«Bene, colleghi delegati, Mercurio ha fatto qualcosa di più. Agendo in conformità agli articoli della Clausola trentaquattro del Trattato Spaziale del duemilacinquantasette, che ci accorda la facoltà di prendere le misure che riteniamo necessarie per proteggere l'integrità del nostro sistema solare, abbiamo inviato verso Rama un congegno nucleare ad alto potenziale. Saremo felici se non dovremo servircene mai. Però, almeno, non siamo più indifesi come prima.
«Potrete obiettare che abbiamo agito unilateralmente senza previa consultazione. Lo ammettiamo. Ma credete, con tutto il rispetto, signor presidente, che saremmo giunti a un accordo nel tempo limite che abbiamo a disposizione? Non ci siamo mossi solo per proteggere noi stessi, ma tutta l'umanità. E forse le generazioni future ci ringrazieranno per la nostra previdenza.
«Ammettiamo che sarebbe una tragedia, anche un delitto, distruggere un capolavoro come Rama. Se troveremo un motivo valido per farne a meno, senza rischio per l'umanità, saremo ben felici. Ma finora motivi validi non ne abbiamo trovati, e il tempo stringe.
«Bisognerà decidere prima che Rama raggiunga il perielio. Naturalmente avvertiremo in tempo la Endeavour, ma consiglieremmo il Comandante Norton di tenersi pronto a partire con un'ora di preavviso. Non è improbabile che Rama subisca una drammatica trasformazione da un momento all'altro.
«Questo è tutto, signor presidente, colleghi delegati. Vi ringrazio per l'attenzione, e spero nella vostra collaborazione.»
39
— Boris, che posto occupano gli hermiani nella vostra teologia?
— Un posto di primo piano — rispose il tenente Rodrigo con un sorriso privo di allegria. — È l'eterno conflitto tra le forze del bene e quelle del male. E si verificano circostanze in cui gli uomini sono chiamati a partecipare a questo conflitto.
Sapevo che mi avrebbe risposto così, pensò Norton. Quanto era successo doveva aver profondamente colpito Boris, che però non si era rassegnato a un'accettazione passiva. I Cosmocristiani erano energici e sapevano il fatto loro. Anzi, sotto certi aspetti, avevano delle affinità con gli hermiani.
— Immagino che abbiate qualche progetto, Boris.
— Sì, ne ho uno, ed è semplicissimo. Non dobbiamo far altro che disinnescare la bomba.
— Ah… E come?
— Con un paio di pinze tagliafili.
Se fosse stato un altro a dirlo, Norton avrebbe pensato a uno scherzo. Ma Boris Rodrigo non era il tipo.
— Un momento. È piena di telecamere. Pensate che gli hermiani si limiterebbero a guardare?
— Sicuro! E che altro potrebbero fare? Quando il segnale li raggiungerà, sarà troppo tardi. È un lavoretto che si può sbrigare in dieci minuti.
— Capisco; Si morderanno le dita. Ma se sulla bomba ci fosse un congegno che la farebbe esplodere se si cercasse di manometterla?
— È molto imgrobabile. A che scopo l'avrebbero messo? La bomba è stata appositamente preparata per una missione spaziale, e deve essere dotata di tutti i congegni possibili e immaginabili atti ad evitare un'esplosione spontanea. Comunque, è un rischio che ho previsto e che sono disposto a correre… e potrò sbrigare tutto senza che la Endeavour corra pericolo. So già cosa devo fare.
— Lo immaginavo — rispose Norton. L'idea era affascinante, addirittura seducente. Gli piaceva soprattutto pensare agli hermiani rabbiosi per la loro impotenza, e avrebbe dato qualunque cosa per vedere le loro reazioni quando si sarebbero resi conto di quello che stava succedendo al loro mortale giocattolo.
Ma c'erano molte complicazioni, che si andavano moltiplicando via via che Norton esaminava il problema. Si trovava di fronte alla decisione di gran lunga più difficile e cruciale della sua carriera. Tutto l'avvenire dell'umanità poteva dipendere da quella decisione… perché se gli hermiani avevano ragione…
Una volta congedato Rodrigo, Norton accese il segnale Non disturbare. Non se ne era mai servito e si meravigliò che funzionasse. Adesso, nella sua astronave piena di vita e di attività, era completamente solo… salvo per il ritratto del capitano Cook, che lo guardava dagli abissi del tempo.
Era impossibile chiedere consiglio alla Terra. Lo avevano già avvertito che le sue trasmissioni potevano essere intercettate, forse da apparecchi installati sulla bomba stessa. Quindi la responsabilità della decisione ricadeva completamente su di lui.
Poteva decidere di non far niente, in attesa che gli hermiani gli consigliassero di andarsene. Come sarebbe stata giudicata questa decisione dagli storici del futuro? Sebbene a Norton non stesse particolarmente a cuore la gloria o l'infamia postuma, non gli garbava molto essere ricordato per sempre come complice, sia pur involontario, di un delitto cosmico che avrebbe potuto scongiurare.
Inoltre, il progetto era impeccabile. Com'era prevedibile, Rodrigo aveva esaminato e risolto tutti i particolari, previsto tutte le possibilità, anche il remoto pericolo che la bomba potesse esplodere mentre lui la stava manomettendo. Infatti, se questo si fosse verificato, la Endeavour, al riparo dietro lo schermo di Rama, non avrrebbe riportato danni. Quanto a Rodrigo, sembrava che avesse accettato la possibilità di un'apoteosi istantanea senza battere ciglio.
Ma se anche fosse riuscito a smantellare la bomba, la faccenda non sarebbe finita lì. Gli hermiani avrebbero potuto ritentare, a meno che non si trovasse il modo di impedirglielo. Ma ci sarebbero volute settimane, e prima che un altro missile potesse raggiungerlo, Rama si sarebbe trovato ben oltre il perielio, e in questo caso tutte le paure degli allarmisti si sarebbero dimostrate prive di fondamento… o il contrario.
Agire o non agire. Mai prima di allora Norton si era sentito tanto affine al principe di Danimarca. Qualsiasi decisione avesse preso, le possibilità del bene e del male sembravano in perfetto equilibrio. Si trovava di fronte alla più difficile delle decisioni, dal punto di vista morale. Se avesse sbagliato, l'avrebbero saputo subito. Ma se aveva ragione, forse non avrebbe mai avuto modo di provarlo.
Ma era inutile continuare ad arzigogolare, perché avrebbe potuto andare avanti all'infinito, soppesando il pro e il contro, senza mai arrivare a una decisione. Era venuto il momento di ascoltare la sua voce interiore.
Restituì lo sguardo calmo e fermo di Cook che sembrava osservarlo. — Sono d'accordo con voi, capitano — sussurrò. — La razza umana deve ascoltare la sua coscienza. E qualsiasi cosa dicano gli hermiani, la sopravvivenza non è tutto.
Premette un pulsante e disse lentamente: — Tenente Rodrigo, vorrei parlarvi.
Poi chiuse gli occhi, e affondò i pollici nella cintura che lo legava alla poltroncina, preparandosi a godersi qualche minuto di completo relax. Chissà quando avrebbe potuto goderne ancora.
40
Lo scooter era stato alleggerito da tutto il peso superfluo, ed era ridotto a un'intelaiatura scoperta che serviva a tenere insieme l'apparato motore, quello di guida e il sedile del pilota. Era stato tolto anche il sedile del secondo pilota, perché ogni chilo supplementare avrebbe influito negativamente sul tempo della missione.
Ma c'era anche un altro motivo, anche se secondario, per cui Rodrigo aveva insistito per essere solo. Era un lavoro talmente semplice che non occorreva l'aiuto di un'altra persona e la presenza di un secondo passeggero avrebbe prolungato il volo di parecchi minuti. Ora, lo scooter, ridotto a uno scheletro, poteva accelerare a più di un terzo di gravità e percorrere il tragitto dalla Endeavour alla bomba in quattro minuti. Ne rimanevano sei. Potevano bastare.