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— Solo Moe Brimstine — lo corresse Juno.

— Fa lo stesso — continuò Sacheverell. — Ora Jackie e Cookie stanno tranquillamente dormendo di sopra…

— Già — intervenne ancora Juno — ma non per molto.

— Dopo quello che hai messo nel loro whisky? — le chiese Sacheverell con un sorriso.

— Senti — gli disse Juno — quei due hanno bevuto tante di quelle cose nei loro whisky che tu non te le immagini neanche. Hanno la pelle dura, quei bastardi.

— Be’, anche se si svegliano sono sicuro che potrai tenerli a bada. Questa è la situazione, signor Gish, ma purtroppo la signora Jones non vuole dirci dove si trova il signor Brimstine. Aveva cominciato, poi non siamo più riusciti a cavarle una parola di bocca. L’abbiamo scongiurata, pregata, le abbiamo rivolto delle promesse. Io ho fatto del mio meglio per spiegarle quanto sia importante che il Gatto Verde venga servito e adorato come si deve, perché possa cambiare il mondo. Il señor da Silva ha cercato di adularla in ogni modo, il dottor Opperly le ha parlato con la più grande gentilezza. Ma lei si ostina a non dire niente.

— Di sicuro non dirò niente a dei balordi come voi — sbottò la lottatrice infuriata. — Se non aveste cominciato a farmi tante moine, avrei detto tutto subito. Ma io non sono mica il tipo a cui piace essere adulata o cose del genere…

— Scusate, prego — l’interruppe da Silva. — Io non adulare, davvero. Tu piaci molto a me, Juno Jones. Grande donna forte.

— E non mi piacciono i discorsi balordi — continuò Juno rivolta a Sacheverell, ignorando da Silva. — Tutte quelle stupidaggini che mi hai detto per farmi parlare mi hanno convinta ancora di più a star zitta. — Bevve un sorso e si rivolse a Phil, appoggiando i grossi gomiti sulle ginocchia, altrettanto grosse. — Ma con te è un’altra cosa. Hai delle idee un po’ strane in fatto di mangiare, ma a parte questo sei abbastanza umano. E devo ammettere che hai del fegato, perché ti ho visto metterti contro Brimstine, e da quanto ho sentito, l’hai dimostrato anche dopo. Ma la cosa più importante è che quel gatto è tuo, o almeno lo stavi cercando la prima volta che ti ho incontrato. E non mi pareva che tu allora avessi tante idee balorde su quel gatto, vero, Phil? O anche tu hai in mente qualcosa di mistico per lui?

— Io voglio solo trovarlo — disse Phil onestamente.

— Questo mi basta. È il tuo gatto, e tu hai diritto di sapere dove si trova, anche se rischi di farti ammazzare per trovarlo, e io finirò in un sacco di dannati guai per aver parlato. Vuoi che te lo dica in privato, Phil, o devo farlo sapere anche a questi svitati?

— Grazie, Juno — disse Phil quietamente. — Dillo pure a tutti.

Juno aprì la bocca… — Oh, mio Dio! — esclamò.

Phil si voltò. Jack e Cookie stavano arrivando in quel momento dall’ingresso.

— Bella moglie sei — disse Jack, avanzando verso di lei con le mani affondate nelle tasche. — Non posso lasciarti sola dieci minuti che subito cerchi di giocarmi qualche brutto tiro. — Con gli occhi cerchiati e la barba di un giorno sul mento, il piccolo lottatore dal maglione nero riusciva perfettamente a darsi un’aria offesa e derelitta. Ma Cookie, imitando automaticamente il suo eroe, aveva solo l’impressione di una ragazzina bionda sul punto di piangere.

— Mi hai spiato — affermò Jack.

— Hai tradito la sua fiducia — disse Cookie.

— Fiducia? — Juno diede un tale pugno sul tavolino intarsiato che lo fece sobbalzare e dovette affrettarsi a prendere il bicchiere e la bottiglia prima che cadessero. — Accidenti, proprio due maiali come voi mi vengono a parlare di fiducia!

— E poi non mi piace la compagnia che frequenti — continuò Jack. — Già era troppo quello scimunito — disse, degnando Phil appena di un’occhiata, prima di passare a da Silva. — Mi piacerebbe proprio sapere dove diavolo sei riuscita a scovare quest’imbecille untuoso che non sa neanche parlare inglese.

— Quella specie di gigolò — aggiunse Cookie, sprezzantemente.

Dion, che fino a quel momento aveva osservato la scena con distaccato interesse, appoggiò il bicchiere e puntò su Jack uno sguardo truce. — Non piacere te — affermò. — Vuoi calcio in faccia?

Phil ebbe un brivido, immaginandosi la scena.

— Sai con chi stai parlando? — chiese Cookie a Dion.

— Non fate confusione, ragazzi — disse Mary dalla sua alcova. — Almeno finché non ho finito. — Era intenta a dare gli ultimi tocchi al viso di Brimstine sotto la lente. — Poi mi piacerebbe vederti scalciare, Dion caro.

— Non preoccupatevi — disse Jack tristemente. — Non farei a pugni nemmeno se fossi obbligato. Sono troppo affranto per quello che mi ha fatto questa donna sventata e ignorante.

— Ignorante? — esplose Juno. — Dopo tutti questi anni di matrimonio? Hai tante di quelle idee sballate in testa tu che sei peggio di un’intera università. Be’, ormai mi sono laureata. E adesso sta’ zitto, perché devo dire a Phil dove può trovare Moe Brimstine e forse anche Billig e il gatto.

Jack si girò di scatto verso di lei. — Juno, non sai quello che stai dicendo. Non sai cosa potrebbe succedere. Vieni di sopra un minuto e ti spiegherò tutto.

— Vieni di sopra! — disse Juno, facendogli il verso. — Puoi provarci con le ragazze di campagna che cercano di entrare nel racket della lotta, non con me. Allora, sta’ a sentire, Phil…

— Juno! — gridò Jack. — Non volevo dirtelo di fronte a tutti, ma c’è un milione di dollari per noi due se Billig riesce a tirarsi fuori dai guai. E questo può farlo finché ha il gatto verde da scambiare col governo. Senti, Juno, Billig ha perso le sue guardie del corpo, il suo potere, tutto. Gli restiamo solo Brimstine, io e Cookie.

Juno lo fissò. Per un secondo o due vi fu silenzio. Poi Sacheverell tossicchiò delicatamente.

— Jack — disse senza fretta — io sono convinto che tu abbia un rispetto profondo per i valori spirituali. La tua aureola talvolta vacilla e si oscura, ma alla fine torna sempre a risplendere chiara e brillante. Ieri hai rinunciato ai diecimila dollari che Moe Brimstine ti offriva per il Gatto Verde, affinché noi potessimo adorarLo debitamente e aiutarLo a cambiare il mondo. Se eri disposto a farlo ieri…

— Lo so, lo so — lo interruppe Jack impaziente — ma questa volta sono un sacco di soldi.

Sacheverell rivolse gli occhi al soffitto, come se stesse invocando silenziosamente qualche dio a testimone della malvagità del mondo.

— Per un po’, tu e Mary mi avete incantato — continuò Jack. — Mi piaceva il vostro stile, e andavo in estasi per certe vostre idee. Ti ho dato retta sulla faccenda dei diecimila dollari, anche se a dir la verità avevo intenzione di rubarlo e di venderlo a Brimstine, dopo averti lasciato divertire un po’ con lui. Ma adesso tirati la tua aureola sopra le orecchie e ficcati bene questo nella zucca: qui sono in ballo un sacco di soldi.

Sacheverell disse: — Mary, ricordami di bruciare i maglioni neri domani mattina.

Dall’espressione di Juno, Phil capì che Jack finalmente aveva detto qualcosa che le aveva fatto piacere.

Ma ormai era troppo tardi. La soddisfazione svanì dal viso di Juno, e al suo posto rimase soltanto una dura determinazione. Disse:

— Fino a mezzo minuto fa quel milione era solo per te, Jack, o per te e Cookie. E c’è un’altra cosa: Billig non riuscirà a cavarsela, e anche se ce la fa, è il tipo capace di ammazzare quelli che l’hanno salvato. Ma ammesso che tu riesca ad avere il tuo milione di dollari, io non ne vorrei neanche un centesimo. Non credete che qualcuno mi abbia rammollita, neppure quel gatto verde. È solo che non accetterò mai qualcosa da te, Jack. Mai più. — E senza neppure una pausa, si rivolse a Phil e disse: — Billig si trova dietro il banco del Bug-Eyed Bar, al Parco dei Piaceri. Ti porterò al posto esatto.