Comunque, arrivò a Hartford. Andò a piedi fino al lato nord della città e si nascose dietro un distributore fino a quando sentì un automobilista, fermatosi per far benzina, domandare la strada per Hartford. E quando la macchina riparti, Mitkey era salito clandestinamente a bordo.
Il resto non fu difficile. I calcoli dei prxliani avevano dimostrato che il punto di partenza del razzo era cinque miglia terrestri a nord-ovest di quella che appariva come una città sulle loro mappe telescopiche e grazie ai soliloqui del professore, Mitkey sapeva che quella era Hartford. E arrivò
— Salfe, professore.
Herr Professor Oberburger alzò gli occhi, sbalordito. Non c’era nessuno. — Kosa? — domandò all’aria. — Khi è?
— Sono io, professore. Mitkey, der topo khe lei ha mantato sulla luna. Ma non ci sono antato. Infece, sono…
— Kosa??? È impossipile. Kvalkuno fuol farmi ein skerzo. Ma… ma nessuno sa di der razzo. Kvando ha fallito, io non l’ho detto a nessuno. Io zoltanto so…
— E io, professore.
Herr Professor sospirò pesantemente. — Ho laforato troppo. Sto difentando matto…
— No, professore. Sono proprio io. Mitkey. Atesso posso parlare. Exsattamente kome lei.
— Dici khe puoi… non lo kredo. Perkhé non posso federti, allora? Dofe sei? Perkhé non…
— Sono naskosto, professore, in der muro dietro der krosso buko. Folevo essere sikuro khe tutto fosse a posto prima di farmi federe. Kosì lei non si sarebbe aghitato und non mi avrebbe tirato dietro kvalkosa.
— Kome? Oh, Mitkey, se sei proprio tu e se io non soghno o non sto ammattendo… Oh, Mitkey, kome puoi penzare khe ti farei una kosa zimile?
— D’akkordo, professore.
Mitkey uscì dal buco, e il professore lo guardò e si strofinò gli occhi, lo guardò di nuovo e si strofinò gli occhi e…
— Sono pazzo, — disse alla fine. — Lui porta der kalzonzini rossi und der guanti… Non è possibile. Sono pazzo.
— No, professore. Mi askolti, le rakkonterò tutto.
E Mitkey raccontò.
— Sì, professore, la kapisko. Lei penza khe una razza intellighente di topi und una razza intellighente di uomini non possono koesistere fianko a fianko. Ma non sarebbero fianko a fianko: kome ho detto, c’è zoltanto pokhissima gente in der pikkolo kontinente di Australia. Und kosterebbe molto poko riportare via tutti kvanti und konseghnare der kontinente a noi topi. Noi lo khiameremmo Topalia inveze di Australia, und chiameremmo der kapitale Dissney inveze di Sydney, in onore di…
— Ma, Mitkey…
— Ma, professore, penzi a kvello che noi offriamo in cambio di kvel kontinente. Tutti i topi andrebbero là. Ne zivilizziamo alkuni und kvelli ci aiutano a premerne altri und a portarli sotto la makkhina di derraggio rosso, und ghli altri ci aiutano a catturarne ankora und a kostruire altre makkhine und sarà kome l’effetto di ein valangha khe rotola giù da ein kollina. Und noi firmeremo ein patto di non aggressione mitt umani und resteremo in Topalia und coltiferemo la terra per rikavare il cibo und…
— Ma, Mitkey…
— Und pensi a kvello khe offriamo in kambio, Herr Professor! Extermineremo i fostri peggiori nemizi… der ratti. Non piazziono neppure a noi. Und ein battaglione di mille topi, armati mitt maskhere antigas und pikkole bombe a gas, potrebbero entrare in oghni tana per exterminare oghni ratto in ein città in ein giorno o due. In der mondo intero, potremmo exterminare oghni ratto in ein anno, und nel contempo potremmo katturare und zivilizzare oghni topo und spedirlo in Topalia und…
— Ma, Mitkey…
— Kosa, professore?
— Funzionerebbe, ma non funzionerebbe. Voi potreste exterminare der ratti, si. Ma kvanto tempo passerebbe prima che i konflitti d’interesse spingessero der topi a zerkare di exterminare der umani o der umani a zerkare di exterminare der…
— Non oserebbero, professore! Noi potremmo kostruire armi khe…
— Kapisci, Mitkey?
— Ma non suzzederebbe. Se ghli uomini rispetteranno i nostri diritti, noi…
Herr Professor sospirò.
— Io… io ti farò da intermetiario, Mitkey, und exporrò la tua proposta, und… Zerto, è vero che sparazzarci dei ratti sarebbe un krande bene per tutta l’umanità. Ma…
— Grazie, professore.
— A proposito, Mitkey, io ho kvi Minnie. Tua moghlie, immagino khe sia, a meno khe ci fossero altri topi. È in der altra stanza. L’ho messa lì poko prima khe tu arrifassi, perkhé stesse al buio e potesse dormire. Fuoi federla?
— Moghlie? — disse Mitkey. Era passato tanto tempo che aveva dimenticato la famiglia abbandonata per forza. Il ricordo riaffiorò lentamente.
— Bene, — disse. — Uhmm… sì. La prenteremo und io kostruirò in fretta ein pikkolo proiettore X-19 und… Sì, sarà di aiuto per lei in der negoziati mitt der goferni, se saremo parekkhi, kosì potranno federe che io non sono zoltanto un fenomeno fivente come penzerebbero altrimenti.
Non fu una cosa voluta. Non poteva esserlo, perché il professore non sapeva che Klarloth aveva avvertito Mitkey di evitare imprudenze con l’elettricità… — Der nuova disposizione molekolare del tuo zentro zerebrale… è instapile und…
E il professore era ancora nella stanza illuminata quando Mitkey corse in quella buia, dove Minnie stava nella sua gabbia senza sbarre. Lei dormiva, e nel vederla… Il ricordo dei tempi andati ritornò in un lampo, e di colpo Mitkey comprese quanto era stato solo.
— Minnie! — chiamò, dimenticando che lei non poteva capire.
E salì sull’asse dove stava lei. — Squii!! — La leggera corrente elettrica tra le due striscioline metalliche lo colpi.
Per un po’ vi fu silenzio.
Poi… — Mitkey, — chiamò Herr Professor. — Torna indietro und diskuteremo kvesta…
Varcò la soglia e li vide, nella luce grigia dell’alba: due topolini grigi rannicchiati, felici, l’uno accanto all’altro. Non riuscì a distinguerli perché i denti di Mitkey avevano lacerato gli indumenti rossi e gialli che all’improvviso gli erano apparsi strani, soffocanti, fastidiosi.
— Kosa è suzzesso? — chiese il professor Oberburger. Poi ricordò la corrente, e comprese.
— Mitkey! Non puoi più parlare? Der…
Silenzio.
Poi il professore sorrise. — Mitkey, — disse, — mio pikkolo topo stellare. Kredo khe atesso sarai più felize.
Li guardò per un momento, affettuosamente, poi tese la mano e fece scattare l’interruttore per interrompere la barriera elettrica. Naturalmente, non sapevano di essere liberi, ma quando il professore li prese e li posò con delicatezza sul pavimento, uno corse immediatamente verso il buco nella parete. L’altro lo seguì, ma si voltò a guardare indietro… c’era ancora una traccia di perplessità in quegli occhietti neri, una perplessità che si dileguò.
— Addio, Mitkey. Sarai più felize kosì. Und der formaggio non ti mankherà mai.
— Squiik, — disse il topolino grigio, e s’infilò nel buco.
Forse voleva dire — Addio.