Afrodite: dea dell’amore, intrigante, alleata dei troiani.
Efesto: dio del fuoco, fabbro degli dèi, figlio di Era; concupisce Atena.
Ada: signora di villa Ardis, ha appena superato la prima Ventina.
Harman: ha novantanove anni e perciò è a un anno dalla Ventina finale; unico uomo sulla terra a saper leggere.
Daeman: prossimo alla seconda Ventina, bassotto e tondo, seduttore di donne e collezionista di farfalle.
Savi: l’Ebrea Errante, la sola umana vecchio stile sfuggita al fax finale di millequattrocento anni prima.
Mahnmut: esploratore nei mari coperti di ghiaccio di Europa, satellite di Giove; pilota del sommergibile The Dark Lady; studioso dilettante dei sonetti di Shakespeare.
Orphu di Io: moravec corazzato per operare nel vuoto dello spazio, pesante otto tonnellate, lungo sei metri, a forma di granchio reale, lavora nel toro sulfureo di Io; entusiasta di Proust.
Koros III: moravec di Ganimede, rivestito di buckycarbonio, umanoide nel disegno, con occhi da mosca, comandante della spedizione su Marte.
Ri Po: moravec di Callisto, di disegno non umanoide, navigatore della nave spaziale.
Centurione capo Mep Ahoo: soldato astervec della fascia degli asteroidi.
voynix: misteriose creature bipedi, in parte servitori in parte guardiani, non della Terra.
POV: Piccoli Omini Verdi, detti anche zek; creature a base clorofilliana che lavorano su Marte erigendo migliaia di grandi teste di pietra.
Prospero: avatar della logosfera terrestre, evoluta e consapevole di sé.
Ariele: avatar della biosfera terrestre, evoluta e consapevole di sé.
Calibano: mostro favorito di Prospero.
calibani: cloni inferiori di Calibano, guardiani del bacino del Mediterraneo.
Sicorace: strega, madre di Calibano; secondo Prospero, è nota anche col nome di Circe.
Setebo: il dio di Calibano, violento e arbitrario, "dalle molte mani come una seppia", non del sistema solare terrestre.
La Quiete: Dio (forse) di Prospero, nemesi di Setebo ed entità sconosciuta.
RINGRAZIAMENTI
Nel preparare questo romanzo ho consultato varie traduzioni dell’Iliade e vorrei ringraziare specificamente i seguenti traduttori: Robert Fagles, Richard Lattimore, Alexander Pope, George Chapman, Robert Fitzgerald e Alien Mandelbaum. Sono traduzioni di multiforme bellezza e mostrano un talento che supera la mia capacità d’intendere.
Per poesie e prose sull’Iliade, che mi sono state d’aiuto nella stesura di questo volume, ho in particolare un debito verso le opere di W.H. Auden, Robert Browning, Robert Graves, Christopher Logue, Robert Lowell e Alfred, Lord Tennyson.
Per ricerche e commenti sull’Iliade e Omero, sono debitore delle opere di Bernard Knox, Richard Lattimore, Malcolm M. Willcock, A.J.B. Wace, F.H. Stubbings, C. Kerenyi e a numerosi membri della scholia omerica, troppi per menzionarli tutti.
Per profondi commenti su Shakespeare e su Calibano su Setebos di Browning ringrazio di cuore Harold Bloom, W.H. Auden e i curatori della Norton Anthology of English Literature. Per l’interpretazione audeniana di Calibano su Setebos e altri aspetti di Calibano, rimando i lettori a Later Auden di Edward Mendelson.
Nei commenti di Mahnmut ai sonetti di Shakespeare mi sono lasciato largamente guidare dal magnifico The Art of Shakespeare’s Sonnets di Helen Vendler.
Molti commenti di Orphu di Io sull’opera di Marcel Proust sono stati ispirati da Proust’s Way: A Field Guide to "In Search of Lost Time" di Roger Shatruck.
Ai lettori interessati a emulare l’amore per Shakespeare del "Bardolatra" Mahnmut, raccomanderei Shakespeare: l’invenzione dell’uomo di Harold Bloom e Me and Shakespeare: Adventures wìth the Bard di Herman Gollob.
Per mappe particolareggiate di Marte (prima del terraforming) ho un grande debito verso la NASA, il Jet Propulsion Laboratory e il libro Uncovering the Secrets of the Red Planet, pubblicato dalla National Geographic Society, curato da Paul Raeburn, con prefazione e commento di Matt Golombeck. La rivista "Scientific American" è stata una ricca fonte di particolari, con articoli come The Hidden Ocean of Europa di Robert T. Pappalardo, James W. Head e Ronald Greeley (ottobre 1999), Quantum Teleportation di Anton Zeilinger (aprile 2000) e How to Build a Time Machine di Paul Davies (settembre 2002), ai cui autori vanno i miei ringraziamenti.
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Organismi biomeccanici autonomi e senzienti, diffusi dall’uomo, durante l’Età Perduta, nella parte esterna del sistema solare.