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La cosa andò avanti per un bel po’, poi finì.

Morte abbassò la falce, e si osservò. Sì, ci sono tutti. Ancora una volta, era Morte, che conteneva tutte le Morti del mondo. Eccetto…

Esitò per un momento. C’era una minuscola zona vuota da qualche parte, un frammento della sua anima, qualcosa che mancava…

Non era del tutto sicuro di cosa fosse.

Scrollò le spalle. Senza dubbio l’avrebbe scoperto. Nel frattempo, c’era parecchio lavoro da fare…

Cavalcò via.

Lontano, nella sua tana sotto il fienile, Morte dei Ratti si rilassò e allentò la presa sulla trave.

Windle Poons pestò con entrambi i piedi un tentacolo che emergeva da sotto il pavimento, e barcollò via nel vapore. Una lastra di marmo si schiantò a terra, inondandolo di schegge. Poi prese selvaggiamente a calci la parete.

Molto probabilmente non c’erano più vie d’uscita ora, e anche se ci fossero state non riusciva a trovarle. Comunque, era già all’interno di quella cosa, che stava abbattendo le sue stesse pareti nel tentativo di catturarlo. Quantomeno le avrebbe procurato una brutta indigestione.

Si diresse verso un pertugio che una volta era stato l’imbocco di un largo corridoio, e vi si tuffò goffamente attraverso poco prima che si chiudesse. Fiamme argentee crepitavano sulle pareti. C’era così tanta vita che era impossibile contenerla.

C’erano ancora alcuni carrelli, che sfrecciavano come pazzi sul pavimento che oscillava, persi quanto Windle.

S’incamminò lungo un altro probabile corridoio, anche se la maggior parte dei corridoi che aveva visto nei suoi centotrent’anni di vita non pulsavano e non sgocciolavano così tanto.

Un altro tentacolo uscì da una parete e lo avvolse.

Naturalmente, non poteva ucciderlo. Ma poteva renderlo incorporeo, come Un-Secchio. Un destino peggiore della morte, con tutta probabilità.

Si tirò su. Il soffitto gli crollò addosso, appiattendolo sul pavimento.

Contò a mezza voce e scattò in avanti. Fu investito dal vapore.

Scivolò ancora, e mise le mani avanti.

Sentì che stava perdendo il controllo. Troppe cose da far funzionare. Anche ignorando la milza, solo tenere accesi cuore e polmoni era uno sforzo enorme…

«Potatura artistica!»

«Che accidenti c’entra?»

«Potatura… artistica! Capito? Yo!»

«Oook!»

Windle alzò uno sguardo annebbiato.

Ah. Ovviamente stava perdendo anche il controllo del cervello.

Un carrello emerse dal vapore di traverso con delle ombre aggrappate ai lati. Un braccio peloso e un altro che si poteva a malapena definire tale lo afferrarono di peso e lo misero nel carrello. Le quattro rotelline slittarono sul pavimento, il carrello rimbalzò sulla parete, poi si raddrizzò e filò via sferragliando.

Windle percepiva solo vagamente delle voci.

«Avanti, Decano. So che non vede l’ora». Questo era l’Arcicancelliere.

«Yo!»

«La ucciderà completamente? Non credo di volerla al Club Nuovo Inizio. Non la vedo tanto presenzialista» disse Reg Scarpa.

«Oook!» Questo era il Bibliotecario.

«Niente paura, Windle. Il Decano farà qualcosa di militare, a quanto sembra» disse Ridcully.

«Yo! Ha!»

«Oh, dio del cielo».

Windle vide oscillare nella mano del Decano un qualcosa di scintillante.

«Che cosa userà?» chiese Ridcully, mentre il carrello sfrecciava attraverso il vapore. «Il Riorganizzatore Sismico, il Punto di Attrazione, o la Sorpresa Incendiaria?»

«Yo» disse il Decano, soddisfatto.

«Come, tutti e tre insieme?»

«Yo!»

«Non è un po’ esagerato? E fra parentesi, se dice ‘Yo’ ancora una volta, Decano, la farò portare personalmente fuori dall’Università, la farò inseguire fino ai margini del mondo dai migliori demoni che un taumaturgo possa evocare, la farò fare a pezzetti estremamente piccoli, la farò tritare e trasformare in un composto somigliante a una bistecca alla tartara, che andrà a riempire la scodella di un cane».

«Y…» il Decano incrociò lo sguardo di Ridcully. «Sì. Sì? Oh, su, Arcicancelliere. Che senso ha avere la padronanza sull’equilibrio cosmico e conoscere i segreti del destino se non puoi far saltare qualcosa per aria? Per favore? Li ho già preparati. Lo sa che poi si scombussola l’inventario se non si usano dopo averli preparati…»

Il carrello affrontò ronzando una salita e girò l’angolo su due ruote.

«Oh, va bene» disse Ridcully. «Se per lei è così importante».

«Y… scusi».

Il Decano cominciò a mormorare concitatamente a mezza voce, e poi gridò.

«Sono cieco!»

«La benda bonsai le è caduta sugli occhi, Decano».

Windle gemette.

«Come ti senti, fratello Poons?» Le fattezze massacrate di Reg Scarpa occuparono la visuale di Windle.

«Oh, al solito» rispose Windle. «Potrebbe andare meglio, potrebbe andare peggio».

Il carrello rimbalzò più volte su una parete e cambiò direzione.

«Come vanno quegli incantesimi, Decano?» disse Ridcully a denti stretti. «Mi riesce un po’ difficile controllare questo coso».

Il Decano mormorò qualche altra parola poi agitò le mani con un gesto teatrale. Fiamme color ottarino si sprigionarono dalle punte delle sue dita e finirono da qualche parte nella nebbia.

«Yooh-oooh!» esultò.

«Decano?»

«Sì, Arcicancelliere?»

«Il commento fatto poc’anzi a proposito di quella parola…»

«Sì?»

«Include senza dubbio anche ‘Yooh-oooh’».

Il Decano abbassò la testa.

«Oh. Sì, Arcicancelliere».

«E perché ancora non ha fatto bum?»

«L’ho ritardato un po’, Arcicancelliere. Ho pensato che magari dovevamo uscire prima noi».

«Bella pensata».

«Presto sarai fuori, Windle» disse Reg Scarpa. «Noi non abbandoniamo i nostri. Non è…»

Il pavimento esplose davanti a loro.

E poi dietro di loro.

La cosa che emerse dal pavimento era sia informe sia multiforme allo stesso tempo. Si contorse rabbiosamente, schioccando i tubi.

Il carrello frenò.

«Altra magia, Decano?»

«Ehm… no, Arcicancelliere».

«E gli incantesimi partiranno…?»

«Da un momento all’altro, Arcicancelliere».

«Perciò… Qualsiasi cosa succederà… succederà a noi?»

«Sì, Arcicancelliere».

Ridcully batté sulla testa di Windle.

«Mi dispiace» disse.

Windle si voltò goffamente per guardare il corridoio.

Dietro la Regina c’era qualcosa. Sembrava la porta di una stanza da letto assolutamente normale, che avanzava in una serie di piccoli passi, come se qualcuno la stesse spingendo con cura davanti a sé.

«Che cos’è?» disse Reg.

Windle si sollevò più che poté.

«Schleppel!»

«Oh, ma no» disse Reg.

«È Schleppel!» gridò Windle. «Schleppel! Siamo noi! Puoi aiutarci a uscire?»

La porta si fermò. Poi fu gettata di lato.

Schleppel si drizzò in tutta la sua statura.

«Salve, signor Poons. Ciao, Reg» disse.

Guardarono la sagoma pelosa che riempiva quasi tutto il corridoio.

«Ehm, Schleppel… potresti liberarci la strada?» chiese Windle con voce tremula.

«Nessun problema, signor Poons. Qualsiasi cosa per un amico».

Una mano delle dimensioni di una carriola penetrò nel vapore e fece a pezzi con incredibile facilità la cosa che bloccava il passaggio.

«Ehi, guardatemi!» disse Schleppel. «Avevi ragione. Un uomonero ha bisogno di una porta come un pesce di una bicicletta! Gridalo adesso, gridalo forte, io sono…»

«E ora potresti spostarti, per favore?»

«Certo. Certo. Uau!» Schleppel dette un’altra manata alla Regina.