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Ma la sorpresa successiva gli venne da qualcosa di più vicino. Aveva fatto il giro della casa, dopo aver frugato il giardino posteriore, egualmente privo di vita e non curato, quando vide un uomo dai capelli neri che lo guardava dalla strada.

Quello che lo allarmò di più era la straordinaria somiglianza dell’uomo con la ragazza che Phil aveva visto spogliarsi aell’appartamento di fronte al suo, quella con gli zoccoli. L’uomo aveva la stessa vivace espressione da fauno.

Phil si sentì gelare. Ma l’uomo si limitò a sbadigliare, si voltò e se ne Andò, canticchiando o fischiettando un motivetto che gli fece venire la pelle d’oca, perché gli ricordava qualcosa che aveva sentito nel suo sogno.

Tutta quell’esperienza stava assumendo sempre più le caratteristiche di un sogno ad occhi aperti: la casa silenziosa, il giardino abbandonato, la sua inutile ricerca, il ricordo malinconico dell’addio di Mitzie, la sensazione opprimente di un passato morto. Tuttavia la sensazione che Lucky fosse vicino era sempre forte, e alla fine Phil si rese conto che avrebbe dovuto fare una cosa che aveva fino a quel momento evitato.

Salì riluttante i gradini che portavano alla porta d’ingresso sotto il piccolo portico, allungò la mano verso la maniglia, poi, per allontanare ancora un po’ il momento fatidico, chiamò alcune volte: — Lucky!

Qualcuno, alle sue spalle, chiese gentilmente: — Cercate un gatto?

Phil si voltò con una sensazione di colpa, e si trovò di fronte un uomo molto vecchio, alto e fragile come uno spirito, e apparentemente altrettanto silenzioso, dal momento che Phil non l’aveva neppure sentito arrivare. Il suo viso sottile, pieno di rughe, coi capelli bianchi tagliati corti, aveva un’aria di inquietante familiarità. Quel viso univa alla nobiltà di un asceta precristiano una nota di irriverente umorismo, come se il suo possessore fosse ritornato a una saggia fanciullezza. Nonostante il batticuore che gli aveva procurato quella domanda, così sorprendentemente precisa, a Phil l’uomo piacque fin dalla prima occhiata.

Vedendolo esitare, il vecchio proseguì: — Il mio interesse, sia detto per inciso, è puramente accademico. O se preferite è una curiosità infantile, il che è poi lo stesso. — I suoi occhi ebbero un lampo malizioso. — Si tratta forse di un gatto verde? — chiese rapidamente. — No, non occorre che rispondiate a questa domanda, non più di quanto abbiate risposto alla prima. Non voglio mettervi a disagio. È solo che la mia mente è abituata a fare le deduzioni più azzardate.

Fece un largo sorriso, e Phil, benché frastornato, non poté fare a meno di sorridere.

— Forse siete un giornalista — continuò il vecchio tranquillamente, — o almeno possiamo far finta che lo siate. Il dottor Garnett chiama sempre la stampa quando la Fondazione Humberford fa qualche scoperta, anche se purtroppo devo dire che la stampa ha smesso di venire vent’anni fa. Ormai la parapsicologia non fa più notizia. Ma forse nel frattempo è cresciuta una nuova razza di giornalisti che si interessa ancora di poteri paranormali. In ogni modo Garnett e gli altri saranno felicissimi per la presenza della stampa.

— Volete dire che la Fondazione Humberford si occupa di percezioni extrasensoriali e altre cose del genere? — chiese Phil.

— Dovreste saperlo, dal momento che siete stato mandato qui per fare un articolo — disse il vecchio con aria di rimprovero. — Certo, i reporter spesso non hanno la più pallida idea di quello che dovrebbe essere l’oggetto del loro articolo, così siete scusato.

Phil si sorprese di nuovo a sorridere. Non riusciva a capire come mai il vecchio sapesse di Lucky, né cosa c’entrasse in tutta la vicenda, ma si sentiva stranamente sicuro che non aveva niente a che fare con le organizzazioni che stavano dando la caccia al gatto. E la maliziosa finzione del vecchio che Phil fosse un giornalista poteva servire almeno a fargli superare quella porta imponente e dare un’occhiata in giro.

— E così la Fondazione Humberford ha fatto una nuova scoperta nel campo della parapsicologia? — chiese in tono discorsivo.

L’altro annuì. — Il dottor Garnett era molto eccitato. Tanto che non ha avuto tempo di spiegarmi di cosasi trattava, tranne che si stanno ottenendo dei risultati straordinari. È successo stamattina. Così sono corso qui. I poteri paranormali tendono a svanire rapidamente, perciò è meglio studiarli finché ci sono. Garnett ha l’ordine di chiamarmi non appena succede qualcosa di interessante. In verità quasi tutti i laboratori scientifici della regione hanno questo ordine, solo che gli altri non sempre mi chiamano. Ma, grazie a Thoth, Garnett non lavora in un campo sottoposto al benevolo controllo dei servizi di sicurezza, e lui stesso non ha una mentalità del genere. Anzi, non sono neppure certo che abbia mai sentito parlare dell’FBL. Così potreste fare davvero un bel colpo, signor…?

— Gish. Phil Gish.

La mano del vecchio strinse la sua. Era leggera come una piuma. — Morton Opperly.

Phil lo guardò per parecchi secondi, senza fiato. — Il…?

L’altro annuì con un’alzata di spalle, come per scusarsi. Phil ci mise un po’ prima di convincersi. Quello era Morton Opperly, lo scienziato che aveva lavorato al Progetto Manhattan, che aveva firmato insieme a Einstein la Dichiarazione dei Fisici, che aveva cercato senza successo di farsi imprigionare per il suo rifiuto di svolgere ricerche durante la terza guerra mondiale, che era diventato una leggenda. Phil aveva sempre creduto che fosse morto da parecchi anni.

Guardò il famoso scienziato con felice reverenza. La domanda che gli venne spontanea alle labbra fu una testimonianza dell’abilità di Opperly nel creare un’atmosfera di discussione libera, senza restrizioni, sconosciuta ormai in America fin dal 1940.

— Signor Opperly, cosa sono gli ortho?

— Gli ortho? Potrebbe essere un’abbreviazione di molti termini scientifici, Phil, ma scommetto che state parlando di quelli che sparano. Il loro nome completo è ortho-fissili. Il guaio dei normali materiali fissili, cioè di quelli in condizioni normali, è che i frammenti e i neutroni esplodono in tutte le direzioni e che la massa critica è piuttosto grande. Ma se si riesce ad allineare gli atomi col loro asse di rotazione nella stessa direzione, allora tutti si scindono nello stesso punto e ogni neutrone colpisce il nucleo dell’atomo a esso più vicino. In tal modo tutti i neutroni vengono utilizzati e la massa critica diventa piccolissima. Metà dei frammenti vola in una direzione, metà nell’altra, rendendo l’apparecchio un’arma estremamente conveniente e pericolosa, a parte il fatto che spara in due direzioni opposte.

— E come è possibile allineare gli atomi? — chiese Phil.

— Mediante un campo elettrico e una temperatura vicina allo zero assoluto — rispose Opperly, premendo un bottone vicino alla porta. — È la cosa più semplice del mondo. I nuovi isolanti possono mantenere la temperatura del caricatore a un grado Kelvin per settimane. Il caricatore contiene abbastanza proiettili fissili da assicurare un fuoco rapido, cioè un raggio stabile che dura più di un minuto. Pensi di farti un ortho a casa, Phil? Temo che non lo vendano in scatole di montaggio. Tutto quello che ti ho detto è top secret, pena di morte eccetera. Ma sto diventando così vecchio che non capisco più le regole del segreto militare. Racconto tutto. Continuo a dire a Bobbie T. che un giorno o l’altro dovrà eliminarmi ma, come tutti, si rifiuta di prendermi sul serio. È il trucco che hanno usato con me nella terza guerra, e non l’hanno mai dimenticato.

— Bobbie T.?

Opperly fece un altro dei suoi sorrisi di scusa. — Barnes. Il Presidente Robert T. Barnes. Eravamo fra i soci fondatori della Società Spaziale del Midwest. Naturalmente allora era solo uno sbarbatello, e ora è diventato una vecchia zitella istupidita che cita le scritture. Ma i sogni in comune hanno la capacità di unire per sempre delle persone. Di tanto in tanto vado a trovarlo, con il mio distintivo della Società Spaziale. È una delle mie fonti di informazione su quello che succede nel mondo, anche se i servizi di sicurezza non gli dicono molto. È così che ho saputo del gatto verde.