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Padre McKean si mise davanti a lei, senza avere la forza di guardarla negli occhi per più di due secondi.

«Vivien, tu credi in Dio?»

Vivien si chiese il senso di quella domanda. Le sembrava impossibile di essere stata convocata con tanta urgenza solo per una verifica della sua fede. Decise che se padre McKean le aveva chiesto quello, un senso lo doveva avere.

«Nonostante il lavoro che faccio, io sono una sognatrice, Michael. È il massimo che mi posso permettere.»

«Questa è la differenza fra di noi. Un sognatore ha la speranza che i suoi sogni si avverino.»

Fece una pausa durante la quale cercò il suo sguardo. Per un attimo fu quello di sempre.

«Un credente ha la certezza.»

Poi si girò e si avvicinò all’armadietto. Appoggiò una mano sulla sommità e rimase per un istante a guardare le scatole di medicinali all’interno.

Parlò senza guardarla.

«E quello che sto per dirti è proprio contro quella certezza. Contro gli insegnamenti che per anni ho seguito. Contro quelli che ho impartito. Ma ci sono casi in cui i dogmi della Chiesa si rivelano incomprensibili davanti alle sofferenze umane. A tante, troppe sofferenze umane.»

Tornò a voltarsi verso di lei. Il suo viso era livido.

«Vivien, l’uomo che ha fatto esplodere le bombe nel Lower East Side e sull’Hudson è venuto a confessarsi da me.»

Vivien fece un tuffo nelle acque gelate dell’Artico. E rimase a lungo immersa, prima di poter riemergere e di ritrovare il fiato.

«Ne sei sicuro?»

La domanda le era venuta istintiva e portava con sé molti sottintesi.

Ebbe in cambio una risposta calma e prudente, quella di chi sa come spiegare una cosa difficile da credere.

«Vivien, ho una laurea in psicologia. Lo so che il mondo è popolato di pazzi mitomani disposti a confessare tutte le colpe della terra pur di avere un momento di notorietà. So che una difficoltà della Polizia in certe indagini è dividersi fra la ricerca dei colpevoli e sfuggire a quelli che dicono di esserlo. Ma in questo caso è diverso.»

«Cosa te lo fa pensare?»

Il prete scrollò le spalle.

«Tutto e niente. Dettagli, particolari, parole. Ma dopo il secondo attentato sono certo che è lui.»

Dopo un iniziale istante di sbigottimento, Vivien era tornata presente a se stessa, vivificata da un soffio innaturale di adrenalina nel sangue.

Capiva l’importanza di quello che il sacerdote le aveva appena confidato.

Nello stesso tempo sapeva quale battaglia avesse vinto e perso dentro di sé per arrivare a farlo.

«Ti va di partire dall’inizio?»

Padre McKean assentì con il capo, in attesa. Ora che il vaso era stato aperto, aveva capito che, nella sua esperienza, Vivien sapeva cosa chiedere e il modo giusto per farlo.

«Quante volte lo hai visto?»

«Una.»

«Quando è stato?»

«Domenica mattina, il giorno dopo il primo attentato.»

«Cosa ti ha detto?»

«Mi ha confessato quello che aveva fatto. E mi ha detto quello che aveva intenzione di fare in seguito.»

«Come? Ricordi le parole precise?»

«Come se potessi dimenticarle. Ha detto che la prima volta aveva riunito la luce e il buio. La prossima volta avrebbe riunito l’acqua alla terra.»

Le lasciò il tempo per riflettere. Poi arrivò per lei a una conclusione.

«E così è stato. La prima esplosione è avvenuta al calare della sera, quando la luce e il buio si riuniscono. La seconda si è verificata in riva al fiume. In quel modo la terra e le acque sono tornate a essere una cosa sola.

Sai che significa?»

«Significa che sta ripercorrendo la Genesi, con propositi distruttivi invece che creativi.»

«Esatto.»

«Ti ha detto perché lo fa?»

Padre McKean si sedette su uno sgabello, come se le forze, durante quella confessione, lo stessero abbandonando.

«Gli ho posto la domanda quasi con le stesse parole.»

«E lui che ti ha risposto?»

«Ha risposto “Io sono Dio”.»

Quella frase, ripetuta a mezza voce per la prima volta fuori dal confessionale, dava a tutti e due il senso urticante della pazzia. Dell’andata senza ritorno verso la follia omicida, quella che cancella ogni barlume di indulgenza e lascia spazio solo all’incedere del male fino a diventare il male fatto uomo.

Il reverendo richiamò alla mente i suoi studi di psicologia.

«Quest’uomo, chiunque sia, è molto più di un serial killer o di un omicida di massa. Lui riunisce dentro di sé tutte e due le patologie. E di tutte e due le patologie presenta la furia e la totale e sanguinaria assenza di discernimento.»

Vivien si trovò a pensare che, se avessero preso quell’uomo, ci sarebbero stati psichiatri disposti a pagare qualsiasi cifra pur di poterlo studiare. E molte persone che avrebbero pagato altrettanto pur di poterlo uccidere con le loro mani.

«Puoi darmi una descrizione?»

«Non l’ho visto bene in viso. Il confessionale a Saint Benedict è volutamente mantenuto nella penombra. Inoltre lui ha sempre avuto l’accortezza di tenersi di lato.»

«Dimmi quello che ricordi.»

«Bruno, giovane, alto, credo. Voce sommessa ma calma e fredda come il ghiaccio.»

«Altri dettagli?»

«Per quello che può servire, ho avuto l’impressione che indossasse una giacca verde, di quelle militari. Ma un vestito non significa molto.»

Significa tutto, invece.

Vivien sentì arrivare rotolando l’esultanza a gonfiarle i polmoni come se avesse respirato elio puro.

Dunque Judith, quella che non dava mance, aveva visto giusto. La benedisse nel suo intimo, giurando a se stessa che avrebbe preso quel caffè e ascoltato tutte le sue lamentele su ogni singolo malanno. Si accucciò davanti al sacerdote che stava guardando desolato il pavimento e gli appoggiò le mani sulle ginocchia. In quel momento non le sembrava un eccesso di confidenza, solo una conferma di vicinanza.

«Michael, è troppo lungo da spiegare, ma è lui. Hai visto giusto. È lui.»

Questa volta la domanda incredula arrivò dal sacerdote, incerto se cedere al proprio sollievo.

«Ne sei sicura?»

Vivien si rialzò di scatto come spinta da una molla.

«Al cento per cento.»

Fece qualche passo avanti e indietro nella stanza, riflettendo a una velocità di cui non si credeva capace. Poi si fermò e proseguì quella loro corsa verso un risultato.

«Ti ha detto che sarebbe tornato?»

«Non mi ricordo. Ma credo che lo farà.»

Mille pensieri si affollavano nella sua testa, mille immagini giravano in una rapida sequenza interiore senza il controllo della mente.

Infine le fu chiaro quello che avrebbe fatto.

«Michael, se si venisse a sapere che hai tradito il segreto confessionale, quali sarebbero per te le conseguenze?»

Il sacerdote si alzò con il volto di chi sente la sua anima sprofondare verso il basso.

«La scomunica. L’interdizione perenne dal mio ministero.»

«Non succederà. Perché nessuno ne sarà al corrente.»

Vivien proseguì nell’esposizione di come intendeva muoversi. E lo fece pensando all’uomo che era con lei nel bianco di quella stanza e al bene di Joy e a ciò che in quella casa ogni giorno veniva fatto per ragazzi come Sundance.

«Non posso mettere una cimice nel confessionale. Dovrei spiegare troppe cose. Ma c’è una cosa che potresti fare.»

«Vale a dire?»

«Se quell’uomo ritorna, chiamami al cellulare. Lascialo acceso fra di voi in modo che io possa seguire la vostra conversazione. In quel modo lo sentirò solo io e potrò guidare le operazioni perché sia preso lontano dalla chiesa.»