Come succede spesso quando si dice a una persona di non guardarsi attorno, Betty girò immediatamente la testa. — Di chi stai parlando, tesoro?
Redpath guardò di nuovo, e fu sorpreso di scoprire che quell’uomo strano era scomparso. I cespugli non erano abbastanza fitti da poterlo nascondere; per cui dovette concludere che l’uomo, ansioso di non farsi vedere, era fuggito al riparo dietro un albero.
“Cristo, ma questo posto sarà sempre così? Forse mi conviene tornare con una cinepresa e girare dal vivo il film più bizzarro di tutti i tempi.”
— Credevo di aver visto un guardone — disse.
— Sarà la tua cattiva coscienza. — Betty esalò una boccata di fumo nella sua direzione. — Hai una cattiva coscienza, John?
— Non ancora, però la sto cercando.
Betty gettò la sigaretta fumata a metà con un’aria talmente decisa da farlo sussultare. — È meglio che tu venga a vedere la stanza. Prima di prendere una decisione, insomma. Che ne dici?
— E lontano?
— Non molto. Woodstock Road.
— Non è molto vicino — disse Redpath, in un ultimo sforzo di allontanarsi dall’orlo del precipizio. — Capisci…
— Ti do un passaggio io. Ci vorranno dieci minuti. Poi ti riporto in città. — Betty si alzò, puntando il petto verso di lui. Nell’insieme, fra i seni sporgenti, i pantaloni con la vita bassa, la cintura di pelle e le borchie di rame sembrava un cowboy da rodeo. I suoi capelli neri, ondulatissimi, erano ricchi di oli naturali e le arrivavano molto sotto le spalle.
Redpath sentì ritornare il desiderio nudo, istintivo, che aveva provato prima. “Roba da morirci” pensò, usando la terminologia che era in voga anni fa tra i suoi compagni di scuola. “Roba da uscire di testa. Ottima per dimenticare quel pezzo di ghiaccio di Leila e le facce scorticate.”
Si alzò in piedi, sorridente, deciso, e si avviò verso il cancello del parco con Betty. In lontananza passò un treno, lasciandosi dietro una nube di fumo bianco. Camminando, Redpath tracciò un elenco mentale delle tre possibilità relative a quella donna. Poteva darsi che fosse solo una prostituta, e che la storia della pensione fosse una precauzione a uso della polizia; poteva darsi che effettivamente avesse la pensione, che i suoi appetiti fossero molto sviluppati, che non avesse inibizioni e che seguisse la pratica di unire l’utile al dilettevole; e poteva anche darsi che possedesse la pensione e un marito di dimensioni gigantesche, ma che usasse metodi poco scrupolosi per attirare gli ospiti. Stava soppesando la terza possibilità (dopo tutto Betty aveva pronunciato frasi estremamente ambigue) quando raggiunsero una fila di auto parcheggiate.
Togliendo di tasca un mazzo di chiavi, Betty si fermò accanto a un camioncino Ford grigio, sporco di fango. — E aperta — gli disse, indicando la portiera di destra.
— Okay. — Chiedendosi perché mai il camioncino gli sembrasse familiare, Redpath aprì la portiera. Restò di stucco. L’uomo che aveva visto al parco, lo sconosciuto col mento enorme, gli sorrideva dal sedile passeggeri. Redpath restò in silenzio per un attimo, senza capire.
Betty spalancò l’altra portiera, vide l’uomo e si fermò. — Cosa ci fai qui? — chiese con una certa esasperazione, ma niente affatto sorpresa.
— Dammi un passaggio, Betty — rispose l’uomo. La sua voce era dolce, quasi melodiosa, in netto contrasto col suo aspetto stranissimo. — Dammi un passaggio fino a casa.
Lei si portò le mani ai fianchi. — Albert, mi hai seguita?
— No, Betty, giuro. Ho solo visto il tuo camioncino. — L’uomo fece un cenno vago con le sue mani enormi. — Voglio un passaggio fino a casa.
— Va bene, però devi metterti dietro.
— Sì, Betty, sì. — L’uomo indirizzò un sorriso di trionfo a Redpath e cominciò ad arrampicarsi sul sedile, fra le tenebre del vano posteriore. Si muoveva goffamente, impedito dalla mancanza di spazio e dalla tuta aderente. Da una tasca della tuta usciva, stranamente, un pacchetto di sigarette americane. Redpath distolse gli occhi dall’uomo, guardò verso il parco. Quel tipo, Albert, in effetti stava seguendo Betty, che forse era la sua padrona di casa; ma una sua caratteristica ancora ‘più notevole era che, nonostante il fisico tanto goffo, doveva essere riuscito a percorrere diverse centinaia di metri senza farsi vedere, e alla velocità di un atleta olimpionico. Tra la panchina su cui sedeva Redpath e il cancello si stendeva una zona di terreno allo scoperto, per cui Albert doveva aver fatto un giro piuttosto lungo, eppure era arrivato al camioncino prima di loro. Era davvero difficile capire come ci fosse riuscito.
— Sali, tesoro — disse Betty, e accese il motore.
Redpath fece una smorfia, poi salì e chiuse la portiera. Betty partì subito. Maneggiava il volante e il cambio con competenza assoluta. Redpath rimase in attesa, ma passarono diversi minuti e non successe niente. Allora intuì che lei non gli avrebbe presentato l’altro passeggero e non avrebbe spiegato la sua presenza. Albert si era sistemato sullo strato di sacchi di patate, giornali e brandelli di tappeto che ricoprivano il retro dell’automezzo, e sembrava contento di restarsene tranquillamente in silenzio.
“Un’altra luce che mi fruga la nuca. Nei patti non era previsto.”
Redpath si mise a fissare il panorama che aveva attorno e si ritirò nei propri pensieri. Visto che, per decisione cosciente, era passato da un gruppo di consumatori a un altro gruppo (processo che normalmente si chiama farsi strada, ovvero passare dalla classe operaia alla media borghesia), si reputava uomo di due mondi, ma si era scordato di certe cose. Una delle battute che ripeteva più spesso diceva che la differenza principale tra la classe operaia e la media borghesia consiste nel fatto che gli operai non si sentono obbligati a rispondere alle lettere; ma adesso gli veniva in mente un’altra caratteristica più saliente. Nella sua infanzia, e nei primi anni di gioventù, non aveva mai assistito a una presentazione fra due persone. Lui stesso, a quindici anni, aveva incontrato una ragazza, era uscito tre volte con lei spassandosela per bene, e l’aveva lasciata senza nemmeno sapere come si chiamasse. Riflettendoci, gli sembrava che solo nelle classi “alte” la gente si sentisse a disagio in presenza di qualcuno che non fosse stato presentato e chiaramente identificato, forse perché le classi alte avevano più da perdere, e ogni sconosciuto costituiva una minaccia potenziale…
“Impossibile. Io non ho un accidente di niente da perdere, eppure non mi va di stare chiuso in uno scatolone di latta con qualcuno che non conosco. Specialmente se sembra uscito da un telefilm della famiglia Addams. È ora di tagliare la corda, vecchio mio.”
Il camioncino raggiunse Woodstock Road, un canyon di vecchi edifici di mattoni rossi, molti dei quali, specialmente agli incroci, erano stati trasformati in botteghe e filiali di banche o di compagnie d’assicurazione. Poco dopo, svoltando prima a sinistra e poi a destra in strade ancora più strette, Betty York fermò il camioncino davanti a una casa alta, vicina a una fila di costruzioni vittoriane. L’edificio apparteneva alla vasta e intramontabile famiglia di case che nel secolo passato si stendevano da un capo all’altro dell’Inghilterra. Costruite secondo criteri migliori, da parecchi punti di vista, di quelli dell’edilizia moderna, praticamente identiche come dimensioni e disposizione generale, abbondantemente diffuse in ogni paese e città, quelle case servivano soprattutto a ospitare studenti, giovani coppie e persone anziane; callisti, massaggiatori, architetti alle prime armi, agenzie pubblicitarie di dimensioni modeste, istituti di carità non troppo ricchi; servivano da sfondo suggestivo agli scandali più sordidi e ai delitti più sensazionali. Ed erano il tipo di casa che Redpath aveva sempre odiato.
Scese dal camioncino, si fermò sul marciapiede. Scrutò la porta marrone scuro e le finestre, il numero 131 scolpito sulla traversa, il muschio che si insinuava fra i mattoni, il fazzoletto di giardino col terreno nero ma sterile e i ciuffi d’erba rada. Albert gli passò di fianco strascicando gli stivali, scomparve in casa lasciando aperta la porta. Redpath guardò la facciata ed ebbe uno strano brivido, un tocco gelido alla nuca, quando si accorse che la porta interna, appena intravista, aveva al centro dei pannelli di vetro un grande giglio color ambra.