Si spogliò completamente e, facendo leva sui paletti di metallo, cominciò a insinuarsi nel labirinto. Gli pareva di essere un prigioniero che cerca di evadere passando attraverso le sbarre della cella tanto il passaggio era angusto.
Jimmy era un uomo d'azione, non di pensiero. Mentre strisciava con difficoltà nell'intrico dei paletti, non perse tempo a chiedersi perché stesse compiendo un'impresa così balorda. I fiori non l'avevano mai interessato, eppure adesso non badava a sprecare energie per coglierne uno. Va bene che era unico e di valore scientifico enorme, ma in realtà lo voleva perché era l'unico legame rimastogli col mondo della vita, con il pianeta dove era nato.
Eppure quando l'ebbe a portata di mano, esitò: forse era l'unico fiore di Rama. Che diritto aveva di coglierlo?
Se cercava una scusa, poteva consolarsi pensando che era nato per caso, che non rientrava nei progetti dei ramani. Era ovviamente un anomalo, nato troppo presto o troppo tardi. Ma in realtà non aveva bisogno di giustificazioni e la sua esitazione durò solo un attimo. Protese la mano, strinse lo stelo e diede un forte strattone.
Lo stelo si spezzò senza difficoltà. Dopo aver raccolto anche qualche foglia, Jimmy cominciò a strisciare lentamente a ritroso. Avendo una sola mano libera faceva molta fatica, e dovette fermarsi spesso per riprendere fiato. Fu durante una delle soste che notò come le foglie superstiti si chiudevano e lo stelo spezzato, girando lentamente su se stesso, rientrava nel terreno, come un serpente ferito che si nasconde nella tana.
Ho ucciso una creatura così bella, pensò rammaricato. Ma Rama non aveva ucciso lui? Cogliere un fiore era nel suo pieno diritto.
31
Il Comandante Norton non aveva mai perso un uomo, e non aveva intenzione di perderne uno adesso. Ancora prima della partenza di Jimmy per il Polo Sud aveva pensato al sistema per salvarlo in caso d'incidente. Ci aveva pensato, sì, ma senza trovare una soluzione. Come si poteva dare la scalata a un dirupo di cinquecento metri, anche con una forza di gravità ridotta? Sarebbe stato facile disponendo di equipaggiamento adatto e con personale allenato. Ma non c'erano cannoni-pitone a bordo della Endeavour e nemmeno un alpinista provetto sarebbe riuscito a salire su quella parete liscia, verticale e di metallo.
Le aveva pensate tutte: scarpe e guanti muniti di ventose, palloni aerostatici… ma aveva dovuto scartarle o per mancanza di mezzi adatti, o perché inattuabili. Inoltre, il tempo stringeva e bisognava trovare un sistema non solo sicuro, ma anche rapido.
Mentre Jimmy avanzava in mezzo alla fantastica scacchiera di Rama, una metà buona dei geni, o presunti tali, della Terra si scervellava per trovare il modo di salvarlo. Al Comando della Flotta Spaziale vennero esaminate tutte le proposte, di cui una su mille fu inoltrata a Norton. La proposta del dottor Perera arrivò in duplice copia, per via normale e per Planetcom. Per escogitarla, gli ci erano voluti cinque minuti di meditazione e un millisecondo di calcoli all'elaboratore.
Dapprima Norton credette che si trattasse di uno scherzo, e per di più di pessimo gusto, ma poi visto il nome del mittente e i calcoli acclusi, ci ripensò. — Cosa ne pensate? — chiese a Karl Mercer porgendogli il messaggio.
— Accidenti! — esclamò Karl dopo averlo letto. — Ma ha ragione, naturalmente.
— Davvero?
— Aveva pur ragione quando ha previsto il temporale, no? Chissà perché non ci abbiamo pensato anche noi. Che idiota sono stato!
— Non siete il solo. E adesso, quando lo diciamo a Jimmy?
— All'ultimo momento. Direi che è meglio. Almeno, se fossi al suo posto, io preferirei non saperlo prima. Per ora limitatevi a dirgli che gli andiamo incontro.
Sebbene potesse vedere tutta la distesa del Mare Cilindrico e sapesse approssimativamente da quale direzione sarebbe arrivata la Resolution, Jimmy riuscì a localizzarla solo dopo che la zattera ebbe doppiato New York. A guardarla, gli pareva incredibile che potesse portare sei uomini e tutto l'armamentario per salvarlo.
Quando fu a un chilometro, riconobbe il Comandante Norton e cominciò a salutare agitando la mano. Poco dopo, Norton lo scorse e agitò la mano in risposta.
— Felici di rivedervi in forma, Jimmy — trasmise. — Vi avevo promesso che non vi avremmo abbandonato. Mi credete ora?
Non completamente, pensò Jimmy, che, almeno fino a quel preciso istante, aveva avuto il dubbio che si trattasse di una pietosa messinscena per tenergli su il morale. Ma era assurdo pensare che il Comandante avesse attraversato il mare solo per venire a dirgli qualche parola di conforto. Doveva aver escogitato qualcosa.
— Vi credo — rispose. — Ma vi crederò maggiormente quando sarò nella barca insieme a voi. E adesso ditemi, cosa devo fare per arrivarci?
La Resolution rallentò a un centinaio di metri dalla base dello strapiombo. Per quanto Jimmy poteva vedere, non c'erano aggeggi strani a bordo, sebbene non sapesse nemmeno lui cosa si fosse aspettato.
— Mi spiace, Jimmy, ma non vi abbiamo detto niente finora per non preoccuparvi troppo.
Che modo di parlare… cosa diavolo voleva dire? La Resolution si fermò a cinquanta metri, mezzo chilometro più in basso di lui.
— Non vi succederà niente e vi salveremo, Jimmy — riprese il Comandante (e lui lo vedeva, laggiù, piccolissimo, mentre parlava nel microfono). — Però dovete avere i nervi saldi. Bisogna che saltiate giù.
— Un salto di cinquecento metri?
— Sì, però a un mezzo g.
— Grazie tante! Avete mai provato a buttarvi da un'altezza di duecentocinquanta metri, sulla Terra?
— Tacete, o annullo la vostra prossima licenza. Avreste dovuto arrivarci da solo. È solo una questione di velocità terminale. In questa atmosfesra, anche cadendo da duecentocinquanta metri, non arrivereste a superare i novanta all'ora. Ammetto che è una velocità un pochino alta per farlo a cuore tranquillo, ma abbiamo escogitato il sistema per ridurla un po'. Ecco cosa dovete fare. Ascoltatemi bene.
— Sono tutt'orecchi — rispose Jimmy. Non interruppe più il Comandante. Alla fine dovette convenire che la proposta era sensata, e talmente semplice che c'era voluto un genio per trovarla… e probabilmente qualcuno che era sicuro di non dovere attuare di persona la sua scoperta.
Jimmy non si era mai tuffato da grandi altezze, né aveva fatto esercitazioni col paracadute ad apertura ritardata, il che gli sarebbe servito almeno come preparazione psicologica. Si può dire a qualcuno che può tranquillamente valicare un abisso sopra un'asse, e fargli vedere tutti i calcoli inerenti e poi aspettarsi un rifiuto? Jimmy capiva adesso perché il Comandante era stato tanto evasivo circa i preparativi del suo salvataggio. Non aveva voluto lasciargli il tempo di rimuginarci sopra, di preoccuparsi, di spaventarsi fino a rifiutarsi di tentare.
— Non per farvi fretta — disse Norton, — ma prima vi decidete meglio è.
Jimmy guardò il suo prezioso souvenir, il fiore di Rama. Lo avviluppò con cura nel fazzoletto sporco, che annodò, e poi lanciò l'involto nell'abisso. Lo vide scendere volteggiando con rassicurante lentezza (ma quanto tempo ci metteva, però!) e diventare piccolo, sempre più piccolo finché non riuscì più a vederlo. Ma la Resolution si mosse, e lui capì che lo avevano raccolto.
— Bellissimo! — esclamò poco dopo il Comandante entusiasta. — Sono sicuro che gli daranno il vostro nome. E adesso… su, vi stiamo aspettando.
Jimmy si tolse la camicia (con quel clima tropicale, sotto non aveva altro) e la distese, pensoso. Durante la lunga marcia aveva pensato più volte di sbarazzarsene, e adesso invece gli avrebbe forse salvato la vita.