«Sono gran belle parole» disse Harris, «e farebbero un figurone incise sopra un monumento eretto all’armonia galattica. Ma in che modo contate di aiutare i Terrestri?»
«È una questione di genetica.»
«Non capisco.»
«Naturale. Ma questo non è né il momento, né il luogo adatto per spiegarvelo dettagliatamente.»
Lui lasciò perdere. «Dunque» disse con amarezza, «voi mi siete venuta addosso di proposito, avete permesso che vi offrissi la cena e avete passeggiato a braccetto con me, sempre sapendo che ero un abitante di Darruu travestito. Giusto?»
«Certo che lo sapevo.»
«E il vostro modo di comportarvi non lo trovate cinico?»
«E voi, che avete fatto?» chiese lei, di rimando. «Approfittare di un’ingenua ragazza della Terra… Imbottirla di bugie sul vostro conto…»
«È diverso» disse lui, scosso.
«Ah, sì?» Beth rise. «So anche che quando ieri sera avete finto di sentirvi male, era perché dovevate mettervi in contatto col vostro capo. E quando mi avete detto che andavate a trovare un amico, sapevo che in realtà vi recavate a un appuntamento d’emergenza. Sapevo anche che cosa vi avrebbe ordinato di fare Carver… Ragione per cui ho tenuto la rivoltella pronta quando avete suonato alla mia porta.»
Lui la fissò. «Supponiamo che io non avessi captato quel segnale d’emergenza. Supponiamo che non avessi idea, e in verità non l’avevo, di chi foste in realtà. Dovevamo trovarci qui, nella vostra stanza, bere qualcosa e probabilmente fare all’amore. Sareste… sareste venuta a letto con me, anche sapendo quello che sapevate?»
Beth rimase un attimo in silenzio. Poi, freddamente, disse: «Credo proprio di sì. Sarebbe stato davvero interessante vedere che tipo di reazioni biologiche sono capaci di ottenere i chirurghi di Darruu.»
Un lampo di odio cieco e selvaggio attraversò Harris-Khiilom. Che puttana! pensò. Era stato educato a odiare i Medlinesi a tutti i costi: erano i nemici ancestrali del suo popolo, i rivali galattici dei Darruuesi, da quattromila anni e forse più. La semplice vista di un abitante di Medlin era sufficiente a scatenare l’ira in uno di Darruu. Solo il travestimento terrestre aveva impedito a Harris di provare la normale repulsione verso tutto ciò che veniva da quel mondo… e quindi anche verso la sedicente Beth Baldwin.
Ma ora il ribrezzo lo travolgeva come un’ondata, alla rivelazione della cinica «curiosità» biologica della ragazza. Gli sembrava un sacrilegio che un essere così leggiadro parlasse in modo tanto odioso.
Si chiese fino a che punto potesse spingersi quel cinismo. Se avesse fatto un movimento, lei gli avrebbe sparato?
E com’era la sua mira?
Probabilmente ottima, tanto più a una distanza così ravvicinata. Dominò la propria rabbia. «Sapete guardare le cose con molta freddezza, Beth» disse.
«Può darsi. Mi spiace che la mia franchezza vi offenda.»
«Avete proprio l’aria dispiaciuta.»
Lei sorrise. «Lasciamo perdere.» Il suo tono di voce si era fatto più cortese. «Ci sono alcune cose che vorrei dirvi.»
«Per esempio?»
«Prima di tutto, sapete che voi siete fondamentalmente infedele alla vostra causa?»
Harris rise bruscamente, pensando con tormentosa nostalgia alla sua terra natale.
«Siete pazza!»
«Temo proprio di no. Sentite un po’, Abner, e dite se questa non è la verità. Voi avete una gran nostalgia di Darruu, vero?»
«Lo riconosco.»
«Voi non avreste mai voluto venire qui, ma vi è stata affidata la missione e voi l’avete accettata. Appartenete a una casta che ha determinati obblighi verso la società e voi state adempiendo a questi obblighi. Ma non sapete molto su ciò che siete venuto a fare qui sulla Terra, e per mezza moneta buca piantereste baracca e burattini e ve ne tornereste a casa con la prima nave in partenza.»
«Un’analisi molto intelligente» disse lui gelido, costretto ad ammettere interiormente la verità di quelle parole, e cercando però di non farlo capire alla ragazza. «Ora datemi l’oroscopo per i prossimi sei mesi» soggiunse in tono di pesante sarcasmo.
«Questo è abbastanza facile. Prima di tutto verrete al nostro quartier generale e apprenderete che cosa la mia gente si propone di fare sulla Terra…»
«Questo lo so già.»
«Credete di saperlo!» esclamò lei. «Invece sapete soltanto ciò che i vostri propagandisti vi hanno detto. Non interrompetemi. Conoscerete il vero motivo per cui ci troviamo qui. E una volta che l’avrete conosciuto, vi unirete a noi e ci aiuterete a proteggere la Terra dalla minaccia rappresentata dai Darruuesi.»
Lui scoppiò a ridere. «Insomma, mi rivolterò contro il mio stesso mondo?»
«Proprio così.»
«Come potete essere così sicura che mi comporterò in modo tanto assurdo?»
«È implicito nella struttura della vostra personalità. Una volta fornito il motivo giusto, non potete fare a meno di comportarvi così. E poi, state innamorandovi.»
«Di voi?» sbottò Harris. «Non lusingatevi troppo, ragazza mia.»
«Parlo obiettivamente. Conosco quello che avete dentro molto meglio di voi.»
«E avete il coraggio di starvene lì a dirmi che mi sto innamorando di una massa di finta carne femminile appiccicata sopra il corpo scarno e ripugnante di un medlinese?»
Lei rimase calma, sempre con lo stesso sorriso tranquillo, senza rispondere.
Harris misurò la distanza che li separava, chiedendosi se dopo tutto Beth avrebbe avuto davvero il coraggio di usare la pistola, nel caso che lui le fosse balzato addosso. L’annientatore bruciava completamente i tessuti nervosi; se lo avesse colpito al cervello o in qualsiasi altra parte vitale del corpo, la morte sarebbe stata istantanea e per nulla piacevole. Una scarica in uno degli arti lo avrebbe storpiato per sempre.
Decise di correre il rischio.
Era un Servo dello Spirito, non doveva dimenticarlo. Era andato lì spinto da obblighi imprescindibili: questo lo sapeva perfino quella prostituta medlinese. Aveva l’ordine di uccidere gli agenti di Medlin, non di farsi ammazzare da loro. Non c’era niente da perdere facendo quel tentativo… e niente da guadagnare, tranne una cicatrice sull’anima, se si lasciava spaventare da quel minuscolo aggeggio scintillante.
«Non mi avete risposto, Beth… o quale che sia il vostro nome» disse con voce suadente. «Credete davvero che potrei innamorarmi di un essere come voi?»
«E perché no?»
«Gli abitanti di Darruu o quelli di Medlin hanno mai provato niente che non fosse odio, gli uni per gli altri? I Medlinesi sono fisicamente ripugnanti ai Darruuesi. Questo lo sapete.»
«Biologicamente siamo Terrestri, ora. E quindi è possibile che noi si senta un’attrazione reciproca. Non potete negarlo…»
«Forse avete ragione» ammise. «Dopotutto, vi ho pregato di coprire il vostro corpo perché non mi distraesse. E ho reagito allo stesso modo davanti alle ragazze del locale notturno, quando ero là con Carver.» Sorrise. «Sono confuso» disse. «Ho bisogno di tempo per riflettere.»
«Certo. Voi…»
Lui balzò dalla sedia e superò la distanza che li separava in due lunghi salti, aspettandosi a ogni istante di sentire la vampata sfrigolante del raggio annientatore bruciargli il sistema nervoso. Allungò disperatamente una mano, per afferrare il polso del braccio che teneva la pistola. Riuscì a deviare l’arma verso il soffitto. Ma Beth non cercò neppure di sparare. Harris le strinse il polso fino a che non sentì scricchiolare le ossa delicate.
«Gettatela!» mormorò, rauco.
La pistola cadde sul pavimento; con un’abile mossa del piede, Harris la spedì sotto il letto. Poi, premendo forte contro Beth, fissò la ragazza con occhi scintillanti di furore.
Quando i loro corpi si trovarono uno contro l’altro, la rabbia si sciolse in passione. Allo sguardo caldo, invitante, di lei, Harris reagì istintivamente. Poi un’ondata di paura lo travolse.