In quell’istante, mentre tutti stavano guardando Juno, dalla sala da pranzo si udì una voce fredda: — E noi verremo con voi.
Phil volse la testa assieme agli altri. In piedi di fronte all’altare di Lucky, con espressione sprezzantemente divertita, c’era Carstairs. Alla sua sinistra, con gli occhi brillanti nel viso nero e impassibile, stava Llewellyn. Alla destra di Carstairs, appoggiato alla parete con aria indolente, ma con lo sguardo vigile, c’era Buck. I tre banditi avevano un’aria minacciosa quanto le pistole che stringevano con tranquilla sicurezza. Vicino a Buck era in piedi Mitzie Romadka.
Carstairs disse: — Abbiamo scoperto anche noi alcune cosette su questo gatto verde. — Parlava a voce molto bassa, ma le sue parole erano chiaramente distinguibili perché nella stanza non si sentiva volare una mosca. — Siamo giunti alla conclusione che sarebbe molto più piacevole se fossimo noi a vendere il gatto allo Zio Sam. E voi ci aiuterete a prenderlo. A proposito, pagliaccio — disse rivolgendosi a Phil — è stata la tua amichetta a portarci qui. Non è vero, Mitz?
Mitzie non disse niente. Era pallida come un lenzuolo e teneva le labbra strette. Aveva un’aria troppo affranta per una che stesse godendo della sua vendetta, pensò Phil.
— Sì — continuò Carstairs. — È venuta da noi piagnucolando poco fa, chiedendoci di rapirti, o qualche altra scemenza del genere. Capisci, pagliaccio, la tua ragazza è così stupida da credere che l’avremmo perdonata e perfino aiutata, dopo che l’avevamo buttata fuori dalla banda e lei ci aveva consegnato a Billig. Le illusioni della gioventù sono dure a morire. Con un po’ di persuasione, ci ha detto tutto quello che sapeva sul gatto verde, più qualche indirizzo. Incluso questo.
Phil si accorse che Mitzie lo stava guardando con espressione sconvolta, cercando di parlare, ma non riusciva ad aprir bocca. Si rese conto che le labbra dovevano esserle state incollate con qualche materiale trasparente e antiriflesso. Buck le torse un braccio, osservandole attentamente il viso.
— Non ci resta molto da dire — concluse Carstairs. — Tu, tu e tu — indicò con la canna della pistola Jack, Cookie e Sacheverell — resterete qui col mio amico Llewellyn. Anche la cara Mitz resterà qui, caso mai ti vengano delle strane idee, pagliaccio. Voialtri verrete con me e Buck in questo avventuroso viaggio al Parco dei Piaceri. Da quanto ci ha detto Mitz, potreste servirci per catturare il gatto. La macchina è qui di fronte.
Juno si alzò, stringendosi cupamente nelle spalle. Dion, una volta tanto, pareva molto tranquillo. Phil si chiese se anche Opperly e Dytie erano stati sorpresi dai banditi.
Mary Akeley prese le statuette del dottor Romadka e di Moe Brimstine, le mise in una grossa borsa, tirò a sé un bolero e annunciò con calma: — Bene, io sono pronta.
19
Ecco alcune delle insegne, sfavillanti e urlanti, che accolsero Phil che entrava nel Parco dei Piaceri, camminando sul terreno di gomma elastica, cosparso di bottiglie di plastica.
La chiusura della Divertimenti SpA da parte del governo aveva prodotto pochi cambiamenti nel Parco, almeno da quel che poteva giudicare Phil facendo un confronto con la sua ultima visita. I sexy juke box burlesque erano stati chiusi con lucchetti, e le figure di gomma che si contorcevano orgiasticamente per un quarto di dollaro erano nascoste alla vista. I vestiti delle ragazze ai baracconi erano forse più alti di qualche centimetro sul petto. Non c’erano tracce, apparentemente, degli individui dallo sguardo sfuggente che reclutavano volontari per incontrare robot giocatori, o per qualche altro divertimento illegale. Di fronte a un tendone, qualcuno stava cancellando con vernice l’insegna che diceva: VENITE A VEDERE LA DONNA CON QUATTRO GHIANDOLE MAMMARIE. Phil notò che Dion osservava l’avviso con uno sguardo bramoso.
Eppure si notava un senso di disagio nel parco, e non soltanto a causa della scarsa folla. I banditori gridavano troppo e smettevano troppo presto. I clienti esitavano di fronte ai baracconi, poi se ne andavano con aria scontenta. Al tiro a segno, le ragazze non più giovani, pronte a schivare pietre di gomma o a farsi strappare gli indumenti a ogni centro, incitavano i possibili clienti con voci isteriche. Le grida che giungevano debolmente dalla torre della caduta libera non erano i soliti strilli terrorizzati ma felici, sembravano piuttosto dei lamenti.
Forse la chiusura della Divertimenti SpA aveva indotto gli interessati in cerca di emozioni, o del denaro che se ne può ricavare, a chiedersi: “Cosa succederà adesso?”. Forse i discorsi sconnessi e apocalittici del Presidente Barnes avevano finalmente avuto effetto, costringendo molti a domandarsi quale fosse il frutto dei cosiddetti piaceri della vita, specialmente di quelli più reclamizzati. Forse le direttive del governo sulla distruzione dei gatti diffuse in quel momento da tutti gli altoparlanti pubblici avevano fatto sì che la gente si sentisse più sicura a casa.
O forse il disagio del Parco era solo parte di una sensazione più generale che attanagliava l’America, prima inconsciamente e ora anche consapevolmente: la sensazione che c’era qualcosa di invisibile in agguato dietro ad ognuno, qualcosa di benigno o di maligno, che neppure il governo poteva individuare.
Per Phil, naturalmente, la minaccia era costituita da due figure ben concrete: Carstairs e Buck, che in quel momento conducevano i loro malcapitati assistenti attraverso la pupilla di uno dei molti occhi surrealistici cher servivano da entrate al Bug-Eyed Bar.
Quella sera l’appariscente taverna era ancora più vuota del Parco. Il suo famoso Highball Dieci-G e il Cocktail Paralizzatore non erano molto richiesti. Le sue entraîneuses notoriamente assetate brillavano per la loro assenza. Gli unici due clienti stavano bevendo gassose servite dal più piccolo dei due camerieri. Non fu difficile pertanto a Juno, a Phil, a Mary e a Dion trovar posto sugli sgabelli pneumatici di fronte all’altro cameriere. Carstairs e Buck si fermarono alle loro spalle.
Phil trovava difficile credere che l’uomo di fronte a loro fosse Moe Brimstine. Tanto per cominciare aveva i capelli rossi, come pure rossi erano i peli che gli spuntavano sul mento e sulle guance. Inoltre gli occhi che prima erano sempre nascosti dietro gli occhiali neri, apparivano ora piccoli e strabici come quelli di un maiale. Ma benché Moe dovesse riconoscere parecchi di loro, non lo dette a parere. Si limitò a guardarli mentre sfregava il piano immacolato del bar con il classico straccio umido. Anche il resto del locale, anzi, aveva lo stesso aspetto che avrebbe potuto avere cinquanta o cent’anni prima: i robot non potevano sorvegliare le ragazze e neppure erano mai stati legalizzati come buttafuori.
— Desiderate? — chiese il grosso cameriere dai capelli rossi.
Phil sentì la pistola di Carstairs che gli affondava fra le costole. Si inumidì le labbra.
— Signor Brimstine, vorrei il mio gatto verde — disse con voce gracchiante.
Moe Brimstine sollevò le sopracciglia. — Quello con crema di menta, chartreuse, o fuoco verde?