Il momento migliore per introdurre una forza d’attacco sarebbe stato prima che la nave cominciasse a muoversi, piuttosto che giocare a rincorrerla nello spazio. Prima o poi, Vorpatril avrebbe probabilmente smesso di aspettare il permesso dei quad per mandare i suoi uomini. Prima o poi, anche lui sarebbe stato d’accordo.
Miles tornò a concentrarsi sul problema di spiare il cetagandano. Se il ba aveva disattivato il monitor come avevano appena fatto i quad, o anche se solo avesse gettato una giacca sulla videocamera, non lo avrebbe visto… ma finalmente l’immagine del ponte di comando si formò sulla piastra video. Però mancava il sonoro.
La telecamera che probabilmente era posta sopra la porta, offriva la visuale della mezza dozzina di sedie vuote con le loro consolle spente. Il ba era lì, ancora vestito nell’abito betano della sua vecchia identità: giacca, sarong e sandali, anche se una tuta a pressione della Idris giaceva poco lontano, sullo schienale di una delle sedie. Corbeau, sempre nudo, era seduto al posto del pilota, ma non aveva ancora indossato la cuffia. Il ba disse qualcosa che fece aggrottare la fronte a Corbeau, poi tentò di ritrarsi quando il ba gli appoggiò brevemente un’iposiringa sul braccio. Fatta quell’operazione il ba mostrò un lampo di soddisfazione sul viso tirato.
Droghe? Nemmeno il ba poteva essere abbastanza folle da drogare un pilota iperspaziale dal cui funzionamento neurale dipendeva la vita. L’inoculazione di qualche morbo? Poteva anche essere una sua assicurazione: se le cose, nel periodo d’incubazione avessero funzionato, poteva dargli l’antidoto. Oppure era un semplice bluff, un’iniezione d’acqua?
L’iposiringa che aveva usato era troppo rozza e ovvia perché un cetagandano la scegliesse come metodo per somministrare una droga o iniettare un virus; il che convinse Miles che si trattava di un bluff, anche se forse a Corbeau non era venuto in mente. Siccome una volta partita non sarebbe stato possibile togliere al pilota la cuffia che lo collegava alla nave, il ba aveva scelto il momento giusto per far capire a Corbeau che era nelle sue mani.
Questo almeno eliminava definitivamente il dubbio di Vorpatril che Corbeau fosse un traditore o si fosse offerto volontario per ottenere un passaggio fuori dalla cella di detenzione quad. Oppure no?
Dal suo comunicatore da polso, smorzato per la distanza, venne un improvviso, allarmante urlo dell’ammiraglio Vorpatriclass="underline" — Cosa? È impossibile. Sono impazziti? Non adesso…
Trascorsi pochi attimi senza ottenere ulteriori chiarimenti, Miles mormorò — Uhm, Ekaterin? Ci sei ancora?
La sentì prendere fiato. — Sì.
— Cosa sta succedendo?
— L’ammiraglio Vorpatril è stato chiamato dal suo ufficiale delle comunicazioni. Un messaggio ad alta priorità è appena arrivato dal Quartier Generale del Settore Cinque. Sembra una cosa molto urgente.
Nell’immagine video di fronte a lui, Miles guardò Corbeau eseguire i controlli prima del volo, passando da una postazione all’altra sotto gli occhi duri e vigili del cetagandano. Il pilota stava attento a muoversi con cautela sproporzionata, e a quanto pareva, dai movimenti delle sue labbra irrigidite, spiegava ogni gesto prima di toccare le consolle. E lo faceva lentamente, notò Miles. Un po’ più lentamente del necessario, anche se non proprio abbastanza lentamente da risultare ovvio.
La voce di Vorpatril, o meglio, il respiro pesante di Vorpatril, tornò finalmente a farsi sentire. L’ammiraglio sembrava avere esaurito le invettive. A Miles questo parve molto più preoccupante dei suoi precedenti muggiti.
— Milord. — Vorpatril esitò. La sua voce si abbassò fino a una specie di ringhio stordito. — Ho appena ricevuto ordini con Priorità Uno dal Quartier Generale. Devo radunare le mie navi, abbandonare la flotta commerciale komarrana e dirigermi verso Marilac alla massima velocità.
Non con mia moglie, amico, fu il primo pensiero di Miles.
Poi sbatté gli occhi, raggelato nella sedia.
L’altra funzione delle scorte militari che Barrayar forniva gratuitamente alle flotte commerciali era di mantenere una discreta presenza armata in tutto il Complesso Iperspaziale. Una forza che, in caso di emergenza, poteva trasformarsi rapidamente in una minaccia militare già pronta a intervenire nei punti strategici. Altrimenti un intervento di emergenza sarebbe stato troppo lento, se non diplomaticamente o militarmente impossibile, perché far arrivare una flotta dai pianeti di origine avrebbe richiesto molto tempo per attraversare i vari salti iperspaziali.
Il pianeta Marilac era un alleato di Barrayar posto all’esterno dell’Impero cetagandano nella complessa rete di salti che tenevano insieme il Complesso Iperspaziale. Rappresentava il secondo fronte, poiché la minaccia immediata e ravvicinata di Rho Ceta era considerata il primo fronte. I cetagandani avevano le linee di comunicazione e logistiche più brevi tra i due punti di contatto, ma la tenaglia strategica delle forze unite di Barrayar e Marilac riusciva a contenere qualsiasi mira cetagandana.
Quando Miles ed Ekaterin avevano lasciato Barrayar per il loro viaggio di nozze, i rapporti tra i due mondi e le rispettive sfere d’influenza erano più rilassati di quanto non fossero stati da anni. Cosa diavolo poteva avere cambiato la situazione così profondamente, e così in fretta?
Qualcosa ha messo in agitazione i cetagandani attorno a Rho Ceta gli aveva detto Gregor.
A pochi salti, da Rho Ceta, Gupta e i suoi amici contrabbandieri avevano scaricato uno strano carico vivo da una nave governativa cetagandana, una nave con una quantità di stravaganti contrassegni. E a bordo di quella nave c’era una sola persona, un solo sopravvissuto. Dopodiché la nave aveva virato, su una pericolosa rotta interna, verso i soli del sistema. E se quella traiettoria non fosse stata una curva a fionda? Se fosse stata un tuffo diretto, senza ritorno?
— Figlio di puttana — imprecò Miles.
— Milord? — disse Vorpatril. — Se…
— Zitto — scattò Miles.
L’ammiraglio non osò parlare.
Una volta all’anno, quello che la razza haut aveva di più prezioso lasciava il Nido Celeste. Otto navi, ognuna diretta a uno dei pianeti dell’Impero governato in modo tanto peculiare dagli haut. Ognuna di quelle navi era carica della nuova generazione di embrioni degli alti haut, rappresentanti i risultati geneticamente modificati e certificati di tutti i contratti di concepimento stabiliti con cura, l’anno precedente, tra i membri delle grandi costellazioni, i clan, le linee genetiche coltivate della razza haut.
Ogni carico di circa mille vite era accompagnato da una delle otto dame haut più importanti dell’Impero, le consorti planetarie che erano il comitato direttivo del Nido Celeste. Tutto assolutamente privato, assolutamente segreto, da non discutere con estranei.
Come mai un agente ba non poteva tornare indietro a prendere delle altre copie, se perdeva nel viaggio un tale carico di future vite haut?
Forse non era un agente. Forse era un traditore.
— In queso caso il crimine non è stato l’omicidio — borbottò Miles. — Il crimine è stato il rapimento.
Gli omicidi erano venuti dopo, in una sequenza sempre più frenetica, quando il ba aveva tentato di nascondere le proprie tracce. Ecco perché Gupta e i suoi amici erano destinati a morire; erano testimoni di una nave dirottata, prima di essere distrutta… Il governo cetagandano starà impazzendo per questa faccenda.
— Milord, va tutto bene? — chiese Roic.
La voce di Ekaterin arrivò con un sussurro intenso: — No, non lo interrompa, Roic. Sta pensando. E quando lo fa gli sfuggono questo genere di borbottìi, tutto qui.
Dal punto di vista del Giardino Celeste, una nave dei bambini del Nido Celeste era scomparsa su quella che avrebbe dovuto essere una rotta sicura verso Rho Ceta. Ogni squadra di salvataggio, ogni pedina segreta a disposizione dell’Impero cetagandano sarebbe stata coinvolta nell’indagine. Se non fosse stato per Gupta, la tragedia avrebbe potuto passare per un misterioso guasto che aveva fatto precipitare la nave verso un infuocato destino. Nessun sopravvissuto, nessun relitto, nessuna traccia da seguire. Ma Gupta c’era. E a ogni passo strascicato dei suoi lunghi piedi si lasciava dietro una pista di indizi.