La resurrezione dei morti non è il più spaventoso e nello stesso tempo il più irresistibile e attraente argomento della letteratura, anche se i grandi maestri di questo genere sono così pochi che esso non occupa una parte preponderante nella creatività umana, unicamente perché l’immaginare un essere fatto di carne non più viva, riportato alla vita in modo non naturale, ci pone di fronte all’ignoto in un confronto che è tanto inevitabilmente falso quanto inevitabilmente vero?
Noi siamo tormentati da quell’orrore come certi animali da laboratorio crudelmente chiusi in un labirinto cieco, pungolati oltre il limite della sopportazione da qualcosa che non possono sperare di capire, ma al quale sanno di doversi sottomettere.
La resurrezione dei morti può assumere aspetti sottili e disparati travestimenti, e a volte non è neppure necessario che siano i morti a dover essere rianimati per alzarsi dal lettino con aspetto di mostri.
Certo, costruire sembianze umane con materia inanimata, e non importa se la forma esteriore è bellissima, e soffiare in esse la scintilla della vita significa togliere alla mente umana le sue difese.
Quando Bobby mi stava seduto davanti, per un momento le mie difese non funzionavano più. C’era in lui qualcosa di straordinario, una maturità e una capacità di percezione in assoluto contrasto con la sua età. Esteriormente era un ragazzino spettinato con le lentiggini sul naso. Interiormente…
Come ho potuto permettergli di guidare i miei pensieri come ha fatto, talvolta con impazienza, come se seguendo un filo d’idee suggerite da lui mi fosse impossibile soppesare al loro giusto valore le informazioni che gli davo, e inserirle in un quadro che gli sarebbe stato utile?
Utile per cosa? Ricordavo altre cose che aveva detto, cose che ora, ripensandoci, mi sembravano tanto strane da essere incredibili.
“Può darsi” aveva detto “che si stia evolvendo un nuovo tipo di uomo da quello che noi ci siamo compiaciuti d’immaginare come uno stampo in cui è stata foggiata tutta l’umanità. Che certezza possiamo avere che quello stampo non sia stato rotto? L’esistenza di questo superuomo in mezzo a noi potrebbe essere l’unica protezione dell’umanità contro le fredde, imperscrutabili intelligenze di altri mondi”.
“E tu credi che l’umanità abbia bisogno di questa protezione, adesso?” gli avevo chiesto.
“Ne sono certo. Quello che le è successo uscendo da casa Oakham non è stato un episodio isolato. Io stesso ho vissuto un’esperienza simile e non dubito che altre ne accadranno, ad altre persone. Per ora si tratta di casi rari, forse, e coloro che sanno o sospettano la verità possono essere stati costretti al silenzio”.
“Uccisi?”
“O fatti prigionieri. Credo che essi procedano con cautela, passo passo, se vogliono persuadere tutti, qui a Lakeview, che i Martin sono esseri umani come lei e me, rispettabili membri di una comunità che non è ostile ai nuovi venuti, purché abbiano solide basi e si sappia chi sono. Per questo devono aspettare e guardarsi intorno. Nei primi stadi di un esperimento come questo, molte cose possono andare storte, per cui chiunque venga a scoprire accidentalmente la verità deve esser ridotto al silenzio”.
“E poi?”
“Se l’esperimento riesce ci saranno molti Martin in tutte le città e i paesi della Terra. Avranno dei compiti da svolgere e li svolgeranno… e la Terra sarà conquistata”.
Ripensai al momento dell’arrivo di Bobby. Quando l’ho portato qui, invitandolo a sedere davanti a me, abbiamo cominciato a parlare. Io lo giudicavo un quattordicenne sveglio, e niente più. Anche quando se n’è andato non avevo la sensazione, che ho in questo momento, che, se esiste un superuomo in mezzo a noi, può darsi che non occorra cercarlo molto lontano…
Il bagliore si accese così all’improvviso sulla parete opposta che sulle prime pensai che il vento avesse sollevato la tenda lasciando entrare un fiotto di sole abbagliante nella stanza. Ma un raggio di sole non ha la capacità di far dissolvere la parete di una stanza e di far emergere dal bagliore un’ombra scura che stringe in pugno una specie di tubo corto e con l’estremità arrotondata.
L’omba uscita dal bagliore avanzava verso di me, assumendo via via che si avvicinava forma umana e poi, più lentamente, le fattezze di una donna dagli occhi scintillanti, che puntava il tubo verso di me, mentre la luce accecante si diffondeva sul pavimento e sul soffitto e nel mio cervello prendevano forma le parole.
“Questo è difficile per loro. Le energie che cementano la materia resistono a una manomissione così pericolosa e lo spostamento termonucleare è di breve durata. Il mio corpo e la parete attraverso cui sono passata sono stati trasformati in energia radiante da questo tubo. Ma la disintegrazione del tuo corpo non sarà così dolorosa. Non te ne accorgerai nemmeno, e quando riprenderai conoscenza anche la tua struttura atomica sarà tornata normale. Ma non devi muoverti, altrimenti dovrò ucciderti”.
La signora Martin era immobile. Lentamente sollevò il tubo finché non l’ebbe puntato in direzione della mia testa.
10
John Dyson
Era tutta la mattina che andavo avanti e indietro per la stanza e guardavo dalla finestra, dicendomi che da un momento all’altro avrei visto Laura attraversare la stanza per venire da me, senza fiato per la fretta, ponendo fine così al mio tormento, e assicurandomi che la sua sparizione non aveva nulla di anormale e che non occorreva che avvertissi lo sceriffo.
Su questo punto non avevo rimorsi. Se la sua mancata ricomparsa alla biblioteca dopo l’intervallo di mezzogiorno, ieri mattina, non aveva allarmato la sua sostituta, che non si era presa la briga di cercarla fino al tardo pomeriggio, altre persone la pensavano diversamente.
Una di queste era lo sceriffo. Anderson conosceva molto bene Laura e quando gli telefonai mi disse subito che la credeva disposta a piantare in asso i suoi doveri di bibliotecaria come avrebbe creduto me disposto a piantare la classe affidandola a Bobby Jackson, per andarmene a pescare. Naturalmente non nominò Bobby Jackson. Ma quando uno è fuori di sé per la tensione e le preoccupazioni, le più impensate assurdità gli balenano nella mente e se si è ancora abbastanza calmi e presenti si cerca di bandirle per evitare che da esse ne derivino altre, più terribili e non meno assurde.
Era possibile che Laura avesse fatto le valigie e fosse partita senza dire a nessuno dove andava? No, era assurdo. Mi avrebbe sicuramente informato… Non era da lei prendere alla leggera quello che c’era fra noi al punto da infliggermi una ferita così crudele. La possibilità che fosse stata travolta da una macchina e ricoverata all’ospedale di Lakeview era anch’essa da scartare, se non altro perché non era stata ricoverata, né si erano verificati incidenti automobilistici a Lakeview, ieri.
E se invece… Il pensiero era così spaventoso, che per un momento non mi resi conto quanto sarebbe stato difficile, per un pirata della strada, fermare la macchina, scendere, raccogliere la sua vittima e, invece di scappare, portarla con sé, senza lasciare alcuna traccia dell’incidente.
No… c’era un’altra spiegazione del come e del perché era scomparsa. Che il fatto si fosse verificato fra le undici e mezzogiorno, quando le strade sono piene di gente, rendeva la cosa ancor più inspiegabile. Nel corso degli ultimi dieci anni si erano verificati a Lakeview solo quattro episodi di violenza, ma mi rifiutavo di pensare a quel genere di violenza, e tutti erano avvenuti di notte.
Se non fosse stato sabato i problemi scolastici mi avrebbero distratto fino a quando non fossero arrivate notizie. Comunque non sarei stato costretto ad andare in su e giù in quel modo, disperato e senza sapere cosa fare. Non potevo aiutare Laura in nessuna maniera e dovunque lei fosse — oh, Dio, dovunque fosse! — e certamente non ero utile a me stesso.