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— Lui… Lui… — mormorò Sacheverell disperato. Moe lo guardò e Sacheverell non disse più niente.

— Per quanto tempo ha dormito dopo che l’hai colpito? — chiese Moe a Jack.

Jack si inumidì le labbra. — Quasi fino a ora — disse. — Fino a cinque minuti fa. — Moe indietreggiò fino alla finestra.

Phil sentì qualcosa dentro di sé che lo tormentava costringendolo a muoversi, perché lui certamente non voleva spostarsi di un millimetro.

Avanzò verso Moe, tremando, prima un passo, poi un altro. Sentiva un dolore lancinante attanagliargli il petto, come se venisse fatto a pezzi da immaginari ortho.

— Metti giù quel gatto — riuscì a dire.

Moe lo guardò con aria profondamente annoiata.

— È solo un pazzo — sentì Jack dire a Moe con un sussurro ansioso. — Non darà alcun fastidio.

— Su questo non ho dubbi — disse Moe seccamente, e trasferì la pistola nella mano che teneva Lucky.

Ma Phil continuò ad avanzare verso la figura torreggiante. Cercò di fermarsi, ma il tormento che provava dentro non glielo permise. E ancora una volta, suo malgrado, aprì le labbra e parlò.

— Mettilo giù. Non puoi averlo. Nessuno può. — Sollevò i pugni, ma il sinistro era come morto.

Moe lo guardò disgustato. Il grosso pugno si mosse verso la mascella di Phil, molto lentamente. Eppure, per qualche ragione, non ebbe il tempo di scansarsi.

8

Phil si dibatteva in una grigia risacca rinvigorente. Poi si accorse che era un asciugamano umido col quale Juno lo stava massaggiando.

— Come va la testa? — chiese lei con un sorriso che mise in mostra la cicatrice sul labbro.

Gli sembrava che la testa gli pesasse più del solito, ma non sentiva alcun dolore particolare, finché con la mano non toccò il rigonfiamento sul mento.

— Stai benissimo — gli disse Juno, gettando l’asciugamano sul tavolo nero e argento rovesciato. Phil ne dubitava.

— Credete che il signor Brimstine possa essere un Belzebita?

Phil girò cautamente la testa. Sacheverell, la cui tunica verde pareva ora un accappatoio appariscente e non troppo pulito e la cui carnagione scura era tornata a essere una semplice abbronzatura, era impegnato in una specie di consulto con Jack e Cookie. Stavano bevendo. Mary si dava da fare al suo tavolo di lavoro.

— Un che? — chiese sospettosamente Cookie.

— Ma sì, un Satanista, un adoratore del Diavolo — spiegò bruscamente Sacheverell. — Questo spiegherebbe il suo furto del Gatto Verde. Un Satanista si opporrebbe con tutte le forze al fiorire del bene nel mondo.

— Piantatela di dire scemenze — lo interruppe Cookie. — A Moe Brimstine non interessano affatto queste robe mistiche. A lui interessano solo i soldi. E lo stesso vale per il signor Billig. E Moe Brimstine lavora solo per se stesso o per il signor Billig. O probabilmente per entrambi. Non è così, Jack?

Il re non pareva incline alla loquacità, ma rispose con un convinto cenno di assenso.

Juno mise un bicchiere nelle mani di Phil. — Bevi questo — gli disse. Phil guardò il liquido bruno. — Che cos’è? — chiese.

— Non latte di soia — lo assicurò lei. — Bevilo!

Il whisky, a cui era mescolato qualcosa di amaro, gli bruciò la gola e gli fece lacrimare gli occhi, ma quasi immediatamente la testa cominciò a schiarirglisi. Ispezionò la stanza. A parte il tavolo di Mary, nulla era stato rimesso a posto, ma qualcuno aveva coperto la finestra rotta col tappeto di preghiera.

— E poi — stava dicendo Cookie con grande sicurezza — anche quella vostra idea che il gatto sia una roba mistica è una scemenza.

Sacheverell guardò lui e Jack con espressione esterrefatta. — Ma non l’avete sentito? — chiese. — Non l’avete sentito quello che ha fatto a tutti noi?

Jack si mosse a disagio, evitando il suo sguardo, mentre Cookie si stringeva nelle spalle. — Oh, quello! — rispose nervosamente. — Eravamo fuori di noi, un po’ per la lotta, un po’ per le vostre chiacchiere. Potevamo credere a qualsiasi cosa.

— Ma non avete sentito cambiare il vostro intero essere? — insistette Sacheverell. — Non avete sentito germogliare l’amore e la comprensione universale?

— Universale un accidente! — disse Cookie rudemente. — Io non ho sentito un bel niente. E tu, Jackie?

Il re non annuì, ma neppure scosse la testa. Ed evitò gli occhi di Sacheverell.

Quest’ultimo li guardò con triste stupore. — Vi siete già dimenticati — disse. — Avete voluto dimenticare. Ma come spiegate — chiese a Cookie — il comportamento dei gatti? L’hanno riconosciuto. L’hanno adorato.

— Sono andati in calore, tutto qui — affermò Cookie. — Probabilmente quella bestia è un mutante ermafrodita, supersessuato. E poi c’è un’altra cosa: se quel gatto è davvero soprannaturale e ha tutti questi poteri, perché si è lasciato paralizzare? Perché non ha somministrato anche a Moe Brimstine un po’ di quella roba universale?

— C’era il vetro e una certa distanza fra loro — gli ricordò Sacheverell. — E poi se il signor Brimstine è un Belzebita…

— Inoltre — continuò Cookie senza badargli — perché si è lasciato paralizzare da Jackie, la prima volta? Di’ un po’, Jackie, prima di colpire quel gattaccio hai sentito sbocciare tutto questo amore universale o no?

Jack aggrottò le sopracciglia. — Io l’ho paralizzato istintivamente — disse adagio, gli occhi fissi sul calice rovesciato, che scelse proprio quel momento per rotolare di qualche centimetro. — Ho visto qualcosa con la coda dell’occhio e ho sparato. — Fece una pausa. — Per la verità credevo che fosse un topo.

— Istintivamente o no, l’hai paralizzato, e poi l’abbiamo chiuso nell’armadio non appena ci siamo accorti che era verde — disse Cookie con aria sicura. — Il che prova al di là di ogni dubbio che il gatto non ha alcun potere. È stato Sashy che ci ha fatto credere che ne avesse. Mi aveva talmente suggestionato, che se qualcuno fosse entrato con addosso un lenzuolo arancione dicendo di essere Maometto gli avrei creduto.

— Ma supponete che il Gatto Verde fosse stato colto di sorpresa — replicò Sacheverell. — Ogni divinità ha i suoi limiti. Forse il Gatto Verde non è così abile a leggere nella mente come nell’unire telepaticamente i pensieri e i sentimenti dei mortali.

Cookie fece un rumore volgare. Jack gli gettò una rapida occhiata insieme irritata e implorante, che voleva dire: “Hai dimostrato la tua tesi. Adesso smettila.”

Sacheverell alzò le spalle e disse: — Bene, se devo scendere al vostro livello materialistico, spiegatemi perché allora il Gatto è così importante per il signor Brimstine?

— Che ne so io? — disse Cookie stizzosamente. — Forse lo usa per contrabbandare eroina, o per passare dei documenti segreti a Vanadin: forse appartiene all’attuale amante del re del Sud Africa. Moe ti ha detto qualcosa, Jackie?

— Soltanto che avrebbe pagato diecimila dollari per un gatto verde, sempre che non fosse tinto. Questo un paio di settimane fa. Qualcuno dei ragazzi chiese dettagli, ma lui disse che non ce n’erano. — Si alzò. — Ma a che serve parlarne? Non possiamo fare niente — disse bruscamente guardando Sacheverell, come se lo sfidasse, o lo implorasse, a rispondere.

— Be’… — cominciò Sacheverell.

Phil aveva finito di pensare. Si alzò, spingendo in fuori il suo piccolo petto. — Possiamo salvare il gatto verde da Brimstine — disse. — Chi è con me?