Si avvicinò alla porta del bagno, e urlò attraverso il lunotto: — Abbiamo perso le comunicazioni con la nave. Comunicate solo attraverso i canali militari a fascia stretta.
— Ho sentito — urlò Clogston in risposta.
— Come va con il sistema di filtraggio-raffreddamento?
— La parte del raffreddamento è fatta. Stiamo ancora lavorando sul filtro. Vorrei avere portato più braccia, anche se devo dire che non c’è posto per altri, qui dentro.
— Ci sono quasi, penso — sentì gridare il tecnico. — Controlli quello, signore. — Fece un gesto in direzione di uno degli analizzatori, sul quale si era accesa una serie di luci intermittenti.
Clogston si chinò sulla macchina. Dopo un attimo mormorò: — Oh, questo sì che è ingegnoso.
Miles, che era vicino alla porta, abbastanza da poter sentire quello che dicevano, non lo trovò particolarmente rassicurante. — Cosa è ingegnoso?
Clogston indicò il pannello dell’analizzatore, che mostrava una serie incomprensibile di lettere e numeri colorati vivacemente. — Non capivo come i parassiti potessero sopravvivere in una matrice di quell’enzima che ha corroso i guanti della sua tuta. Ma erano microincapsulati.
— Cosa?
— È il metodo standard per somministrare un farmaco attraverso un ambiente ostile, come lo stomaco, o magari il flusso sanguigno, fino all’organo bersaglio. Solo che in questo caso è stato usato per somministrare una malattia. Quando la sostanza microincapsulata esce dalla zona ostile per entrare, chimicamente parlando, in quella amica, si apre, e rilascia il suo contenuto. Niente perdite, niente sprechi.
— Oh! Fantastico. Sta dicendo che ho nel sangue la stessa sostanza di Bel?
— Ehm. — Clogston diede un’occhiata al crono sulla parete. — Quanto tempo è passato dal momento in cui ha toccato quella consolle, Milord?
Miles seguì il suo sguardo. — Più o meno mezz’ora?
— Potrebbero già essere rilevabili nel sangue.
— Controlliamo.
— Deve aprire la tuta per un prelievo in vena.
— Va bene, ma controlliamo subito. E in fretta.
Miles slacciò la fasciatura del polso sinistro, e osservò il medico che effettuava il prelievo di sangue. Dovette ammettere che aveva una buona manualità, nonostante indossasse i guanti anticontaminazione.
Subito dopo Clogston infilò l’ago nell’analizzatore e trasferì il sangue prelevato nella macchina.
— Quanto ci vorrà?
— Ora che abbiamo il modello, avremo il risultato praticamente subito. Se è positivo, cioè. Se questo primo campione fosse negativo, sarà opportuno ripetere il controllo ogni trenta minuti, per sicurezza. — Il medico tacque, mentre esaminava il risultato dell’analisi. — Be’, credo che non sarà necessario ripetere il controllo.
— D’accordo — ringhiò Miles. Aprì violentemente la tuta ed estrasse il braccio con il comunicatore da polso, quindi abbaiò: — Vorpatril!
— Sì! — La voce di Vorpatril lo raggiunse immediatamente. Era evidentemente impegnato a sorvegliare tutti i canali di comunicazione e in particolare quelli della Prince Xav. — Un momento, che cosa ci fa su questo canale? Mi aveva detto di non poterlo utilizzare!
— La situazione è cambiata. Per ora non faccia domande. Che cosa sta succedendo là fuori?
— Mi dica lei, Milord, cosa sta succedendo lì dentro?
— La squadra medica, il portomastro Thorne e io siamo nell’infermeria, bloccati. Per il momento controlliamo ancora il nostro ambiente. Credo che Venn, Greenlaw e Leutwyn siano intrappolati nella sezione di carico numero Due. Roic dovrebbe essere da qualche parte in quella delle macchine. E per quanto riguarda il ba, credo che sia sul ponte di comando. Può confermarmelo?
— Oh, sì — gemette Vorpatril. — In questo momento sta parlando ai quad della Stazione Graf. Minaccia e pretende. Il Capo Watts per il momento ha assunto il comando. Io ho predisposto una squadra d’attacco pronta a intervenire.
— Mi colleghi con il ba su questo canale. Devo sentirlo.
Qualche secondo dopo udì la voce del ba che stava dicendo: — … non ha importanza come mi chiamo. Se volete riavere vivi la Sigillatrice, l’Ispettore Imperiale e tutti gli altri, queste sono le mie richieste. Voglio che inviate immediatamente tua pilota iperspaziale su questa nave. Dovete lasciare libero il passaggio attraverso il vostro sistema. Se voi o i barrayarani tenterete un’azione militare contro la Idris, farò saltare la nave con tutti coloro che sono a bordo, oppure speronerò la Stazione Graf.
La voce del Capo Watts suonò tesa e spessa. — Se tenterà di speronare la Stazione, noi stessi la faremo saltare in aria.
— Per me una cosa vale l’altra — rispose la voce del ba seccamente.
Chissà se il ba sapeva veramente come far esplodere una nave iperspaziale? Non era una cosa tanto semplice. Diavolo, ma se quel cetagandano aveva secoli di vita, chi poteva dire cosa sapesse fare? Quanto a speronare la Stazione, poi… con un bersaglio così grosso e così vicino, chiunque non avrebbe incontrato difficoltà.
La voce di Greenlaw, rigida, si interpose: presumibilmente il suo comunicatore era collegato a Watts nello stesso modo in cui quello di Miles era in comunicazione con Vorpatril. — Watts, non accettare nessuna delle sue condizioni! Lo Spazio Quad non può permettere che un vettore di infezione come questo passi nello spazio dei nostri vicini. Una manciata di vite non giustifica metterne a rischio migliaia.
— In effetti — continuò il ba dopo una lieve esitazione, ancora con lo stesso tono freddo, — se riuscirete a uccidermi, temo che vi procurerete maggiori problemi. Ho lasciato un piccolo dono a bordo della Stazione. Gupta e il portomastro Thorne possono darvi un’idea di cosa contiene. Potreste anche trovarlo prima che si rompa, anche se questo non risolverebbe i vostri guai. E allora cosa ne sarà delle vostre migliaia di vite?
È una minaccia autentica oppure un bluff? Si chiese Miles freneticamente. Certo, il ba fino a quel momento aveva dimostrato di saper tendere le sue trappole… Bel nel baccello, la diversione con i controlli della tuta… l’avvelenamento della consolle. Tutto per confondere e distrarre i suoi inseguitori. Almeno su di me, ha di certo funzionato.
Vorpatril si inserì privatamente nel comunicatore da polso di Miles, parlando con un tono teso e inutilmente sommesso, che tuttavia interruppe l’ascolto di quello che si dicevano il ba e Watts. — Pensa che quel bastardo stia bluffando, Milord?
— Non importa se sta bluffando. Lo voglio vivo. Oh, Dio, se lo voglio vivo. La prenda come una priorità assoluta e un ordine della Voce dell’Imperatore, ammiraglio.
Dopo un momento di pausa riflessiva, Vorpatril rispose: — Capisco, Milord Ispettore.
— Tenga pronta la sua squadra d’attacco.
La miglior squadra d’attacco di Vorpatril era detenuta nella prigione quad. Qual era la sua seconda? Miles sentì il cuore aumentare le pulsazioni. — Ma per il momento non dia l’ordine di agire. La situazione è estremamente instabile e non ho idea di come si risolverà. Riapra il canale con il ba. — Miles tornò a prestare attenzione al negoziato che procedeva… no… che si stava concludendo?
— Un pilota iperspaziale. — Stava ripetendo il ba. — Da solo, in una capsula, al portello Cinque B. E che si presenti nudo. — Quindi il ba interruppe la comunicazione.
CAPITOLO SEDICESIMO
E adesso?
Adesso sarebbe trascorso un po’ di tempo, prima che i quad decidessero se far correre un tale rischio a uno dei loro piloti, oppure se mettere in pericolo l’intera Stazione. Nel frattempo Vorpatril preparava la sua squadra d’attacco. E i tre funzionari quad intrappolati sull’astronave? Be’, sicuramente non stavano a girarsi i pollici.