Выбрать главу

Un’immagine nebulosa acquistò solidità sopra il pannello, poi ruotò in tre direzioni per lasciarsi ispezionare.

«È uno dei grossi meccanismi dell’anello-e che abbiamo visto venendo qui» disse Daeman.

«Un acceleratore lineare con il collettore anulare del wormhole» disse Prospero. «I post-umani erano orgogliosi di questi congegni. Come avete visto, ne hanno fatti migliaia.»

«E allora?» fece Harman. «Il sistema fax sulla Terra è controllato da questi congegni?»

Prospero scosse la testa. «Il vostro sistema fax è terrestre. Non muove corpi attraverso lo spazio e il tempo, solo dati. Ma questi collettori wormhole sono i ragni al centro della rete di teletrasporto quantico dei post-umani.»

«E allora?» disse di nuovo Harman. «Noi vogliamo solo tornare sulla Terra.»

«Afferra la manopola verde e premi due volte il cerchio rosso» lo incitò Prospero.

Daeman eseguì. Sul display olografico dell’acceleratore lineare orbitale un piccolo quadrilatero di propulsori direzionali pulsò due volte, mandando nello spazio un minuscolo cono argenteo di gas di scarico cristallizzati. La lunga schiera di travi, serbatoi, colonne e anelli cominciò a ruotare molto lentamente. Propulsori di direzione opposta si accesero brevemente e il lungo acceleratore si stabilizzò. Lo scintillante wormhole all’estremità, largo cinquanta metri, al centro dell’enorme e lucente collettore anulare, non si era girato insieme con l’acceleratore. Daeman si sporse sull’ologramma e vide che il collettore anulare era montato su sospensioni cardaniche. Protese il dito nell’ologramma, toccò diversi elementi e vide l’immagine cambiare in diagrammi e scritte descrittive: "linea di ritorno", "iniettore", "quadrilatero di propulsori". Tirò via la mano e l’immagine in tempo reale ricomparve.

«Controllo di assetto, propulsori di traslazione orbitale» disse Prospero. «Questo asteroide è in orbita stabile… Potrebbe essere un possibile evento di estinzione delle specie, se cadesse sulla Terra… ma gli acceleratori con il collettore del wormhole e gli specchi Casimir venivano spostati di continuo.»

«Da qui» disse Daeman.

Prospero annuì. «E dalle altre città asteroide.»

Harman e Daeman si scambiarono di nuovo un’occhiata. «Ci sono altre città di post-umani?» chiese Harman.

«Altre tre» rispose il mago. «Un’altra su questo anello equatoriale. Due sull’anello polare.»

«Ci sono post-umani viventi, in quelle città?» chiese Daeman. All’improvviso vide un’alternativa a tutta quella distruzione e alla fine del modo di vita basato sulle cinque Ventine.

«No» rispose Prospero. Si accomodò sulla sedia dall’alta spalliera. «E neppure altri spedali. Questa città era l’unica che si occupava degli affari di voi "vecchio stile" modificati laggiù.» Mosse la mano verso la Terra che sorgeva a destra sulla curvatura della cupola. A un tratto la stanza fu di nuovo illuminata dal chiarore del pianeta.

«I post sono morti tutti» disse Daeman.

«No, non morti» replicò Prospero. «Andati altrove.»

Daeman guardò il limbo della Terra alzarsi e la tenebra dello spazio sopra la scintillante curva dell’atmosfera. «Dove?»

«Su Marte, per cominciare» rispose il mago. Vide la loro espressione perplessa e ridacchiò. «Avete idea, voi uomini moderni, di dove sia Marte? Di che cosa sia, Marte?»

«No» rispose Daeman, senza il minimo imbarazzo. «Da lì torneranno?»

«Non credo» rispose Prospero, sempre sorridendo.

«Allora non ha importanza, no?» disse Harman. «Prospero, suggerivi che potremmo usare come arma questo… acceleratore di particelle wormhole

«Come arma finale contro questa città» disse Prospero. «I normali esplosivi o le armi avrebbero scarso effetto sulla città di cristallo o sull’asteroide. Queste torri sono fatte per sopportare anche l’impatto di meteoriti. Ma tre chilometri e più di materiali a massa pesante con un wormhole sul muso, sotto spinta, avranno un impatto decisivo, soprattutto se prendete come bersaglio lo spedale.»

«Calibano sopravvivrà?» chiese Daeman.

Prospero si strinse nelle spalle. «I tunnel e le grotte l’hanno già salvato in altre circostanze. Ma forse una collisione di questa portata fornirà un evento di estinzione della specie Calibano.»

«Può fuggire prima che la collisione avvenga?» chiese Harman.

«Solo se viene a sapere del sonie e s’impossessa di una delle vostre termotute» rispose Prospero. Sorrise in modo sconcertante, come se quella possibilità non fosse del tutto campata in aria.

«Quanto impiegherà ad arrivare qui, quell’acceleratore mostruoso?» chiese Daeman. «Prima dell’impatto.»

«Potete programmarlo perché arrivi con la velocità o con la lentezza che preferite» disse il mago. Si alzò e camminò attraverso il pannello centrale, dove la parte inferiore del suo corpo sparì nel metallo e nei pannelli virtuali. Alzò il braccio, la veste scivolò un po’ indietro e il magro avambraccio e il dito ossuto indicarono l’estremità dell’acceleratore lontana dall’anello del wormhole. «Proprio qui» disse Prospero «ci sono i razzi direzionali per i cambiamenti di piano… i motori più potenti. Vi mostrerò come accenderli e come puntare quest’arma.»

I due seguirono le sue indicazioni per ruotare l’acceleratore e programmare quelle che Prospero chiamò le coordinate di traiettoria e delta-v. Daeman tenne il dito sospeso sul pulsante virtuale "Avvio" e si rivolse a Prospero. «Non ci hai detto quanto tempo abbiamo prima dell’impatto.»

L’ologramma congiunse le mani e unì la punta delle dita. «Cinquanta ore sembrano sufficienti. Un’ora per andare allo spedale e prenderne il controllo. Quarantotto ore per consentire ai nuovi arrivati di guarire e per rimandarli indietro intatti. Poi un’ora per arrivare al sonie e fuggire prima che questo piccolo mondo finisca.»

«Non è previsto tempo per dormire?» disse Harman.

«Lo sconsiglio. Probabilmente in ogni minuto di quelle cinquanta ore Calibano cercherà di uccidervi.»

Harman e Daeman si scambiarono un’occhiata. «Possiamo fare dei turni per dormire e mangiare e stare attenti ai comandi» disse Daeman. Soppesò la pistola e poi la rimise nello zaino di Savi. «Terremo a bada Calibano.»

Harman annuì, dubbioso. Pareva molto, molto stanco.

Daeman guardò di nuovo l’immagine in tempo reale dell’acceleratore lineare e mise il dito sopra il pulsante "Attivazione propulsori". «Prospero, sei sicuro che non porremo fine a tutta la vita sulla Terra o cose del genere?»

Il mago ridacchiò. «Tutta la vita come la conoscete voi, sì. Ma non ci sarà alcun evento d’estinzione della specie a causa di un asteroide fiammeggiante che precipita dallo spazio. Almeno, non credo. Staremo a vedere.»

Daeman guardò Harman, le cui mani erano immerse fino al polso nel pannello virtuale. «Vai avanti» disse Harman.

Daeman premette il pulsante. Sul display sopra il proiettore olografico, otto enormi propulsori alla base dell’acceleratore lineare brillarono di solidi, continui impulsi d’accensione ionica. La lunga struttura vibrò lievemente e cominciò a muoversi pian piano… dritto verso il viso di Daeman e di Harman.

«Addio, Prospero» disse Daeman. Prese lo zaino di Savi e si girò verso l’uscita semipermeabile.

«Oh, no» disse Prospero. «Se riuscirete ad arrivare allo spedale, mi troverete lì. Per niente al mondo mi perderei le prossime cinquanta ore.»

54

PIANA DI ILIO E OLIMPO

Lascio la città in fiamme per cercare Achille e vedo che il caos si estende fino al mare. Troiani e achei insieme estraggono cadaveri da crateri fumanti, nella piana dalle porte Scee alla battigia, e da ogni parte uomini sconcertati aiutano i compagni feriti a tornare a Ilio oppure ad attraversare il fossato difensivo fino al campo acheo. Come in molti bombardamenti aerei della mia epoca, gli effetti psicologici sono più terrificanti dei danni materiali. Immagino che ci siano parecchie centinaia di vittime, fra guerrieri troiani e achei e fra i civili a Ilio, ma la maggior parte l’ha scampata, soprattutto all’aperto, lontano dalle mura crollate e dalle schegge di muratura volanti.