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Carstairs fece in tempo a lanciarle un’ultima occhiata carica d’odio prima di essere portato via con gli altri.

— Venite tutti — disse Billig allegramente. — Vi invito a un piccolo spettacolo. Posso offrirti il braccio, mia cara? Mi sono già dimenticato di quella carezza d’amore, e se prometti di fare la brava bambina dirò a Dora di lasciarti andare. — Mitzie non rispose, ma Dora la lasciò libera, pur con una certa riluttanza. — Vieni, cara — la pregò Billig avviandosi verso il balcone. Mitzie camminò al suo fianco senza guardarlo. Lui non cercò di toccarla. Camminavano in fretta. Billig si guardò alle spalle.

— Muovetevi voi — ordinò esasperato. — Sembrate addormentati.

Brimstine, Dora e Harris si affrettarono a seguirlo. Jack e Phil restarono per ultimi.

— Dovevo farlo — sussurrò Jack all’orecchio di Phil. — Non potevo sapere che recitassi tanto bene da ingannare Billig. Ma per l’amor di Dio non dire più niente su Romadka. So che sei l’amante di Juno. Romadka mi ha costretto a condurlo qui. I suoi amici sono rimasti dagli Akeley. Uccideranno Mary e Sacheverell, anche Juno e Cookie, se lui viene preso.

Phil stava ancora cercando di formulare una risposta quando raggiunsero il balcone. Nella ringhiera si apriva un varco da cui scendeva nell’oscurità una scala, con la prima decina di gradini debolmente illuminati.

Senza preavviso Mitzie si lanciò per le scale, scendendo tre gradini alla volta. Harris si mosse per inseguirla, ma Billig lo fermò con un gesto. — Sta facendo quello che volevo — spiegò tranquillamente — cinque volte più in fretta che se l’avessi costretta. Non hai ancora capito che dobbiamo fare in fretta?

Brimstine stava osservando attentamente Mitzie, ormai appena distinguibile, simile a una falena, nell’oscurità. — Non può più vedere i gradini — disse con ammirazione professionale. — Quella ragazza ci sa fare.

Billig alzò le spalle e si avvicinò a un quadro di comando sulla ringhiera. Prese un telefono e si fermò un attimo pensieroso, come per essere sicuro che fossero trascorsi esattamente quindici secondi da quando aveva parlato a Hayes, e non dodici o tredici.

— Hayes? — disse, poi mormorò rapidamente qualcosa. Fece una pausa aggrottando le sopracciglia, come se Hayes si stesse dimostrando incredibilmente lento a capire. — Certo, certo!

Poi premette un bottone e una luce accecante trasformò l’oscurità in un immenso garage, vuoto e grigio, col pavimento a una decina di metri dal balcone. C’erano una quantità di segnali che indicavano in quali direzioni dovevano muoversi le macchine, solo che non ce n’era neanche una. Lungo le pareti si aprivano una decina di grandi porte, otto delle quali con la scritta USCITA. Le scale da cui Mitzie era scesa raggiungevano il centro del garage. Lei era ferma a pochi passi, pietrificata, come accecata dalla luce.

Da qualche parte, in lontananza, un motore elettrico si mise in moto.

— Signore e signori — disse Billig a Dora, Brimstine, Harris e Jack, ma soprattutto a Phil — questo è il luogo dove gli spettatori degli incontri di lotta parcheggiano le loro auto. Ma ora gli incontri sono finiti, e le auto se ne sono andate. — Si sfiorò la guancia, dove i quattro graffi avevano quasi cessato di sanguinare. — Perciò possiamo utilizzare questo spazio per il nostro piccolo spettacolo. Signor Gish, io devo avere il gatto verde. Penso che voi abbiate molto a cuore la bellezza e la vita della ragazza…

Ma Phil, che aveva le braccia bloccate dietro alla schiena da Jack, lo udì a malapena, tutt’intento a fissare Mitzie. Lei sembrò riaversi d’improvviso dal suo stordimento e corse verso l’uscita più vicina. Una fitta grata scese bloccandola, simultaneamente, furono sbarrate tutte le altre uscite. Phil vide le dita di Billig sollevarsi da alcuni bottoni. Tornò a guardare Mitzie e la vide esitare, poi correre indietro verso la scala. Billig toccò un altro bottone e le scale si ritrassero verso l’alto. Mitzie restò tutta sola sul pavimento grigio.

Il ronzio del motore invisibile si fece più forte. Billig si appoggiò alla balaustra e osservò la ragazza pensosamente, come se fosse stato un Caligola o un Nerone, ma più astuto e più pratico. Poi si voltò, estrasse dalla tasca la statuetta di Mitzie e parlò a Phil.

— Signor Gish — disse — voglio assolutamente sapere dove si trova il gatto verde, o dove l’ha portato il vostro dottor Romadka. Oppure preferite che capiti questo a lei, là sotto? — Strappò una delle gambe della statuetta. Phil poteva vedere due coni irregolari di cera dove la gamba si era spezzata. — O questo? — Billig strappò un braccio. — O questo? O questo?

In quel momento un jeep scoperta apparve accelerando da sotto il balcone. Phil vide che a bordo c’erano tre persone, anche se non riuscì a capire subito chi fossero. Ma Mitzie corse verso la macchina gridando eccitata: — Carstairs! — La macchina non si fermò. — Sei meraviglioso — gridò Mitzie. D’improvviso la macchina accelerò puntandole addosso. Mitzie dovette saltare di lato per non essere investita.

La macchina fece un’ampia curva. Mitzie si rialzò.

— O questo! — sibilò Billig a Phil, e strappò la bambolina alla vita, schiacciandole i seni con il pollice. — Ora ditemi per favore dove si trova il dottor Romadka.

— Non lo so! — urlò Phil, lottando per liberarsi da Jack, che gli sussurrò agitatissimo in un orecchio: — Bene, non dire una parola.

— Vi ricordo — continuò Billig rapidamente, prendendo qualcosa da sotto la giacca — che sarà molto peggio per lei, come per chiunque altro, se a farle del male sono delle persone che lei ha idealizzato, piuttosto che coloro che odia. Avanti, ditemi del gatto. Vedete, questo è un ortho. Posso fare a pezzi quella macchina nel momento in cui me lo dite.

Ma Phil, come tutti gli altri, stava osservando Mitzie. Dopo essersi rialzata non si era più mossa. Restava lì immobile, guardando la macchina che le veniva addosso. Arrivò così vicina che Phil poteva già vedere la testa nera della ragazza contro il muso cromato, ma poi di colpo la jeep sterzò, mancandola di un soffio. Mitzie rimase immobile come una statua; la gonna corta le sbatté contro le gambe per lo spostamento d’aria.

Poi si voltò a guardare la macchina che si allontanava.

— Conigli! — li schernì, a voce alta.

Per un istante nessuno sul balcone si mosse. Poi si udirono dei colpi sordi e Phil si rese conto che Moe Brimstine stava picchiando con i pugni sulla balaustra. — Lo dicevo io che quella ragazza ci sa fare!

— Già, proprio così — mormorò Billig seccamente. Brimstine, con aria vergognosa, cessò di applaudire.

— Ma prima o poi la prenderanno — continuò Billig rivolgendosi a Phil — a meno che… — e agitò la grossa pistola nera che teneva con la sua piccola mano. — È meglio che parliate.

La jeep eseguì una curva strettissima sotto il balcone e tornò indietro, col motore che rombava. Mitzie l’attese immobile, con una smorfia sul volto, le mani appoggiate ai fianchi, come prima. Poi, quando Phil credette che l’auto l’avesse già travolta, lei fece un balzo. Una ruota le sfiorò il piede. La jeep proseguì nella sua corsa.

— Imbecille! — urlò Mitzie.

Brimstine sollevò entrambi i pugni sulla balaustra, guardò Billig e li abbassò con uno sforzo lungo i fianchi. Phil si accorse di avere le braccia intorpidite, da quanto Jack gliele stringeva. Dietro a Billig, Harris e Dora erano chini sulla balaustra, attenti come scommettitori.

Ma Billig, per quanto dovesse essere lui un giocatore, non era né attento né tranquillo. — Sentite, signor Gish — disse in fretta. — Non piacerebbe neanche a me vedere quella ragazza sfracellata, e Brimstine già pensa di scritturarla per un numero. Questa è probabilmente l’ultima occasione che vi resta per salvarla. Dov’è Romadka? Dov’è il gatto?