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— Vorrei parlare con il tenente Corbeau — disse Miles.

— Be’, lui evidentemente non vuole parlare con lei — replicò Venn.

— Nondimeno. Considero essenziale per la comprensione di questa complessa catena di eventi poter avere accesso in prima persona alle testimonianze oculari. Avrò anche bisogno di parlare con gli altri… — riuscì a rimangiarsi la parola ostaggi, che sostituì con: — fermati barrayarani, per la stessa ragione.

— Non è poi tanto complessa — rispose Venn. — Un gruppo di barbari armati fino ai denti ha fatto irruzione nella mia Sezione, violato le regole doganali, stordito una mezza dozzina di passanti innocenti e un certo numero di ufficiali della Sicurezza che stavano solo cercando di fare il loro dovere. Hanno poi tentato di far evadere i detenuti e compiuto atti di vandalismo ai danni della Stazione. Le accuse nei loro confronti riguardano crimini documentati su video, che vanno dall’esplosione di colpi con armi illegali, alla resistenza all’arresto, all’incendio doloso in zona abitata. È un miracolo che nessuno sia rimasto ucciso.

— Questo, sfortunatamente, è ancora tutto da dimostrare — disse Miles. — Il problema è che dal nostro punto di vista l’arresto del guardiamarina Corbeau non rappresenta il primo anello della catena degli avvenimenti. L’ammiraglio Vorpatril riferisce che un uomo è mancato all’appello prima di allora: il tenente Solian. Sia secondo i nostri testimoni che i vostri, è stata trovata una quantità ingente di sangue del tenente sul pavimento di uno dei vani di carico merci della Stazione Graf. La lealtà militare va in entrambe le direzioni: noi barrayarani non abbandoniamo i nostri uomini. Vivo o morto, dov’è quello che rimane del tenente Solian?

Venn per poco non digrignò i denti. — Lo abbiamo cercato. Non è più sulla Stazione. Il suo corpo non si è trovato nello spazio in nessuna ragionevole traiettoria proveniente dalla Stazione Graf. Abbiamo controllato e lo abbiamo riferito a Vorpatril. Più volte.

— Sarebbe difficile per un terricolo sparire all’interno dello Spazio Quad?

— Se possibile, a questo vorrei rispondere io — interruppe Bel Thorne — riguarda il mio dipartimento.

Greenlaw fece un cenno d’assenso con una delle mani inferiori, mentre con una di quelle superiori si massaggiava la punta del naso.

— L’imbarco e lo sbarco dalle navi dirette su rotte galattiche è controllato minuziosamente, non solo dalla Stazione Graf, ma anche dagli altri nostri porti di deposito o commercio. Se non impossibile, è almeno molto difficile attraversare le barriere doganali e le aree del dipartimento immigrazione senza lasciare qualche traccia, comprese quelle sui monitor video disseminati nell’area. Il suo tenente Solian non compare da nessuna parte nelle nostre registrazioni, visive o informatiche, di quel giorno.

— Davvero? — Miles gli rivolse un’occhiata dura. È questa la verità?

Bel rispose con un breve cenno del capo: Sì.

— Per quanto riguarda i viaggi all’interno del sistema, questi sono meno controllati. È più… attuabile che qualcuno sia passato senza farsi notare dalla Stazione Graf a un altro habitat dell’Unione. Se si tratta di un quad. Un terricolo, però, non passerebbe inosservato. In questo caso si seguono le solite procedure per la ricerca di persone scomparse, il che vuol dire fra le altre cose, che i dipartimenti di sicurezza degli altri habitat sono stati avvertiti. Solian, semplicemente, non è stato visto, né sulla Stazione Graf, né su qualunque altro habitat dell’Unione.

— E come spiegate il sangue nella stiva di carico?

— La stiva di carico si trova all’esterno del punto di accesso controllato dalla Sicurezza. La mia opinione è che chiunque abbia provocato quella situazione proveniva da una delle navi attraccate in quel molo.

Miles notò, senza commentare, la scelta delle parole di Beclass="underline" chiunque abbia provocato quella situazione, non chiunque abbia assassinato Solian. Naturalmente, Bel aveva assistito a un certo spettacolare episodio di preparazione alla criogenia, certo…

Venn interruppe con una notevole irritazione: — E tutte le navi presenti in quel momento appartenevano alla vostra flotta. In altre parole, vi siete portati le vostre grane su questa Stazione. Siamo gente pacifica, noi!

Miles rivolse un’espressione pensierosa a Bel, e riordinò mentalmente il suo piano. — La stiva di carico in questione è molto lontana da qui?

— È dall’altra parte della Stazione — rispose Watts.

— Gradirei poterla esaminare, insieme alle aree vicine, prima di incontrare il guardiamarina Corbeau e gli altri barrayarani. Forse il portomastro Thorne sarebbe così gentile da accompagnarmi a visitare l’area in questione?

Bel guardò il Capo Watts e ottenne un segno di assenso.

— Lo farò con estremo piacere, Lord Vorkosigan.

— Subito? Potremmo spostarci con la mia nave.

— Sarebbe molto comodo, sì — disse Bel, gli occhi che scintillavano di apprezzamento.

— Grazie. — Presa la palla al balzo, finalmente. — Sarebbe un’ottima soluzione.

Per quanto Miles bruciasse dal desiderio di andarsene e scrollare Bel per bene in privato, dovette subire sorridendo una serie di altre formalità, fra cui la presentazione ufficiale dell’elenco dei costi, delle multe, degli addebiti e delle sanzioni pecuniarie accumulate dalle squadre di Vorpatril. Afferrò con delicatezza dall’aria il disco dati che il Capo Watts gli aveva lanciato con una lieve torsione del polso e informò: — Sia ben chiaro che non accetto questi addebiti. Mi impegno però a esaminarli in modo approfondito non appena ne avrò l’occasione.

Quella dichiarazione venne accolta da uno schieramento di volti privi di sorriso. Il linguaggio dei quad meritava uno studio tutto particolare. Gesticolare con le mani era un mezzo espressivo molto flessibile per loro. Le mani di Greenlaw erano molto controllate, sia quelle superiori che quelle inferiori. Venn stringeva tutti e quattro i pugni, ma d’altra parte lui era stato fra quelli che avevano portato via a braccia i compagni ustionati, dopo l’incendio causato dagli uomini di Vorpatril.

La riunione terminò senza che nulla di simile a una conclusione fosse raggiunta, cosa che Miles reputò una piccola vittoria: il primo round era finito senza impegnare se stesso, o Gregor, in nessuna promessa. Però non aveva ancora idea di come avrebbe potuto sbrogliare quella matassa in modo da avvantaggiarsene. Aveva bisogno di altri dati, di influenze subliminali, di persone, di qualcosa su cui fare leva e che ancora non aveva intravisto. Devo parlare a Bel.

Almeno quel desiderio sembrava sul punto di essere soddisfatto. La riunione si sciolse e la guardia d’onore tornò a scortare i barrayarani attraverso i corridoi, fino all’attracco dove li attendeva la Kestrel.

CAPITOLO QUARTO

Di fronte al portello stagno che portava alla Kestrel, il Capo Watts prese da parte Bel e parlò con lui a bassa voce, gesticolando preoccupato. Bel scosse la testa, fece diverse volte un gesto con le mani come a dire calma, calma, e finalmente si voltò e seguì Miles, Ekaterin e Roic attraverso il passaggio flessibile e nella minuscola, e ormai molto affollata, anticamera della Kestrel.

Nel passaggio Roic inciampò e sembrò per un attimo soffrire di vertigini nel riadattarsi al campo gravitazionale, ma subito ritrovò l’equilibrio. Rivolse all’ermafrodita betano nell’uniforme dei quad un’occhiata cauta, mentre Ekaterin lo osservava con divertita curiosità.