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«Finch, sto trattando con un uomo più intelligente di me.»

«E forse dai sentimenti più profondi.»

«Lo pensi davvero?»

«No… No… scusami, Shawn.»

I passi della donna ritornarono dalla cucina. Sembrò che avesse impiegato il tempo per riprendersi dalla sorpresa. Quando parlò, la sua voce fu molto più sicura.

«Lucas, è il primo giorno che passi a New York?»

«Sì.»

«E la prima cosa alla quale hai pensato, è stata di venire qui. Perché?»

«Non ne sono certo» disse l'uomo, con un accento insicuro. «Ti ho già detto che ho avuto modo di pensare a noi due, a lungo e profondamente. Forse, per me è diventata un'ossessione. Non lo so. Non avrei dovuto farlo, immagino.»

«Perché no? Ormai, credo di essere l'unica persona che tu conosca a New York. Sei stato colpito duramente, e hai provato il desiderio di parlare a qualcuno. E perché non avresti dovuto venire qui?»

«Non lo so.» L'uomo sembrava disperato. «Sai, adesso indagheranno su di te. Esamineranno il tuo passato, per scoprire da dove vengo, quale parte ho avuto nella tua vita. Spero che la cosa non ti dispiaccia troppo… io non sarei neppure venuto, se avessi saputo che nel tuo passato c'era qualcosa da nascondere. Ci ho pensato a lungo. Ma ho deciso di venire a ogni costo. Mi sembrava… più importante di tutto.»

«Di che cosa, Luke?»

«Non lo so.»

«Avevi paura che ti odiassi? Perché? Per il tuo aspetto?»

«No! Non ho un'opinione così bassa di te. Non mi hai neppure guardato, non hai fatto domande imbarazzanti. E sapevo che ti saresti comportata così.»

«Allora…» La voce della donna era gentile, e calma, come se nulla avesse potuto scuoterla a lungo. «Pensavi che avrei potuto odiarti perché mi hai spezzato il cuore?»

L'uomo non rispose.

«Ero innamorata di te» disse la donna «se lo pensavi avevi ragione. E quando ho visto che la cosa non aveva un seguito, ho sofferto.»

In strada, nell'automobile, Rogers scosse il capo, terribilmente a disagio. Il tecnico dell'F.B.I. voltò il capo per dire rapidamente:

«Non lasciatevi confondere, signor Rogers» disse. «Sentiamo sempre cose del genere. Anch'io sono rimasto imbarazzato, all'inizio. Ma dopo un po', si arriva a capire che le persone non devono vergognarsi, se altri ascoltano questi loro problemi. È una cosa onesta, no? In tutto il mondo la gente parla di questo. Se loro due ne parlano senza vergogna, voi non dovete sentirvi a disagio, nell'ascoltare.»

«Benissimo» disse Finchley. «Allora stiamo zitti tutti quanti, e ascoltiamo.»

«Non preoccupatevi, signor Finchley» disse il tecnico «sto registrando tutto. Potremo riascoltare l'intera conversazione o parti di essa, in qualsiasi momento.» Ritornò ai suoi strumenti. «Inoltre, l'uomo non le ha ancora risposto. Ci sta pensando ancora sopra.»

«Mi dispiace, Edith.»

«Hai già chiesto scusa una volta, stasera, Lucas.» La donna si alzò in piedi: si udì chiaramente dallo scricchiolio della sedia. «Non ti voglio vedere così. Non voglio che ti senta in colpa. Io non ti odio… non ti ho mai odiato. Io ti amavo. E poi, quando ho conosciuto Sam, ho capito come avrei potuto vivere la mia vita.»

«Se la pensi così, Edith, ne sono felice per te.»

La voce della donna fu un po' triste.

«Non l'ho sempre pensata così, sai. Ma vent'anni sono un periodo molto lungo, soprattutto per pensare.»

«Sì, è vero.»

«È strano. Quando rivivi nella tua mente il passato, minuto per minuto, riesci a vedere delle cose che ti sono sfuggite quando le hai vissute. Capisci che ci sono stati dei momenti nei quali una parola detta in maniera diversa, o una cosa fatta al momento giusto, avrebbero potuto cambiare ogni cosa.»

«È vero.»

«Naturalmente, si deve ricordare una cosa: la fantasia gioca dei brutti scherzi, e si possono vedere cose che non sono mai esistite. Tu puoi manipolare i tuoi ricordi, facendo loro seguire lo schema da te desiderato. Non sei mai sicuro che i tuoi ricordi non siano altro che un sogno a occhi aperti.»

«Può darsi.»

«Un ricordo può essere così. Può diventare una cosa perfetta. Le persone del ricordo diventano le persone che ti piacciono di più e non invecchiano mai… non cambiano mai, non vivono vent'anni lontano da te, trasformandosi in qualcuno che tu non puoi riconoscere. I personaggi del ricordo sono come tu li desideri, e puoi sempre tornare da loro e ricominciare da capo, sapendo, questa volta, gli errori commessi e il modo in cui correggerli. Nessun amico è come l'amico del ricordo. Nessun amore è bello come l'amore del ricordo.»

«Sì.»

«La… l'acqua sta bollendo, in cucina. Porto subito il caffè.».

«Va bene.»

«Indossi ancora il soprabito, Lucas.»

«Lo tolgo subito.»

«Torno tra un istante.»

Rogers guardò Finchley.

«Cosa sta cercando di fare quella donna?»

Finchley scosse il capo.

La donna ritornò dalla cucina. Si udì il rumore delle tazzine posate su un tavolo.

«Mi sono ricordata di non mettere né zucchero né panna nel tuo caffè, Lucas.»

L'uomo esitò.

«Sei stata gentile, Edith. Ma… il fatto è questo, non posso più bere il caffè nero. Mi spiace.»

«Perché? Per essere cambiato? Ecco… vado un istante in cucina, e sistemo tutto.»

«Un po' di panna, ma pochissima, e due cucchiaini di zucchero.»

Finchley domandò:

«Cosa sappiamo, a proposito del modo in cui Martino beveva il caffè, negli ultimi tempi?»

«Bisognerà controllare» rispose Rogers.

«Dovremo assicurarcene, allora.»

La donna ritornò dalla cucina.

«Spero che adesso vada bene, Lucas.»

«È ottimo. Io… spero che non ti dia fastidio vedermi bere.»

«E perché, Luke?»

Rimasero seduti in silenzio per qualche istante. Poi la donna domandò:

«Ti senti meglio, adesso?»

«Meglio?»

«Non ti sei affatto calmato. Sei teso, come il giorno in cui mi avvicinasti, allo zoo.»

«Non riesco, Edith.»

«Lo so. Sei venuto qui perché speravi in qualcosa, qualcosa che non riesci a spiegare neppure a te stesso. Sei rimasto uguale ad allora, Luke.»

«Già. Immagino» disse l'uomo, con una risatina nervosa.

«Ridere serve a qualcosa, Luke?»

La sua voce ricadde nella disperazione.

«Non lo so.»

«Luke, se vuoi ricominciare dal punto in cui abbiamo interrotto… tutto, io sono d'accordo.»

«Edith?»

«Se vuoi… stare con me.»

L'uomo rimase mortalmente calmo per un istante. Poi balzò pesantemente in piedi.

«Edith… guardami. Pensa agli uomini che seguiranno me e te fino al giorno della mia morte. E io morirò. Non subito, ma tu sarai nuovamente sola proprio quando il sostegno reciproco è più necessario. Non posso lavorare. Non posso neppure chiederti di venire con me, da qualsiasi parte. Non posso farlo, Edith. Non sono venuto qui per questo.»

«Non è a questo che hai pensato durante i mesi di ospedale? Non hai pensato a tutti questi ostacoli, e malgrado ciò, non hai continuato a sperare?»

«Edith…»

«La prima volta, non avrebbe potuto essere quella buona. E quando ho conosciuto Sam, mi sono innamorata di lui, sono stata felice di sposarlo. Ma adesso è una nuova occasione, e anch'io ho pensato molto al passato.»

Nell'automobile, Finchley mormorò con disperata intensità:

«Non rovinare tutto, amico. Non cedere. Fa' come devi. Sfrutta l'occasione.»

Poi comprese che Rogers lo stava guardando, e tacque bruscamente.

Nell'appartamento, tutta la tensione dell'uomo esplose in una semplice frase:

«Non posso!»

«Puoi, se lo desideri» disse con calma la donna.

L'uomo sospirò ancora una volta, e Rogers riuscì a vederlo con la mente… le spalle larghe e diritte che si curvavano un poco, le dita della mano sana che si stringevano a pugno… Martino o no, traditore o spia, l'uomo aveva conquistato… o trovato… un rifugio.