— Lei è d’una chiarezza straordinaria — osservai. — E le donne?
— Oh, per loro organizzeremo un lungo rito della fertilità, culminante in un lungo sacrificio.
— Vedo.
— … A meno che non vi permettiamo di continuare la vostra strada, senza subire la minima molestia.
— Oh?
— Sì. A Procuste piace dare alla gente una possibilità di misurarsi in una prova standard, per saggiare la propria forza, ed eventualmente essere redenti. Da questo punto di vista è decisamente cristiano.
— E tiene fede al suo nome, immagino?
Hasan mi venne a fianco, e fissò Moreby attraverso le sbarre.
— Oh, divertente, divertente — disse Moreby. — Davvero, mi piacerebbe tenerla qui un po’, lo sa? Lei ha sense of humor. I Kouretes, per quanto siano personalità indubbiamente esemplari, ne sono proprio sprovvisti. Potrei anche imparare ad apprezzarla…
— Non si preoccupi. Mi parli di questa possibilità di redenzione, piuttosto.
— Sì. Noi siamo i custodi dell’Uomo Morto. È la mia creazione più interessante. Sono sicuro che uno di voi due se ne accorgerà, durante il breve incontro con lui. Gettò un’occhiata da me a Hasan, da Hasan a me.
— Lo conosco — gli dissi. — Cosa dobbiamo fare?
— Dovete presentare un campione per combattere con lui, stanotte, quando s’alzerà di nuovo dal regno dei morti.
— Che cos’è?
— Un vampiro.
— Sciocchezze. Che cos’è, scherzi a parte?
— È un vampiro genuino. Vedrete.
— Okay, come preferisce. È un vampiro, e uno di noi lo combatterà. Come?
— Qualsiasi tipo di presa, a mani nude; e non è molto difficile prenderlo. Se ne sta lì fermo ad aspettare. Sarà molto assetato e affamato, povero ragazzo.
— E se viene sconfitto, i prigionieri saranno liberi?
— Queste sono le regole, come ho sottolineato all’incirca sedici o diciassette anni fa. Naturalmente, questa circostanza non s’è mai verificata…
— Vedo. Sta cercando di dirmi che è un osso duro.
— Oh, è imbattibile. È questo il punto più divertente. Non sarebbe un bel cerimoniale, se potesse terminare in qualsiasi altro modo. Io racconto alla mia gente l’intera storia del combattimento prima che esso abbia luogo, e poi la mia gente osserva lo svolgimento e verifica la veridicità delle mie parole. Il che riafferma la loro fede nel destino, e la mia stretta vicinanza con le alte sfere.
Hasan mi sbirciò.
— Cosa vuole dire, Karagee?
— È un combattimento truccato — gli spiegai.
— Al contrario — ribatté Moreby, — tutt’altro. Non ce n’è bisogno. C’era un vecchio proverbio su questo pianeta, in relazione ad un antico sport: non scommettete mai contro i maledetti Yankees, o perderete i vostri soldi. L’Uomo Morto è imbattibile perché è nato con una considerevole dote di forza naturale, che io ho abilmente elaborato. S’è mangiato parecchi campioni, sicché la sua forza è uguale a quella di tutti loro. Chiunque abbia letto Frazer lo sa.
Sbadigliò, coprendosi la bocca con un bastone ornato di piume.
— Adesso devo andare a supervisionare i preparativi per il barbecue. I miei ragazzi stanno ornando tutto con l’agrifoglio. Decidete nel pomeriggio per il campione. Ci rivedremo in serata. Buongiorno.
— Inciampi e si spezzi l’osso del collo.
Sorrise e se ne andò.
Convocai un concilio.
— Okay — esordii. — Questi qui hanno una creatura Calda, l’Uomo Morto, che pare proprio forte. Stanotte lotterò con lui. Se riesco a batterlo in teoria dovremmo essere liberi, ma non mi fido per niente di Moreby. Per cui dobbiamo organizzare un piano di fuga, se no ci troveremo imbanditi e serviti su un bel vassoio rustico. Phil, ti ricordi la strada per Volos? — chiesi.
— Credo di sì. È passato tanto tempo… Ma adesso dove ci troviamo, esattamente?
— Se può essere di qualche aiuto — rispose Myshtigo, a fianco della finestra, — vedo un bagliore. È di un colore per il quale non esiste nome nella vostra lingua, ma viene da quella parte. — Indicò col dito. — È un colore che di solito vedo nelle vicinanze di materiale radioattivo, se l’atmosfera è abbastanza densa. Si estende sopra un’area piuttosto ampia.
Mi portai alla finestra e fissai nella direzione indicata.
— Allora potrebbe essere il Posto Caldo — dissi. — Se le cose stanno così, ci hanno portati verso la costa, ed è una bella fortuna. Nessuno di voi era sveglio e cosciente mentre ci trasportavano qui?
Nessuno rispose.
— D’accordo. Allora prenderemo per buona l’ipotesi che quello sia il Posto Caldo, e che noi ci siamo molto vicini. La strada per Volos dovrebbe essere da quella parte, allora. — Indicai la direzione opposta. — Dato che è pomeriggio e il sole si trova su questo lato della baracca, dirigetevi dall’altra parte quando raggiungete la strada, verso oriente. Non dovrebbero essere più di venticinque chilometri.
— Ci raggiungeranno — replicò Dos Santos.
— Ci sono dei cavalli — disse Hasan.
— Cosa?
— Lungo la strada, in un recinto. Prima ne ho visti tre vicino all’inferriata. Adesso si trovano dall’altra parte della baracca. Potrebbero essercene degli altri. Non sembravano cavalli molto robusti, comunque.
— Sapete cavalcare tutti? — chiesi.
— Non ho mai cavalcato un cavallo — rispose Myshtigo, — ma il thrid gli è abbastanza simile. E il thrid l’ho cavalcato.
Tutti gli altri sapevano andare a cavallo.
— Allora stanotte — dissi. — Se è necessario salite in due su un cavallo. Se ce ne sono in soprannumero, liberate gli altri, fateli correre via. Mentre quelli mi guarderanno combattere con l’Uomo Morto, voi mettetevi a correre all’improvviso verso il recinto. Afferrate più armi che potete e apritevi la strada fino ai cavalli. Phil, portali a Makrynitsa e fai il nome di Korones. Vi ospiteranno e vi daranno protezione.
— Sono spiacente — disse Dos Santos, — ma il tuo piano non è molto buono.
— Se ne hai uno migliore, sentiamolo — gli risposi.
— Prima di tutto — disse, — non possiamo contare su Mister Graber. Quando tu eri ancora svenuto lui stava parecchio male. Era molto debole. George crede che abbia avuto un attacco di cuore durante o subito dopo lo scontro coi Kouretes. Se gli succede qualcosa, siamo spacciati. Avremo bisogno di te per uscire di qui, ammesso che riusciamo a scappare. Non possiamo fidarci di Mister Graber.
«Secondo — continuò, — tu non sei l’unico capace di combattere una minaccia esotica. Hasan raccoglierà la sfida dell’Uomo Morto».
— Non posso chiedergli di farlo — dissi. — Anche se vince, si troverà con ogni probabilità diviso da noi, ed è fuori dubbio che lo prenderanno in fretta. Il che sarebbe fatale alla sua vita, temo. Lo avete assunto per uccidere, non per morire.
— Lo combatterò, Karagee — disse Hasan.
— Non hai nessun obbligo.
— Ma io lo voglio.
— Come ti senti adesso, Phil? — chiesi.
— Meglio, molto meglio. Penso che fosse solo mal di stomaco. Non preoccupatevi.
— Te la senti di correre fino a Markrynitsa, sulla groppa d’un cavallo?
— Non c’è problema. Sarà più facile d’una passeggiata. Praticamente sono nato sulla schiena d’un cavallo. Ti ricordi, no?
— «Ti ricordi»? — chiese Dos Santos. — Cosa vuol dire, Mister Graber? Come potrebbe Conrad ri…
— … Ricordare la sua famosa Ballata a Cavallo — intervenne Parrucca Rossa. — Allora, Conrad, cosa decidi?