sposi s’imbarcarono su di un veliero per recarsi in una terra lontana, mentre tutti i cittadini di New York piangevano e masticavano caramelle e levavano in alto i bambini perché li vedessero. A parte tre vecchi dalle uniformi sbiadite, che non alzarono gli occhi dal loro Gioco dell’Oca, non vi fu uno solo, tra la folla, che non augurasse ogni felicità a Cal e ad Aurora, quando le bianche vele si riempirono di vento, ed il brigantino si allontanò silenzioso dal molo puntando verso il mare.