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— Qualche altra ferita o segni sul corpo? — chiese lentamente.

— Nessuno. Io le consiglierei di concentrarsi sulla ricerca di quell’arma, Rod. Frughi in tutto il Settore Tre, se necessario. Lei sa com’è fatto un disintegratore, no?

— Ho visto delle fotografie, — rispose Caquer. — Fanno del rumore, dottore? Non ne ho mai visto usare uno.

Il dottor Skidder scosse la testa. — C’è un lampo e si sente un sibilo, ma nessuna detonazione.

— Impossibile scambiarlo per un colpo d’arma da fuoco?

Il dottore lo fissò con tanto d’occhi.

— Vuol riferirsi a un’arma esplosiva? Certo che no. Si sente solo un debole ssss. Non lo si potrebbe sentire a più di tre metri di distanza.

Quando il tenente Caquer ebbe spento il visifono, si sedette e chiuse gli occhi per concentrarsi. Adesso doveva cercare di trarre una conclusione sensata da tre osservazioni contrastantì tra di loro. La sua, quella dell’agente di pattuglia e quella del medico.

Brager era stato il primo a vedere il corpo e aveva detto di aver visto un foro sopra il cuore. E che non c’erano altre ferite. Aveva sentito la detonazione.

E se Brager avesse mentito? pensò Caquer. La faccenda continuava a non avere senso, perché secondo il dottor Skidder non c’era nessun foro di pallottola ma solo la ferita di un disintegratore. E Skidder aveva visto il cadavere dopo di Brager,

Teoricamente qualcuno poteva avere usato in quell’intervallo un disintegratore su un uomo già morto. Ma…

Ma questo non spiegava la ferita alla testa, né il fatto che il medico non avesse visto il foro della pallottola.

In via del tutto teorica, qualcuno avrebbe potuto naturalmente colpire il cranio con una spada nell’intervallo di tempo tra il momento in cui Skidder aveva fatto l’autopsia e il momento in cui lui, Rod Caquer, aveva visto il corpo. Ma…

Ma questo non spiegava come mai non avesse visto la spalla carbonizzata quando aveva sollevato il lenzuolo dal corpo steso sulla barella. Gli sarebbe potuto sfuggire il foro della pallottola, anche se sarebbe stato difficile, ma non gli sarebbe potuto sfuggire di vedere una spalla nelle condizioni descritte dal dottor Skidder.

Continuò a rimuginarci attorno, finché non arrivò all’unica spiegazione possibile. Il Medico Capo mentiva per chissà quale folle ragione. In quanto alla storia di Brager poteva essere vera in toto. Questo naturalmente significava che a lui, Rod Caquer, era sfuggito il foro di pallottola visto da Brager, ma questo era possibilissimo.

La storia di Skidder però non poteva essere vera. Poteva essere stato Skidder stesso, al momento dell’autopsia, a infliggere quella ferita alla testa. E avrebbe potuto mentire riguardo la ferita alla spalla. Ma perché avesse fatto una o l’altra delle due cose, a meno di non essere pazzo, Caquer non riusciva proprio a immaginarlo. Tuttavia quello era l’unico modo in cui poteva riconciliare tutti i fattori.

Ma ormai il corpo era stato eliminato. E sarebbe stata solo la sua parola contro quella del dottor Skidder…

Ma un momento! I due uomini del Servizio Sanitario dovevano aver visto il cadavere quando l’avevano messo sulla barella.

Caquer si alzò in piedi davanti al visifono e ottenne subito il collegamento con la centrale del Servizio Sanitario.

— I due incaricati che hanno portato via un corpo dal Negozio 9364 meno di un’ora fa… sono già rientrati? — chiese.

— Un momento, tenente… Sì, uno di loro aveva finito il suo turno ed è tornato a casa. L’altro è ancora qui.

— Me lo passi.

Rod Caquer riconobbe subito l’uomo che era apparso nel raggio d’azione dello schermo. Era proprio quello che gli aveva detto di sbrigarsi.

— Sì, tenente? — chiese l’uomo.

— Lei ha aiutato a mettere il corpo sulla barella?

— Naturalmente.

— Secondo lei, quale è stata la causa della morte?

L’uomo vestito di bianco rifletté un’espressione assolutamente sorpresa.

— Ma mi vuole prendere in giro, tenente? — sogghignò. — Perfino un idiota avrebbe visto cos’era successo a quel baccalà.

Caquer aggrottò la fronte.

— Ciò nonostante ci sono delle dichiarazioni contrastanti e vorrei la sua opinione.

— Opinione? Quando un tizio ha avuto la testa tagliata, che contrasto d’opinioni vuole che ci sia, tenente?

Caquer si costrinse a parlare con calma. — L’uomo che è venuto con lei sarà disposto a confermarlo?

— Naturalmente. Per gli oceani della Terra! Abbiamo dovuto caricare il cadavere sulla barella in due pezzi. Abbiamo tirato su il cadavere in due e poi Walter ha raccolto la testa e l’ha posata accanto al tronco. L’omicidio è stato provocato da un raggio disintegratore, vero?

— Lei ne ha parlato col suo collega? — chiese Caquer. — Non c’è stata divergenza di opinione fra di voi riguardo i… um… particolari?

— In effetti sì. È per questo che le ho chiesto se è stato un disintegratore. Dopo che avevamo cremato il cadavere, Walter ha cercato di dirmi che il taglio era slabbrato come se qualcuno avesse vibrato diversi colpi con un’ascia o un’arma simile. Ma il taglio era netto, invece.

— Ha notato se c’era traccia di un colpo inferto sulla sommità del cranio?

— No. Ehi, tenente, lei non ha una gran bella cera. Non si sente forse bene?

2. Terrore di notte

Questo era il quadro che si presentava davanti a Rod Caquer e nessuno poteva biasimarlo se cominciava a desiderare che si trattasse di un semplice caso di omicidio.

Qualche ora fa gli era sembrato odioso che il record di zero delitti di Callisto fosse saltato, ma adesso il caso appariva ancora peggiore. Non sapeva ancora, però, che sarebbe peggiorato ancora e che quello era solo l’inizio.

Erano le otto di sera adesso e Caquer era ancora nel suo ufficio con una copia del Modulo 812 davanti a sé, sulla superficie in duroplast della scrivania. C’erano delle domande su quel modulo, in apparenza molto semplici.

Nome del deceduto: Willem Deem

Professione: Proprietario di negozio libri e bobine

Residenza: Appart. 8250, S.T., Cisto

Luogo di lavoro: Negozio 9364, S.T., Cisto

Ora del decesso: Ore 15 circa, Tempo Std? Cisto

Causa della morte:

Sì, le prime cinque domande erano state facilissime. Ma la sesta? Era un’ora ormai che la stava fissando come ipnotizzato. Un’ora di Callisto, non lunga quanto quella della Terra, ma abbastanza lunga quando si fissa una domanda del genere.

Ma, maledizione!, doveva pur scrivere qualcosa.

Invece allungò la mano verso il pulsante del visifono e un istante dopo Jane Gordon lo fissò dallo schermo. Anche Rod Caquer la fissò, perché in effetti la ragazza era qualcosa che meritava di essere guardata.

— Ciao, Ghiacciolo, — le disse. — Temo proprio che stasera non mi sarà possibile venire. Mi perdoni?

— Naturalmente, Rod. Che c’è? La faccenda Deem?

Rod annuì tristemente. — Scartoffie. Un sacco di moduli e rapporti che devo compilare per il Coordinatore di Settore.

— Oh. Com’è stato ucciso, Rod?

— Il paragrafo 65 del regolamento, — le rispose con un sorriso, — vieta di fornire a un civile i particolari di un crimine ancora irrisolto.

— Al diavolo il paragrafo 65. Papà conosceva bene Willem Deem e Deem è stato spesso nostro ospite. Praticamente era un amico di famiglia.

— Praticamente? — indagò Caquer. — Allora mi pare di capire che non ti era simpatico, Ghiacciolo?